Osservata la materia introvabile

Materia introvabile – Osservata la materia ordinaria dell’universo che finora era considerata “introvabile”: intrappolata in una gigantesca ragnatela cosmica sotto forma di gas incandescenti, costituisce la metà della materia che conosciamo e che compone il 5% dell’universo dando forma a pianeti, stelle e galassie. Il restante 95% è occupato da materia oscura (25%) ed energia oscura (70%), entrambe misteriose. Questo importante risultato, pubblicato su Nature, è stato ottenuto dagli astrofisici dell’Università di Ginevra in collaborazione con il Politecnico di Losanna grazie al telescopio spaziale Xmm-Newton dell’Agenzia spaziale europea (Esa).

I suoi potenti occhi a raggi X sono stati puntati sull’ammasso di galassie Abell 2744, che rappresenta uno dei nodi della grande ragnatela cosmica che permea l’universo e che è formata dal collasso della materia indotto dalla gravità.
Proprio come accade nelle reti di cellule nervose del nostro cervello, anche i nodi della ragnatela cosmica sono connessi da enormi filamenti che contengono gas a temperature elevatissime, dai 100 mila ai 10 milioni di gradi.

Per questo motivo i ricercatori hanno puntato il telescopio Xmm su una regione dell’ammasso Abell 2744 dove sospettavano fossero presenti i filamenti con le strutture di gas incandescente. Così per la prima volta sono stati in grado di misurare temperatura e densità di questi oggetti, scoprendo che corrispondono esattamente a quanto previsto dai modelli teorici.

Questo primo identikit della materia “introvabile”, o “massa mancante”, è fondamentale per comprendere la formazione delle galassie, che nascono quando la materia ordinaria collassa e si raffredda. “Dobbiamo verificare se questa scoperta fatta su Abell 2744 è valida per l’intero universo”, afferma il coordinatore dello studio, Dominique Eckert. “Dovremo studiare queste regioni filamentose in dettaglio e misurare la loro temperatura e gli atomi presenti, prosegue l’esperto, in modo da capire quanti elementi pesanti ci sono nell’universo”.

Sarà così possibile stimare il numero di nuclei pesanti prodotti dalle stelle dalla nascita dell’universo ad oggi. Per approfondire ulteriormente questa ricerca, l’Agenzia spaziale europea sta mettendo a punto il nuovo telescopio Athena, che sarà pronto dopo il 2020.

Fonte: ansa.it

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