L’Islanda arresta i banchieri, cancella il debito dei cittadini e si riprende alla grande. Non più banche !


Gli Islandesi che colpirono il parlamento a colpi di pietra nel 2009 chiedendo ai propri leader e banchieri di rispondere del collasso economico e finanziario del paese stanno raccogliendo i frutti della loro rabbia.
Infatti il paese continua a crescere usando e sostituendo le Banche,e rifiutando di salvare dal fallimento il sistema bancario corrotto della Cabala dei Rothschild.
Dalla fine del 2008, il paese non  ha pagato adempimenti per un ammontare pari al 13 per cento del prodotto interno lordo, alleggerendo gli oneri del debito per  più di un quarto della popolazione.
I passi dell’Islanda per rinascere dal 2008, quando le sue banche erano inadempienti per $ 85 miliardi, si stanno dimostrando efficaci. La crescita dell’economia islandese sarà quest’anno troppo grande per l’area dell’euro e per la maggior parte del mondo sviluppato, secondo le stime dell’Organizzazione per la cooperazione economica.
L’Islanda per affrontare la crisi dette la precedenza alle esigenze del suo popolo rispetto ai mercati. Una volta che divenne chiaro, nell’ottobre del 2008, che le banche dell’isola erano al collasso, il governo intervenne, congelando i conti nazionali, e lasciando i creditori internazionali in bianco. La banca centrale impose controlli sui capitali per fermare la conseguente svalutazione della corona e nuove banche controllate dallo Stato sostituirono gli istituti di credito che erano falliti.
La magistratura islandese mise sotto accusa  almeno 90 persone, mentre più di 200, compresi dirigenti ed ex capi delle tre principali banche, si trovarono di fronte ad accuse criminali. Questo non può essere paragonato agli Stati Uniti, dove nessun dirigente di banca ha affrontato procedimento penale per il loro ruolo nella crisi dei mutui subprime. 

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