Grotte alchemiche nel sottosuolo di Torino



Cosa lega Torino a Praga e Lione? Grandi città europee, condividono l’essere vertici del cosiddetto “triangolo di magia bianca”, anche se il capoluogo piemontese è al contempo considerato vertice di un “triangolo di magia nera” (assieme a Londra e San Francisco. Una credenza che trae origine dalla frequentazione di tali città, tra il quindicesimo e il diciassettesimo secolo, di personaggi ritenuti celebri maghi,astrologhi o alchimisti come Paracelso (Theophrastus Bombastus von Hohenheim, 1493-1541), Nostradamus, (Michel de Nostredame, 1503-1566), il conte di Saint German (1712-1784) e Cagliostro (Giuseppe Giovanni Battista Vincenzo Pietro Antonio Matteo Balsamo, 1743-1795).


Assieme ad astrologi, maghi ed alchimisti Torino, Praga e Lione condividono le leggende relative all’esistenza di grotte alchemiche. Nel sottosuolo di Torino, in particolare, sarebbero celate tuttora 3 grotte, a cui secondo la leggenda si potrebbe tentare di accedere da sei diversi punti, solo tre dei quali conducono ciascuno a una grotta. Ad oggi non sono mai state ritrovate tali grotte, ritenute luoghi di massima concentrazione di energia dove i pensieri dell’inconscio umano, comprese le paure, possono essere materializzati.

La leggenda vuole anche che il principe Umberto di Savoia fosse riuscito a trovare l’ingresso che conduceva alla prima di essa, occultato nei pressi della fontana all’interno dei giardini reali, pochi giorni prima di trovare la morte nell’attentato organizzato dall’anarchico Gaetano Bresci a Monza, il 29 luglio 1900. Si sarebbe dunque materializzata una delle più grandi paure che un uomo di potere possa avere: subire un attentato mortale. In realtà, come detto, ad oggi non sono mai stati ritrovati passaggi segreti o grotte alchemiche, tanto meno nei giardini reali.


In compenso è nota da sempre l’esistenza di una fitta rete di cunicoli e passaggi sotterranei sotto Palazzo Madama e a vari palazzi aristocratici, oltre che di gallerieche partivano da ogni residenza sabauda per consentire ai Savoia di raggiungere indisturbati luoghi fuori città, la più famosa di tutte essendo la Galleria Reale, che congiunge Torino a Rivoli, così ampia da poter essere percorsa in carrozza. Sotto Piazza Castello, in particolare, si trovano decine di gallerie che collegavano tra loro tutti i palazzi del potere oltre che le principali installazioni militari.

Potrebbero celarsi tra esse le grotte alchemiche? Visto che della rete di 14 chilometri che complessivamente si dipana nel sottosuolo di Torino buona parte non è accessibile per motivi di sicurezza, non si può dare una risposta certa a questa domanda. Una cosa è certa: il fascino misterioso e un po’ alchemico di Torino è destinato a rimanere immutato nei secoli anche grazie alle sue leggende che paiono avere comunque un qualche fondamento di verità.
 

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