Emergenza ambientale, 200 bidoni di sostanze inquinanti nel Santuario dei Cetacei


Il 17 dicembre scorso una nave della compagnia Grimaldi Lines ha perso circa 200 bidoni contenenti 45 tonnellate di monossido di cobalto e molibdeno, sostanze pericolosamente inquinanti per l’ecosistema marino. L’incidente è avvenuto a causa delle condizioni climatiche avverse nel mare di fronte a Livorno nel Parco del Santuario dei Cetacei.

La zone interessata è appunto quella del Santuario dei Cetacei e, in parte l’isola di Gorgona nell’Arcipelago Toscano.

La nave, che era partita da Messina con un carico diretto a Bruxelles e che conteneva catalizzatori tossici Co/Mo, si è trovata, secondo il responsabile delle relazioni esterne della Grimaldi Lines, Paul Kyprianou, in condizioni metereologiche pessime e improvvise, non prevedibili alla partenza. Infatti ha dichiarato Kyprianou:


Stenella striata Una delle specie che ospita il Santuario dei Cetacei




“L’Eurocargo Venezia e’ partita da Catania il 15.12 alle ore 23.00 e le previsioni meteo (prima della partenza) non erano assolutamente proibitive in relazione alla tipologia della nave la quale e’ stata concepita per affrontare condizioni meteo ben più avverse di quelle previste al momento della partenza”. E ha continuato: “Purtroppo le condizioni meteo sono improvvisamente peggiorate la notte tra il 16 e il 17 dicembre con mare forza 10 il quale ha messo in pericolo la nave ed il suo equipaggio. La perdita dei due semirimorchi, adeguatamente rizzati sul ponte di coperta come prescritto dalla normativa vigente, è quindi avvenuto in ragione delle condizioni meteorologiche particolarmente avverse ed eccezionali e a seguito di una manovra del Comandante per salvare vite umane”. La nave, di nuova costruzione e quindi robusta, non ha subito danni.
“In questo momento”, ha concluso Kyprianou “il nostro ufficio tecnico sta conducendo le analisi preliminari insieme ad un’azienda specializzata di primo ordine a livello europeo, per la pianificazione delle attività di recupero del materiale disperso. I fusti si trovano a parecchie centinaia di metri di profondità ed abbiamo bisogno di tempo per la definizione di un’operazione di recupero cosi complessa”.
Secondo Kyprianou i comandante della nave così come prescritto dalla legge, per conto della società Atlantica S.p.A. di Navigazione, ha immediatamente informato le autorità competenti dell’accaduto.


Pseudorca: uno dei cetacei che vive nel Santuario
La Capitaneria di Porto di Livorno conferma l’accaduto e sostiene di aver avvisato immediatamente le autorità. Ma il sindaco di Livorno Alessandro Cosimi ha dichiarato al Manifesto: «Sono stato informato solo il 29 dicembre dalla Asl quando era necessario garantire subito una informazione puntuale alla città. Anche per avere la reale dimensione dell’incidente e della sua gravità».
Un aspetto inquietante della vicenda è infatti che la notizia ha avuto pochissima diffusione e con estremo ritardo.

Il comandante Alessandro del Reparto Ambientale Marino a disposizione del Ministero dell’Ambiente sta lavorando alacremente in queste ore anche in collaborazione con le Capitanerie di Porto interessate, quella di Catania da cui la nave è partita, quella di Genova che ha accolto la nave e quella di Livorno, e con la Grimaldi Lines. Il Reparto Ambientale Marino fornirà al Ministro Clini tutto il supporto e le informazioni di tipo tecnico che gli consentiranno di attuare la migliore strategia.

Il Ministro, d’intesa con il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, ha convocato per lunedì 16 gennaio alle 15, presso la Prefettura di Livorno una riunione per esaminare la situazione e predisporre le misure per prevenire ogni possibile rischio per l’ambiente e la salute pubblica. Alla riunione parteciperanno, oltre al Ministero dell’Ambiente e alla Regione Toscana, la Provincia e il Comune di Livorno, la Protezione Civile, l’Istituto Superiore di Sanità, l’Ispra, il Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri, il Corpo delle Capitanerie di Porto Guardia Costiera, ed il Reparto Ambientale Marino delle Capitanerie. “Il Ministero dell’Ambiente – afferma Corrado Clini – è al fianco della Regione, degli enti locali e della comunità livornese per affrontare il problema e metterà in campo tutte le professionalità ed il sostegno necessari per gli interventi che si decideranno a salvaguardia dell’ambiente marino e del litorale”.

Il Santuario dei Cetacei istituito in Italia dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio con il nome di Santuario per i mammiferi marini e noto in Francia come Santuario Pelagos, è un’area marina protetta compresa nel territorio francese, monegasco e italiano, classificata come Area Specialmente Protetta di Interesse Mediterraneo.

Una serie di studi ha rilevato che in questa zona del mar Mediterraneo vi è una massiccia concentrazione di cetacei, grazie soprattutto alla ricchezza di cibo. I mammiferi marini sono rappresentati da dodici specie fra cui la balenottera comune il secondo animale più grande al mondo, il capodoglio e il delfino comune. Più rari sono la balenottera minore, lo steno, l’orca e la pseudorca.


Tursiope: una delle specie che ospita il Santuario dei Cetacei

Un recente rapporto di Greenpeace ha però documentato un drammatico calo delle popolazioni di cetacei presenti ed una inadeguatezza delle misure di tutela messe in atto. I dati raccolti da Greenpeace ad agosto 2008 riportano la presenza solo di un quarto delle balenottere e meno di metà delle stenelle rilevate negli anni novanta.

Il Santuario dei Cetacei è gestito da una cabina di regia di quattro ministeri fra cui quello dell’Ambiente e dalla Regione Toscana in coordinamento con gli altri Paesi che collaborano al progetto. Va però rilevato che negli ultimi anni le azioni del Ministero per sostenere le attività di quest’area, che tanto sarebbe ricca a livello naturale, non sono affatto visibili e si reperiscono con grande difficoltà.
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