Uscito nel 1999, The Matrix è uno dei film che più rappresentano la diffusa presa di coscienza culturale e sociale che ha caratterizzato gli ultimi 10 anni.
Sotto una superficie fatta di azione e strabilianti effetti visivi, questo film cela un cuore colto, vivo, pulsante di allegorie attingenti da antiche tradizioni filosofiche
ed esoteriche quali buddismo, ermetismo, gnosticismo, oltre che dalle più moderne teorie scientifiche di fisica quantistica.
Considerando il delicato periodo in cui uscì nelle sale, il potente messaggio di cui si fece portatore e la casa cinematografica da cui fu prodotto (Warner) - è forte il sospetto che questo film sia stato realizzato con il preciso intento di catalizzare il 'risveglio' di alcuni individui. Se per pura filantropia o in funzione di un progetto di destabilizzazione sociale, non ci è dato di saperlo.
Ci riserviamo di esaminare nel dettaglio le numerose tematiche toccate da questo film nei prossimi post (v. post correlati). Per il momento ci limitiamo a consigliarvi di guardare prima il film, e solo in un secondo momento leggere la molta letteratura sorta intorno ad esso.
Discorso differente quello relativo ai due sequel Reloaded e Revolutions, usciti a distanza di ben quattro anni dal capostipite con il palese intento di sfruttarne il brand per fini lucrativi economici ed ideologici, dal momento che - grazie ad una spericolata inversione ad U rispetto al messaggio anti-sistemico del primo capitolo - grondano di retorica transumanistica. Risultano perciò simili ad una stanca rincorsa verso la quadratura del cerchio e la razionalizzazione coatta di una storia che aveva fatto di onirismo, originalità ed indeterminatezza i suoi punti di forza. Il primo capitolo era certamente auto-conclusivo, ed il suo epilogo 'aperto' suonava come una sorta di dichiarazione di intenti; un invito allo spettatore a scrivere egli stesso il finale della storia. Per cui, da parte mia, continuerò a non considerarlo parte di una trilogia.
Concludendo si può affermare che Matrix sia senza dubbio uno dei film più profondi ed enigmatici della intera storia del cinema. Un film in cui ogni elemento scenico, situazione, dialogo, nome proprio, sembrano essere stati accuratamente ponderati per attingere da un immaginario che - come accennato - si fonda su concetti filosofici, esoterici e scientifici resi con rara finezza ed efficacia narrativa. Una sceneggiatura geniale ed ispirata di cui si giunge ad apprezzare il perfetto gioco di incastri solo dopo alcune visioni. Una serie di dettagli di contorno piuttosto bizzarri, tra cui spiccano l'alone di ambiguità che circonda gli autori, fratelli Wachowski, e soprattutto lo sconcertante dettaglio della data apposta sul passaporto del protagonista Neo, che coincide con quella di un tragico ed epocale evento che si sarebbe verificato ben due anni dopo la uscita del film: 11 Settembre, 2001.
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