Le informazioni elaborate inconsciamente possono influenzare nel bene e nel male la precisione delle nostre decisioni, ma “pesano”
meno di quelle di cui si è consapevoli.
A darne una conferma sperimentale è una ricerca condotta da psicologi dell’University of New South Wales, in Australia, che firmano un articolo pubblicato sui “Proceedings of the National Academy of Sciences”.
L’idea che quanto viene percepito ed elaborato inconsciamente o, come spesso si dice, a livello subliminale – sia in grado di alterare le nostre decisioni coscienti è molto diffusa, ma è molto discussa fra gli psicologi perché le prove che confermano sperimentalmente se e in che misura si manifesta questo effetto sono molto poche.
Nel nuovo studio Alexandra Vlassova e colleghi hanno eseguito una serie di esperimenti in cui veniva chiesto ad alcuni soggetti di dire se un gruppo di punti grigi sullo schermo di un computer si stava muovendo verso sinistra o verso destra. In alcuni esperimenti, però, nei primi istanti di osservazione del monitor il movimento dei punti grigi non era accessibile alla mente conscia grazie a un trucco percettivo. Quel movimento veniva tuttavia rilevato a livello inconscio dal soggetto. Poi, dopo alcuni istanti, il trucco era eliminato e il soggetto poteva osservare i punti in modo conscio.
Dall’esame dei risultati e dei tempi di reazione, i ricercatori hanno scoperto che la precisione delle risposte era migliore se durante la percezione inconscia i punti grigi si muovevano nella stessa direzione in cui si muovevano quando erano osservati consapevolmente. In altri termini, la mente aveva tenuto conto anche delle informazioni accumulate inconsciamente: “E’ esattamente quanto avviene quando prendiamo un qualsiasi tipo di decisione: più a lungo si guarda, più dati si ottengono, fino ad arrivare al momento in cui essi sono sufficienti per prendere una decisione”, dice Vlassova.
Se invece i punti grigi osservati inconsciamente si muovevano in modo diverso da quello in cui si spostavano quando erano osservati consciamente, la precisione e i tempi di risposta peggioravano, indicando che le informazioni raccolte nella fase di oservazione inconscia rendevano più difficile la decisione.
I ricercatori hanno anche scoperto che, se la correttezza e la velocità delle risposte era alterata dalla percezione inconscia, questa non influiva sul senso di fiducia che i partecipanti avevano nei confronti delle loro decisioni, che dipendeva solamente dal tempo per cui avevano poturo osservare consciamente i punti in movimento.
Fonte: lescienze.it
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