FACEBOOK PRESENTA LA REALTA' VIRTUALE - IL GRANDE FRATELLO PRENDE FORMA -

Care le mie pecorelle che, come il sottoscritto, belano alla Luna (altro che lupi ululanti…), la notizia del giorno è che il buon Mark Zuckerberg, il 32enne inventore/creatore/deus ex machina del
social più amato del mondo, sta testando la realtà virtuale.
Voi direte: ma come, il Grande Fratello?
Ma no, santo cielo, la realtà virtuale sul serio! Quella vera!
Allora, già definire vero qualcosa di virtuale è di per sé un ossimoro, ma il problema che ci viene messo davanti è proprio questo. Quel furbacchione del giovinastro sta lavorando per approntare sistemi che rendano l’accesso alla realtà virtuale alla portata di tutti.


Se fosse messa lì come qualcosa di puramente ludico, alla stregua di una nuova consolle di gioco, non ci sarebbe di che inorridirsi; il problema è che il saputello e i suoi accoliti hanno “sicuramente” in testa qualcos’altro. E questa non è una mera speculazione, dal momento che oggi non possiamo più parlare di nulla come tale, perché ogni cosa che esce dalle “menti di controllo” ha una sua ben precisa ragion d’essere. Non è un caso se le ho chiamate così, dal momento che ciò che preme di più al mondo dell’intrattenimento, dell’informazione e dell’economia è proprio arrivare ad un controllo capillare delle menti di noi poverelli.
Il Corriere della Sera di oggi (23 Febbraio 2016) ci mette di fronte un bell’articolo:
“Realtà virtuale, paura reale: la foto di Zuckerberg che fa venire i brividi” scritto da Paolo Ottolina.
Leggere per credere a questo LINK

Allora, quella volpe di Mark ha detto, dal palco di Samsung al Mobile World Congress, queste parole: “La realtà virtuale è la piattaforma del futuro. Cambierà le nostre vite.”
Senti un po’, Markino, sappi che le nostre vite sono già abbastanza incasinate senza che ti ci metta pure tu a mandarcele a gambe all’aria! (Posto, ovviamente, che anche Facebook ha avuto un bell’impatto e non solo positivo.)
Tornando all’articolo di Ottolina, la foto di cui parla è l’immagine del Zuck che cammina, sorridente e contento, in mezzo a una platea di persone che hanno un visore sugli occhi e che non si accorgono del passaggio del ragazzotto più ricco del mondo. Questa gente sta partecipando a un test di realtà virtuale.


La foto in questione, una volta pubblicata, ha messo in moto un serie di perturbazioni sfociate in migliaia di commenti negativi, scritti da persone che hanno avuto una visione del futuro peggio di come gliel’avevano presentato film come “Matrix” o libri come “1984”.

Perché una reazione così negativa? Ed è giustificata tanta paura?
Pensateci un attimo: già ora, nel 2016, siamo lobotomizzati da una informazione televisiva/giornalistica scandalosa, dove ci viene detto sempre quello che dobbiamo sapere e poco altro. Persino l’immenso catino di internet è caduto nella disinformazione, tanto che risulta abbastanza difficile riuscire a capire qual è la notizia vera da quella che invece è una stronzata colossale.
Tu dirai, lettore, che anche questa notizia di cui parlo è tratta da una testata giornalistica… E hai ragione a dirlo. Ma è ciò che la notizia nasconde, il vero problema, non quello che il giornalista ci riporta (con l’avvallo della Direzione, non dimentichiamolo).
Già, cosa c’è dietro?



Va detto, per onestà intellettuale, che abbiamo già avuto modo di testare altre fughe dalla realtà e che, in un modo o nell’altro, sono finite nelle nostre case.
La televisione è sicuramente quella più massicciamente presente, ma si tratta pur sempre di un canale evasivo passivo, nel senso che può arrivare a stordirci con le sue cazzate, ma possiamo sempre riuscire a spegnerla.
I videogames, attraverso consolle sempre più progredite e avvolgenti, hanno massacrato e massacrano milioni di giovani e medio-giovani; qui l’impatto è assai più destabilizzante e se non ci credete (perché non vi siete cimentati o mai abbastanza) provate pure. La dipendenza che creano i videogiochi di ultima generazione è davvero pazzesca. Però, anche qui possiamo registrare la possibilità di uscirne, magari con un aiutino esterno, qualsiasi esso sia.
Il web, nella forma dei social network, è un ulteriore passo avanti nella “dominazione mentale” che ci è stata messa tra le mani. C’è davvero un numero imprecisato di persone, nel mondo, incapace di sopravvivere se non si connette per controllare chi ha postato cosa, quando, perché, dove e senza chiedersi la cosa più semplice: ma me ne frega una beneamata pippa o no? Il web, pur avendo sicuramente dei lati molto positivi, nella dimensione dei social sta diventando terribilmente pericoloso perché pare non esistere una forma di auto-controllo per limitarne i danni.
È utile, a proposito degli ultimi due casi, registrare che persino la psichiatria e la psicologia stanno iniziando a esaminare una casistica di dipendenza come per il gioco d’azzardo (ludopatia).

Torniamo alla domanda di poco fa: cosa c’è dietro la notizia della possibile creazione di una vera e propria realtà virtuale alla portata di tutte le tasche?
Beh, care anime in balia della rete, c’è che se già ora una massa imprecisata di persone segue e si abbandona agli schermi più disparati per non sentire/non vedere la realtà che viviamo, la possibilità di una fuga completa da essa potrebbe essere il passo definitivo per renderci tutti quanti una massa di burattini. Più di quanto abbiamo dimostrato di poter essere fino a ora.


Vedete, il principio alla base della realtà virtuale è quello di far vivere al soggetto una vera immersione in “un altro tipo di realtà”, qualcosa di piacevole, di avvolgente, di carezzevole ed emolliente per i nostri sensi troppo provati dai pensieri, dalle preoccupazioni e dalle ansie che “il mondo reale” ci sbatte sul muso.
All’origine di questa invenzione (sono decenni che la fantascienza si cimenta con l’argomento e che la scienza prova a realizzarla) vi è il desiderio di proporre qualcosa di alternativo alla soffocante quotidianità. La cosa è di una genialità spietata e di un cinismo assoluto.
Invece di trovare il modo di riavvicinare le persone alla propria dimensione di “parte del tutto”, cioè di riaccostare l’umana condizione al pianeta che la ospita e alle sue inconfutabili bellezze, si crea un mondo altro dove recuperare pace e serenità.
La schiavitù subdola e strisciante dietro a questa mossa è palese.

Chi si è spaventato alla notizia che il volpino Zuck stia testando un simile congegno ne ha ben donde. Ciò che non si comprende, malgrado sia ovvio che la stupidità umana sembra essere direttamente proporzionale al progresso scientifico, è perché non sia insorto il mondo intero di fronte a tale informazione.
Temo, ahimè, che la risposta sia da cercare nel desiderio di molti bipedi-quasi-pensanti di voler provare comunque questa nuova frontiera tecnologica come se fosse un giochetto da nulla. Eppure, l’impatto devastante che gli smartphone hanno avuto su di noi dovrebbe farci riflettere attentamente, perché questo piccolo affare maledetto (che uso anche io, ci mancherebbe…sono uno della massa, cosa credete!) è riuscito a cancellare in pochi anni tutte quelle stupende relazioni umane che prima erano ad appannaggio di incontri veri, incroci di sguardi, fiumi di parole, scontri tattili e molto altro.
Cosa succederà con la realtà virtuale quando sarà a disposizione di tutti?
Mi sa che non lo voglio sapere…

“Venghino siori, venghino!
Che la bella vita l’è servita e la costa poco!”
…l’è solo finta…ma non lo sapete…


di Rolando Cimicchi – Redazione Hackthematrix

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