Con la scoperta delle onde gravitazionali, l’umanità potrebbe viaggiare nello spazio sfruttando i buchi neri!



In due conferenze stampa in contemporanea organizzate a Washington, Stati Uniti, e a Cascina (Pisa), i ricercatori degli esperimenti LIGO (Stati Uniti) e VIRGO (Europa)
hanno annunciato di avere rilevato e verificato l’esistenza delle “onde gravitazionali”, una scoperta fondamentale per la fisica e che probabilmente varrà il Nobel ai suoi autori. Ipotizzate per la prima volta da Albert Einstein un secolo fa e da tempo in attesa di una osservazione diretta, le onde gravitazionali hanno la capacità di allungare e restringere lo spazio-tempo man mano che si diffondono nell’Universo. Per decenni gli scienziati hanno cercato indizi di vario tipo per dimostrarne l’esistenza direttamente, ma finora i loro tentativi erano stati viziati da interferenze di vario tipo e dalla mancanza di strumentazioni sensibili a sufficienza.
LIGO ha identificato le onde gravitazionali utilizzando alcuni osservatori fatti a “L”, costituiti da tunnel lunghi 4 chilometri che possono rilevare minuscole variazioni nella misura dello spazio causate dal passaggio delle loro perturbazioni; VIRGO ha avuto un ruolo più marginale, ma ha elaborato parte dei dati raccolti dall’esperimento statunitense. I ricercatori dicono che le onde gravitazionali osservate sono state prodotte da due buchi neri di diametro di 150 chilometri circa e con 29 e 36 volte la massa del nostro Sole: giravano l’uno intorno all’altro in una spirale che li ha portati a fondersi creando un unico buco nero 62 volte più massivo del Sole, a 1,3 miliardi di anni luce da noi (la loro collisione è quindi avvenuta 1,3 miliardi di anni fa). La massa mancante pari a circa tre soli, insomma, si è trasformata in energia ed è diventata onda gravitazionale.


All’umanità si prospetta lo stesso destino dell’equipaggio di “Interstellar”

Chi ha visto il film Interstellar può capire di cosa si parla e si scrive. Ma dopo lo svelamento al mondo della rilevazione delle onde gravitazionali viaggiare nello spazio e nel tempo, “tuffandosi” nei buchi neri, come faceva Matthew McConaughey nel film, sfrecciando all’interno di un cunicolo spazio-temporale, un wormhole come quelli visti nella pellicola diretta da Cristopher Nolan potrebbe diventare “concepibile”.

Kip Thorne, un fisico teorico dell’Osservatorio Laser Interferometer Gravitational Wave (LIGO, per il suo acronimo in inglese) ha rilasciato a RT- Russia Today una intervista esclusiva in cui ha rivelato alcuni dettagli relativi alla recente scoperta imperniata sulla propagazione nell’universo di onde gravitazionali, un’ipotesi che Albert Einstein prognostico’ già nel 1915.
“Quello che è stato scoperto non è solo un buco nero, ma bensì due che a loro volta si muovono in una spirale fino a scontrarsi tra loro creando delle increspature nello spazio-tempo. Questa scoperta ci permetterà di approfondire lo studio dell’universo in un modo completamente nuovo in modo da poter comprendere meglio la dinamica dei buchi neri”, ha affermato Thorne.
Il ricercatore ha anche precisato che gli scienziati russi hanno fornito un contributo determinante nella storica scoperta.
“Un contributo speciale per il nostro lavoro è stato fornito dal gruppo di ricerca Vladimir Braguinski dell’Università Statale di Mosca. Personalmente ho collaborato con Braguinski e la sua squadra già dal lontano 1970. La sua squadra è quella che ha fornito l’idea chiave per l’utilizzo di alcune metodiche essenziali per la buona riuscita dell’esperimento. I contributi forniti da questi scienziati sono stati assolutamente cruciali e insostituibili per il conseguimento del nostro successo. ”
A proposito del film ‘Interstellar’, Kip Thorne, parlando con il suo creatore, Christopher Nolan, ha dichiarato che forse un giorno l’umanità sarà in grado di ripetere il destino a cui sono andati incontro i personaggi del film di fantascienza. “Credo che non tarderà ad arrivare quel giorno in cui all’uomo verrà offerta l’occasione di inoltrarsi all’interno dei buchi neri. Per portare a termine una tale missione occorrerebbe una tecnologia molto avanzata che probabilmente sarà disponibile solo tra un paio di secoli”.

In attesa della realizzazione di un tale avveniristico progetto, a noi poveri umani non rimane altro che pazientare e cercare di sopravvivere in qualche modo per altri 300-500 anni…sperando che Dio c’e’ la mandi buona.

Tratto da: Segnidalcielo

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