La nuova estinzione delle specie

Chissà se è una coincidenza il fatto che, oltre alla scomparsa delle api domestiche, anche le popolazioni di farfalle, anfibi e pipistrelli siano in difficoltà...
Le farfalle stanno scomparendo a una velocità davvero allarmante, secondo uno degli studi naturalistici più esaurienti e duraturi che siano mai stati condotti. Ogni 20 anni, a cominciare dalla metà degli anni '40, un gruppo di naturalisti che arriva a 20.000 membri ispeziona l'intero territorio britannico per compilare un atlante degli uccelli, delle farfalle e dei fiori di campo. L'edizione più recente, pubblicata nel 2004 e presentata sulla rivista Science, ha documentato che quasi un terzo delle specie di piante selvatiche originarie della Gran Bretagna, metà delle specie indigene di uccelli e quasi i tre quarti (il 71%) delle specie autoctone di farfalle si sono ridotte di numero negli ultimi 20 anni.
"Il dissodamento della brughiera e il prosciugamento delle zone umide hanno causato la distruzione totale di alcuni habitat [di farfalle], mentre altri sono risultati degradati per effetto di differenti attività umane, quali l'inquinamento"
conclude Jeremy Thomas, ricercatore del Centro per l'ecologia e l'idrologia del Dorset (Inghilterra) che ha condotto lo studio.
Per quanto le farfalle siano abili impollinatrici, specialmente di fiori con profumi troppo deboli per attrarre api o altri insetti, la tragedia peggiore sarebbe la perdita della loro ineffabile bellezza. Immaginate di essere seduti con i vostri nipoti a guardare un video sulle farfalle, raccontando loro che effetto faceva averne una posata sul polso, e poi di dover spiegare perché loro non avranno mai la possibilità di provare quel piacere. E adesso immaginate di dover estendere quella spiegazione alla scomparsa di più di metà delle specie di farfalle della Terra.
"I risultati sono spaventosi" dice Thomas a proposito della scomparsa delle farfalle. "E ciò rafforza enormemente l'ipotesi che il mondo si stia avvicinando al suo sesto grande evento di estinzione" dichiara, spiegando che l'ultima estinzione di massa di entità paragonabile è quella della famigerata estinzione cretaceo-terziario, che avrebbe annientato i dinosauri e il 70% di tutte le altre specie, circa 65 milioni di anni fa. Se non altro, i dinosauri ebbero una giustificazione, ossia l'asteroide o la cometa che ne causarono l'estinzione di massa. La storia potrà concludere che noi umani siamo stati ancora più stupidi di quei giganteschi lucertoloni con il cervello grande come un pisello, avendo contribuito alla nostra stessa estinzione.
E' una magra consolazione sapere che rane, salamandre, tritoni e altri anfibi probabilmente ci precederanno nella fine evolutiva. Vivendo come fanno sia sulla terraferma che in acqua, gli anfibi sono doppiamente vulnerabili alle minacce ecologiche quali l'inquinamento e il riscaldamento.
"Con il riscaldamento della Terra, molte specie probabilmente scompariranno, in molti casi per effetto della mutata dinamica delle malattie. Qui mostriamo che una recente estinzione di massa [di anfibi] associata con epidemie di agenti patogeni è connessa al riscaldamento globale"
spiegano J. Alan Pounds e altri 13 scienziati di 3 continenti nell'articolo pubblicato su Nature nel 2006.
A maggior ragione se pensiamo che gli anfibi, con la loro collocazione unica tra acqua e terra, hanno fornito alla scienza medica un'abbondanza di nuovi composti preziosi, tra cui l'epibatidina, 200 volte più potente della morfina, e le secrezioni della raganella di White, un ottimo repellente naturale per le zanzare. Le rane e i loro girini sono anche un'importante fonte di cibo per i pesci d'acqua dolce. Ma di sicuro la cosa di gran lunga più utile che fanno gli anfibi è divorare enormi quantità di mosche, zanzare e altri insetti.

Altrettanto fanno i pipistrelli, che arrivano a mangiare 3.000 zanzare per notte.
"La sindrome del naso bianco è un'infezione da fungo che, dal momento della sua scoperta in una caverna del Nord dello stato di New York nel 2006, ha ucciso circa il 75% di alcune popolazioni di pipistrelli negli stati del Massachusetts, Vermont, New York e Connecticut"
secondo The Scientist, un'autorevole rivista scientifica pubblicata su Internet. Il fungo del naso bianco tende a fiorire mentre i pipistrelli sono in letargo durante l'inverno, con la conseguenza che i chirotteri bruciano troppo rapidamente la loro scorta di grasso e sono costretti a uscire al freddo in cerca di insetti quando non ce ne sono ancora in giro.
Analoghi tassi di mortalità tra questi animali notturni sono stati registrati altrove negli Stati Uniti, in Gran Bretagna e nel resto dell'Europa, per ragioni che vanno dalla sindrome del naso bianco alla perdita di habitat, in particolare per la distruzione delle loro grotte. A forza di sentir parlare di Dracula e compagnia, pochi di noi riuscirebbero a piangere la scomparsa di questi roditori volanti, anche se un paio di dozzine di punture di zanzara in più alla settimana potrebbero convincerci del contrario. Lo stesso si potrebbe dire del fatto che i pipistrelli si cibano di un'ampia gamma di insetti che altrimenti mangerebbero piante come meli, grano e cetrioli.

Ed ecco la domanda da non farsi: come sarà la vita se api, farfalle, pipistrelli e rane si estingueranno?
Per dare una risposta potrebbe volerci un centinaio di scienziati sovvenzionati dal governo per un decennio. Il labirinto di possibilità in merito a che cosa si estingue, dove e quando, a come gli altri insetti, gli uccelli, le lucertole e i mammiferi potrebbero subentrare nei ruoli delle specie che scompaiono, tende davvero all'infinito.
Una dozzina di supercomputer genererebbero modelli complicatissimi, e i risultati sarebbero ugualmente abbastanza incerti da giustificare ulteriori sovvenzioni governative.
Ma ecco la domanda che è necessario porsi: cosa dovremmo fare per tutelarci nel caso in cui la catena alimentare si spezzi?
Il senso comune dice che ci attende un drastico declino del paesaggio agricolo. Invertire tale processo richiederà sforzi e investimenti assai ingenti, ossia una riconversione a un sistema agricolo di tipo biologico, come raccomanda Schacker. Questo è indiscutibile, ma con ogni probabilità non accadrà in modo abbastanza rapido da riparare tutti gli anelli deboli della catena alimentare, e di certo non entro il 2012

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