L’uomo è stato creato da esseri venuti dal cielo? Chi erano? Ecco cosa dicono le scritture antiche e i testi gnostici

Una nuova creatura nata dal “germe della sostanza proveniente dall’alto”


Nel libro II, capitolo 8 de Gli Stromati di Clemente Alessandrino, circa gli errori compiuti dallo gnosticismo del tempo, l’autore cita diversi maestri gnostici considerati “eretici”, fra cui Valentino, maestro dei Cristiani Valentiniani. Parlando della successione che va dal Dio inconoscibile fino a tutte le cose create (animate ed inanimate), cita una lettera di Valentino conosciuta a suo tempo. Non possediamo scritti originali di tale autore, ma solo citazioni riportate dagli autori patristici, fra cui lo stesso Clemente. Il passo è il seguente:

«…È come se fosse sopraggiunto negli angeli timore per quella creatura, quando si espresse con un linguaggio superiore allo stato di natura, grazie a colui che le aveva dato misteriosamente un germe della sostanza proveniente dall’alto, per cui egli parlava liberamente…»
… E l’uomo cominciò a parlare diversamente

Nella nota dell’ed. Paoline del testo curato dal prof. Giovanni Pini (docente di Lettere classiche presso il Liceo Torricelli di Faenza, cultore di letteratura cristiana antica, traduttore di numerosi testi patristici per le ed. Paoline), si scoprono cose abbastanza interessanti:

• La creatura che provoca timore negli angeli (che Clemente definisce “thèoi”, per lui gli angeli superiori, come scritto nel testo critico, p. 222 nota 17) è l’uomo;

• In tale creatura, cioè l’uomo, è stato inoculato (nella nota viene utilizzato proprio questo termine) dagli angeli o dal Creatore quello che è definito il “germe”;

• E cosa è questo “germe”? Se traduciamo il testo citato messo in grassetto, leggendo perciò l’originale greco, avremo: σπέρμα τῆς ἄνωθεν οὐσίας (spérma tes anothen ousias).

Tentando una parafrasi del testo, ecco cosa ricaviamo dal corrispettivo greco?

«Gli angeli (i thèoi) ebbero timore per l’uomo, quando si espresse con un linguaggio diverso rispetto agli animali, grazie a colui che gli aveva inoculato il seme venuto giù dal cielo, parlando liberamente».
Giù dal cielo, dall’alto… oppure “di nuovo”?

Il termine ἄνωθεν, che in questo caso è tradotto “dall’alto”, ha anche altri significati[1]:
dall’alto, di sopra, dalla parte superiore in giù
giù dal cielo
di nuovo, nuovamente

Nel Chicago’s Logion Lexicon, fra i già citati, come si può ben leggere, ne viene offerto un altro: over again, anew, afresh, φιλίαν ἄ. ποιεῖται J.AJ1.18.3, Artem.1.14, cf. Ev.Jo.3.3; πάλιν ἄ. Ep.Gal.4.9, cf. Harp. s.v. ἀνάδικοι κρίσεις; κτίστης ἄνωθε γενόμενος IG7.2712.58.

Con il termine “anew” si vuole tradurre con “un nuovo”, e alcuni hanno voluto azzardare la traduzione con “seconda volta” (come sinonimo di “di nuovo”, “ancora”, che sono fra i tanti significati del termine). Facendo nostre queste nuove e poche informazioni, può sorgere in noi una domanda legittima: non è la prima volta che una creatura naturale riceve “il seme” proveniente da altrove?
Testi gnostici cristiani: gli angeli hanno creato l’uomo

Nel libro Testi Gnostici Cristiani a cura di M. Simonetti (prof. di letteratura cristiana antica presso l’Univ. di Cagliari, e poi in Storia del Cristianesimo presso l’Univ. Sapienza di Roma; membro dell’accademia dei Lincei), viene citato il passo di Clemente, ed in nota vi è scritto:


«Valentino si riferisce ad un concetto variamente attestato in testi gnostici: gli angeli creano l’uomo materiale, ma in questo viene inserito il seme divino, che ne fa un essere superiore ai creatori, in quanto il seme divino lo fa simile all’Uomo Preesistente.» (p. 127, nota 1)

Abbiamo quindi visto come il termine greco ἄνωθεν può anche significare “di nuovo”, tentando una parafrasi con “una seconda volta”, e veniamo a conoscenza che secondo alcune dottrine gnostiche, tra cui quelle valentiniane, si parla di un “uomo preesistente”, cioè precedente alla formazione dell’uomo che conosciamo noi oggi.
Adamo ed Eva furono creati e messi nell’Eden

Se analizziamo alcuni termini in ebraico di Genesi 2, 7-8, secondo una lettura letterale (grazie al prof. Massimo Barbetta), possiamo leggere:

«E plasmò Yahweh Elohim lo Adam polvere (ha-Adam Aphar) dal suolo (men ha-Adamah) e soffiò in narici di lui il respiro dei viventi. E divenne lo Adam verso anima vivente. E piantò Yahweh Elohim giardino recintato (Gan) in Eden dall’antico (me-Qedem) e pose là lo Adam che aveva plasmato».

Come suggerisce anche Mauro Biglino nel suo libro La bibbia non l’ha mai detto (Mondadori, 2017, pp. 129-131), il termine me-Qedem, preferito dai latini nella loro traduzione della Bibbia con “dal principio”, può forse significare un Gan antecedente a quello piantato in Eden, una sorta di “matrice” originaria? E oltre al giardino, anche il cosiddetto Adam Aphar può essere un qualcosa derivante da una matrice più antica?

È ciò che potrebbe suggerire Rav Arie Ben Nun (rabbino, maestro di cabala):

«… La prima luce che Dio ci diede non è accecante, la gente può guardarla direttamente alla fonte, come se fosse il sole, e non si accecano: è una luce fredda. Quando Dio ha creato questo mondo, dopo trecentodieci mondi che ha creato nei suoi cieli, in questo mondo di luce fredda ha creato la vita, ha imballato la terra come fosse una conserva, l’ha trasportata in questa galassia, intorno al sole…”;
Potremmo essere un esperimento di qualcun altro?

Sulla stessa linea ipotetica è la dott.ssa Barbara Negri, responsabile dell’’Unità e Esplorazione e Osservazione dell’Universo’ dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), che afferma:

«Noi (esseri umani) potremmo essere un esperimento di “vita forming” di qualcun altro: questa è una delle ipotesi. Se noi vediamo lo sviluppo dell’uomo, con la sua capacità intellettuale e cerebrale, è avvenuto in uno spazio molto piccolo. Quasi come se ci fosse stata una “sprogrammazione” a questa evoluzione, che sta procedendo in maniera veloce. Una teoria che, forse, si avvicina più alla fantascienza che alla scienza: noi potremmo essere stati un esperimento di civiltà superiori, che hanno impiantato sulla terra “l’esperimento uomo”».


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di Francesco Esposito, si laurea in Scienze Filosofiche con una tesi magistrale sul De Cultu Feminarum di Tertulliano e la figura femminile nel cristianesimo patristico e nella società romana. Studioso di cristianesimo primitivo e pre-conciliare, dal 2013 cura una rubrica di approfondimento sui testi biblici assieme all’autore Mauro Biglino intitolata “Racconti dall’Antico Testamento”. Per Uno editori è autore di “Cristianesimo, un’invenzione di San Paolo” e “Il cristo illegittimo
Link utili:
Barbara Negri – Mauro Biglino: https://www.youtube.com/watch?v=nKBywcGWknY
Mauro Biglino – Massimo Barbetta – Arie Ben Nun: https://www.youtube.com/watch?v=eI8tNPRyV-o&t=249s
Nota:
[1] https://www.grecoantico.com/dizionario-greco-antico.php?lemma=ANWQEN100

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