Nei racconti biblici dell’Antico Testamento ci si imbatte spesso in descrizioni di avvenimenti che agli occhi di un uomo del XXI secolo possono apparire come attività di UFO o legate a presenze aliene.
Il libro di Ezechiele rappresenta l’esempio più eclatante. Diversi passi sembrano coincidere del tutto con le descrizioni dei moderni avvistamenti di UFO. Visione del profeta Ezechiele
A detta degli ufologi, i racconti più antichi sugli UFO ci sono giunti sotto forma di leggende. Ad esempio, in un vecchio racconto cinese si parla di una lontana “terra di carri volanti” abitata da un popolo con tre occhi, monco di un braccio, che viaggia su cocchi alati con le ruote d’oro. Il Drona Parva, un testo sanscrito, descrive combattimenti aerei a distanza ravvicinata tra divinità che pilotano macchine volanti chiamate vimana. Durante le battaglie, secondo una delle possibili traduzioni del testo, “fu lanciato un missile fulgido come un fuoco incombusto“. Ma queste testimonianze non si limitano al folclore orientale. Secondo alcuni ufologi, i racconti più curiosi sull’esistenza di oggetti volanti si trovano nella Bibbia, che uno scrittore ha definito “il maggiore repertorio in assoluto di dischi volanti“.
Ad esempio, nell’Antico Testamento il profeta Elia salì in cielo su un “carro di fuoco” avvolto in un turbine. La visione di Giobbe, riportata nella Genesi, degli angeli che salgono al cielo su una scala, è stata interpretata come un caso di UFO. E anche il libro dell’Esodo offre interessanti indicazioni in proposito. Mosè stava guidando gli ebrei attraverso il Sinai verso la terra promessa e: “Il Signore marciava alla loro testa di giorno con una colonna di nube, per guidarli sulla via da percorrere, e di notte con una colonna di fuoco per far loro luce, così che potessero viaggiare giorno e notte“. Secondo Barry H. Downing, un pastore protestante studioso della Bibbia, le colonne di nube e di fuoco potrebbero essere un UFO ed il Mar Rosso si sarebbe diviso sotto l’azione di un gas di scarico.
Il più preciso e complicato dei probabili avvistamenti di UFO nell’Antico Testamento è quello del profeta Ezechiele, sacerdote in uno degli accampamenti babilonesi di prigionieri ebrei. A trent’anni, verso il 593 a.C., Ezechiele ebbe una visione straordinaria: “Io guardavo ed ecco un uragano avanzare dal settentrione, una grande nube e un turbinio di fuoco, che splendeva tutt’intorno, ed in mezzo si scorgeva come un balenare elettrico incandescente. Al centro apparve l’immagine di quattro esseri animati, dei quali questo era l’aspetto: avevano sembianza umana ed avevano ciascuno quattro facce e quattro ali“.
La descrizione di Ezechiele, che appare all’inizio del libro omonimo dell’Antico Testamento, non finisce qui. Quegli esseri si spostavano insieme, e “in mezzo a loro si vedevano come carboni ardenti simili a torce che si muovevano avanti e indietro“. Queste creature sembravano far parte di un veicolo più grande con quattro serie di anelli scintillanti, ognuna delle quali era “come di ruota in mezzo ad un’altra ruota“. Sopra, Ezechiele vide una divinità incandescente, “simile a metallo lucente“, ammantata di una luce brillante.
Ezechiele interpretò questa visione come “l’immagine della gloria del Signore“. Ma secondo alcuni ufologi sarebbe la descrizione dell’arrivo di un’astronave. Quando poi Erich Von Daniken, un autore assai discusso che è stato accusato non solo di inesattezze ma anche di essere un imbroglione, avanzò questa idea in “Enigmi dal passato“, pubblicato nel 1968, uno dei lettori lo prese subito in parola.
Joseph F. Blumrich, ingegnere della National Aeronautics and Space Administration, trovava ridicola l’idea che Von Daniken aveva di un’astronave. Austriaco di nascita, dal 1934 Blumrich progettava aeroplani e razzi e aveva collaborato con i più famosi scienziati alla costruzione del potente razzo statunitense Saturno-V, che aveva portato gli astronauti americani sulla Luna. Se c’era qualcuno esperto di astronavi e il cui giudizio rivestisse la massima autorevolezza, quel “qualcuno” era senz’altro lui.
Blumrich era convinto che la ruota di Ezechiele non avrebbe retto ad un esame scrupoloso, salvo poi scoprire che la descrizione poteva adattarsi al disegno di un modulo da sbarco staccatosi da quello di comando (nella visione del profeta, la divinità di metallo scintillante). Nel 1973 Blumrich, perfezionato il disegno, ne pubblicò la storia in “The Spaceships of Ezekiel“. “Raramente” scrisse “è stato così bello, piacevole e affascinante essere smentiti su tutta la linea!“. Secondo Blumrich, i quattro “esseri animati” sarebbero potuti essere quattro carrelli, ognuno con una ruota per le manovre a terra. Le “ali” sarebbero state pale di elicottero usate per scegliere la posizione prima dell’atterraggio, mentre un motore a razzo nella fusoliera a cono del velivolo fungeva da propulsore.
Naturalmente, l’idea che Ezechiele avesse visto un’astronave non fu accettata da tutti. Donald H. Menzel, astronomo della Harvard University, ribatté che Ezechiele era stato vittima di un’illusione ottica. Secondo lui il profeta aveva “descritto con notevole precisione, anche se con un linguaggio pittoresco” un fenomeno ottico, il parelio, che è prodotto dalla rifrazione o dalla riflessione della luce da parte di cristalli di ghiaccio in sospensione nell’atmosfera.
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