(pil -1,1% e crollo immobiliare: prezzi -14,6% disoccupazione 8,7%)
Amsterdam – Crack immobiliare, aumento della disoccupazione, crescita debole. Non stiamo parlando di un paese del Sud Europa, ma di un’economia che fino a pochi anni fa vedeva il suo premier inginocchiarsi sempre alle politiche di austerity di Angela Merkel. Rigore a tutti i costi, dicevano gli olandesi, sicuri della solidità dei propri conti e dei fondamentali.
E invece ora è proprio l’Olanda, stando a quanto fanno notare diversi economisti, il paese che minaccia la ripresa dell’Eurozona. Il rating a tripla AAA è a rischio downgrade e i dati sui consumi domestici sono a dir poco deludenti. Basti pensare che, nell’arco del secondo trimestre, il Pil olandese si è contratto -0,2%: si è trattato della peggiore performance segnata dai cosiddetti paesi “core” (di cui fanno parte, stando alla definizione di Goldman Sachs, l’Olanda, la Finlancia e la Germania”.
In più, il tasso di disoccupazione è balzato a luglio all’8,7%, dal 7,5% di gennaio, i prezzi delle case sono scesi in media -5% su base annua, dopo la flessione -9,6% sempre su base annua, a giugno. Il risultato è stato che Deutsche Bank ha tagliato l’outlool sul pil a -1,1% nel 2013 e +0,4% nel 2014.
“L’Olanda al momento è più simile a un paese periferico, a causa del drammatico aumento del tasso di disoccupazione e dei fallimenti di aziende”, hanno commentato Paul Reynolds e Mairead Smith, analisti di Deutsche Bank. Il tono non è stato più ottimista da parte di Roger Bootle e Jonathan Loynes di Capital Economics. “L’economia olandese, nel corso degli ultimi anni, si è confermata terribile”, hanno detto in una nota, aggiungendo che il paese si trova in una fase “prolungata di crisi, nonostante il boom precedente la crisi”, che quindi non è stato sufficiente. (WSI)
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