L’Italia del futuro. Al posto dell’Adriatico una nuova catena montuosa!


L’evoluzione geologica del mediterraneo nei prossimi 200 milioni di anni riserverà grandi sorprese. La curiosa forma a stivale dell’Italia sarà solo un ricordo. L’Italia stessa non sarà più una penisola.

Come spiega Alfonso Bosellini, docente di Geologia presso l’Università di Ferrara, nel libro “La storia geologica d’Italia” (Zanichelli, 2005), “La rotazione dell’ Italia in senso antiorario e la conseguente collisione con la parte più settentrionale della regione balcanica corrispondente all’ ex Jugoslavia farà scomparire il Mar Adriatico e genererà una nuova catena montuosa: la nostra penisola sarà un tutt’ uno con la Croazia, l’ Albania e la Grecia“.

Senza scomodare scienziati, partendo da questo presupposto, si può notare anche ad una sommaria osservazione della cartina del Mediterraneo,  che la costa dell’ex-Jugoslavia è affiancata da numerose isole dalla forma allungata. Sono nate proprio dalla scontro della zolla Africana con quella Eurasiatica che risultano “incernierate” tra di loro allo Stretto di Gibilterra. Il fondale del Mediterraneo sollevato dallo scivolamento delle zolle, l’una sotto l’altra, si corruga e “lascia emergere” terre in superficie. La stessa particolarità geografica si nota nelle coste frastagliate della Grecia.

Non a caso la recente sequenza sismica in Grecia, Turchia, Egitto che in alcuni ha destato stupore dopo i terremoti che hanno colpito l’Emilia il 20 e 29 maggio 2012. E’ necessario avere un quadro più ampio del movimento tettonico in corso. I terremoti sono allo stesso tempo collegati e scollegati. Dipendono l’uno dall’altro nell’ottica ampia della tettonica Africa-Eurasia, ma sono indipendenti se si osserva nel dettaglio la faglia emiliana.

Nonostante l’Africa si avvicini di 7 centrimetri l’anno all’Europa, il sollevamento delle Alpi si è già esaurito e d’ora in poi prevarrà l’erosione. La caratteristica forma appuntita ed irregolare diventerà man mano più simile ai Monti Urali.

Al contrario la catena appenninica è ancora attiva. L’Adriatico andrà restringendosi progressivamente sino a scomparire.

Che ne sarà del fiume Po (e degli affluenti)? Privo di un mare in cui gettarsi si dirigerà verso il Tirreno (si presume nella zona dell’attuale Liguria). Anche in questo caso va considerato in termini di tempo “geologico”. Non sarà un cambio di direzione repentino ma sarà preceduto da milioni di anni di erosione in direzione sud-ovest.

Il Tirreno stesso non avrà più le sembianze che ora conosciamo. La Corsica e la Sardegna non saranno più isole. Sollevate anch’esse dal fondale diventeranno “colline” su una vasta “pianura” che corrisponderà all’attuale Tirreno settentrionale.

Tutto questo continuerà finchè la forza della zolla Africana sarà sufficiente ad infilarsi sotto a quella Eurasiatica. Solo a quel punto cesseranno movimenti e terremoti.

Si calcola il tempo in centinaia di milioni di anni. Dobbiamo ricordarci che il tempo umano non ha nulla a che vedere con quello geologico.

L’uomo popola il nostro pianeta da “soli” 250 mila anni e, va ricordato, altro non è che un ospite, fugace ed impotente.

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