Agarthi, il leggendario mondo sotterraneo

Spesso si sente parlare di Mondi Perduti, come Mu o la ben più famosa Atlantide e poi ci sono quelli inventati (forse) posto cha anche Atlantide e Mu non lo siano: Agarthi (chiamata anche Agartha, Agharta, Agharti, Aghartta e Arghati) è senz’altro il più affascinante di essi e rappresenta probabilmete ancora oggi un punto di riferimento per un certo numero di società segrete. Costituisce un mito che ci restituisce un regno leggendario collocato nel sottosuolo e che da lì controlla il destino dell’intera umanità che vive in superficie, ma Agarthi è, un po’ come il Graal, un’invenzione della letteratura francese anche se in questo caso recente, infatti era il 1871 quando Louis Jacolliot, diplomatico francese, diede alle stampe in India dove viveva il romanzo “Il figlio di Dio” in cui intreccia le storie della mitologia scandinava ai racconti indiani: così Asgartha, che nel testo è la capitale di un antichissimo impero indiano, presenta i caratteri dell’Asgart di Odino che richiama anche linguisticamente. Alla fine dell’Ottocento non era facile per un lettore districarsi tra realtà e finzione, accade anche a noi oggi quando ci ritroviamo di fronte a un fake ben confezionato in rete, e a un certo punto la città fantastica comparve sulle mappe! J.A. Saint Yves d’Alveydre, occultista francese, abbagliato dal mito di Agarthi ne parlò a sua volta ampiamente in “La missione dell’India in Europa” . 
 
Due libri francesi bastarono a convincere il polacco Ferdinando Antoni Ossendowsky, esploratore, dell’esistenza di questa città/regno di cui scrisse in “Bestie e uomini” negli Anni Venti. Di Agarthi si occupò anche lo scrittore Willis George Emerson (1856 – 1918). In questo Blog in genere si parte dal significato della parola relativa all’argomento di cui si sta trattando e laddove possibile si cerca di coglierne l’etimologia, perché siamo fermamente convinti che il nome dato dagli uomini a loro stessi, al Popolo cui appartengono, agli animali, alle piante, ai Pianeti, alle cose, agli eventi ecc. possa dirci molto e Agarthi che vuol dire “luogo inaccessibile” già nel nome cela tutta la propria essenza: situata in un ampio territorio che al di sotto del Deserto dei Gobi si estenderebbe alle montagne del Tibet e del Nepal fino alle caverne dell’America, l’origine di questo luogo straordinario va ricercata oltre il romanzo di Jacolliot in India, un Paese già di per sé magico, e nelle sue antiche leggende, dove si tramanda che durante l’Età dell’Oro il Regno di Paradesha (che deriva dal sanscrito “Paese Supremo” e ha la stessa radice linguistica di Paradiso) – fondato 380000 anni fa – era glorioso e collocato sulla Terra ma che tutto mutò a partire dal 3102 a.C. quando iniziò l’Età Nera che sfortunatamente perdura anche ai giorni nostri: da quel momento i cittadini del Regno di Paradesha per sottrarsi al dilagare della caduta dei valori e sfuggire al Male e ai cataclismi si nascosero sotto la superficie del terreno e da allora Agarthi si troverebbe laggiù anche se non è del tutto avulsa dal resto del mondo perché si dice sia collegata, tramite gallerie, a ogni angolo del globo, tuttavia gli ingressi sparsi un po’ dovunque sono invisibili e di difficile accesso, celati grazie a protezioni invalicabili, come asseriva la celebre occultista Helena Blavatsky che chiamava Agarthi la Loggia Bianca.
I misteriosi ingressi di Agarthi si troverebbero però anche sotto casa nostra: in Italia infatti ci sarebbe un paio di entrate fisiche per il fantastico mondo di sotto, uno sull’isola Bisentina (lago di Bolsena) e l’altro sul 
 
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Monte Epomeo di Ischia; in altre zone si sono cercate in Argentina presso le Cascate Iguassù, in Brasile, in California, al Polo Nord, nella grande Piramide di Giza, nei dintorni del Monte Shasta in India, in Islanda e perfino sull’Isola di Pasqua dove oltre ai famosi Moai ci sono misteriosi tunnel.
Riuscire a penetrare ad Agarthi è un’impresa praticamente impossibile oltre che inutile: se qualcuno vi entrasse e poi ne uscisse non rammenterebbe niente perché questo magico territorio è protetto dai mali della superficie da vibrazioni che hanno la capacità di annebbiare la mente e provocare vuoti di memoria. La tradizione parla di un mondo sotterraneo ampio e illuminato da un Sole che nulla ha da invidiare al nostro: 
 
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l’astro dal centro della Terra illumina e riscalda le giornate delle creature che lo abitano, rendendo possibile la Vita. Capitale di Agarthi è Shambala, Città di Smeraldo dove risiede il Re del Mondo che è a capo di tutti i governi e di tutte le religioni del nostro pianeta. Il Re del Mondo è apparso in pubblico – pare – un’ultima volta nel 1923, egli è molto potente; governa spiritualmente ma anche materialmente sia il mondo sotterraneo sia il mondo in superficie, coadiuvato da due figure, il Mahatma che predice le cose e il Mahagma che le fa avverare procurando le cause affinché gli avvenimenti si verifichino, costituendo con loro un grande Triumvirato:
Brahatma, il Re dl Mondo: che può parlare direttamente con Dio;
Mahatma: in grado di conoscere il futuro;
Mahanga: capace di disporre le situazioni in modo tale perché le cose si avverino.

Il Re del Mondo è contemporaneamente Brahatma e Manu (mediatore tra uomo e Dio) e regna durante un Manvatara, una delle 14 ere. Dalla potente Triade dipendono direttamente i cosiddetti Cavalieri Templari Confederati, una società di cavalieri sacerdoti, il cui livello più elevato è costituito dal Consiglio Circolare dei 12 savi lo stesso numero, guarda caso, dei Cavalieri della Tavola Rotonda di Re Artù. Curiosamente il vocabolo Manu compare seppure in forme variabili da “Mina” a “Menw”, in altre culture: presso gli antichi Egizi è appunto “Mina” o “Menes”; “Minos” presso i Greci (e forse cela legami con il Minotauro) e “Menw” tra i Celti. Sotto Shambala scorrerebbero fiumi di energia i cui fluidi benefici potrebbero giungere a noi attraverso i Megaliti come quelli favolosi che visitai molti anni fa con il mio papà a Stonehenge. Le proprietà di alcuni numeri e certi simboli – come la Svastica – provengono dalle tradizioni legate ad Agarthi. Hitler, appassionato di occultismo, riteneva i Popoli Nordici depositari di antiche conoscenze in quanto i veri e unici eredi del Regno Sotterraneo, del resto alla fine degli Anni Trenta i suoi interessi si concentrarono proprio sul Tibet sotto il quale i nazisti ritenevano fosse collocata Shambala: tredici lunghi mesi di ricerche organizzate da Heinrich Himmler non portarono a nulla se non taccuini zeppi di appunti, filmati e fotografie sulla falsariga dell’incredibile avventura descritta da Madame Blavatsky che compì quel viaggio poco meno di settanta anni prima. Anche gli esploratori Sven Hadin e Ferdinando Antoni Ossendowsky già citato la cercarono senza trovarla. Sta di fatto che sistemi di gallerie e cunicoli, non si sa se di origine naturale o artificiale, esistono e non solo in Asia ma anche in Sudamerica, dove una suggestiva leggenda vuole che il glorioso Popolo Inca sia scomparso nelle viscere della Terra, un po’ come ciò che taluni credono sia accaduto agli Etruschi. Per convenzione, si ritiene che il cuore di Agarthi sia sotto il Deserto dei Gobi perché il sottosuolo di quelle zone è particolarmente bucherellato da curiose gallerie abilmente affrescate, ma la magia di Agarthi non è fisica, infatti il mito di Agarthi è sospeso tra questa dimensione materiale – la nostra – e un’altra spirituale ed eterea. Ad Agarthi sarebbe altresì conservato in una delle immense biblioteche, il libro originale de “Le Stanze di Dzian” testo leggendario contenente la storia fondamentale delle Origini dell’Universo di cui la Blavatsky avrebbe visionato una copia; inoltre Agarthi sarebbe dotata di una tecnologia avanzatissima di gran lunga superiore alla nostra e custodirebbe oggetti unici ed eccezionali quali il Sacro Graal. La lingua parlata ad Agarthi è il Vatannan, un linguaggio sacro. L’unico popolo umano nato ad Agarthi, che oggi sarebbe abitata esclusivamente da Semidei, sono gli zingari cacciati da Agarthi per avere commesso qualcosa di imperdonabile e condannati a vagare per il mondo alla ricerca degli ingressi al Regno Sotterraneo di cui conservano memoria nelle capacità di predizione del futuro e lettura della mano.
Secondo una corrente minore di pensiero che si rifà al Buddhismo Tibetano e che descrive un luogo analogo denominato Shambala, Agarthi non è un regno ma una città e ovviamente Shambala non ne è la capitale ma una città gemella e rivale, in interpretazioni recenti, si finisce per identificare Shambala con Agarthi, ma per i più Agarthi è un grande regno protetto da una cortina di montagne altissime e suddiviso in otto parti (otto è il numero dell’infinito) e comprenderebbe a propria volta 76 regni. Secondo una profezia, il Mahdi della tradizione islamica, discendente di Maometto, scatenerà una terribile guerra mondiale per il Dominio della Terra e cercherà di instaurare il proprio Impero ma poi si scontrerà con il re di Shambala il quale lo annienterà e così usciremo dall’Età Nera per tornare all’Età dell’Oro.

Fonti bibliografiche:

-AA.VV., Almanacco del Mistero, Editoriale Daim Press, Milano 1988

-Giacobbo Roberto, Atlanti dei mondi perduti, Giunti, Milano 2009

-Greer John Michael, Dizionario enciclopedico dei misteri e dei segreti, 10.000 anni di misteri della nostra storia, teorie dei complotti, alleanze, civiltà perdute, antiche credenze, occultismo, magia, Mondadori Doc (Titolo originale: The Element Encyclopedia of Secret Societies and Hidden History)

-L’Enciclopedia dei Misteri di Martin Mystère (a cura di Alfredo Castelli) Mondadori 1993

Internet:
-http://it.wikipedia.org/wiki/Agarthi

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