MISTERO IN ANTARTIDE - L'ANOMALIA MAGNETICA DEL LAGO VOSTOK

Già nel 2008 in un intervista realizzata dal Project Camelot Robert Dean parla del Lago Vostok, un grandissimo lago di acqua dolce che si trova sotto la profondità
dei ghiacciai dell'Antartide e del fatto che in questo grande lago alcuni satelliti siano riusciti a scorgere una massa concentrata di metallo dalla forma circolare di notevole dimensioni. L'anomalia in fondo al lago Vostok, viene chiamata MASCON e la scoperta, oltre ad essere altamente classificata, sembrerebbe essere, sempre secondo Dean, come una tra le cose più importanti mai ritrovate.



Bob Dean

Robert Dean è stato impegnato nel campo della ricerca UFO per gli ultimi 40 anni. Cominciò la sua ricerca mentre era in servizio attivo nell’esercito degli Stati Uniti, in cui militò per 27 anni. Si ritirò dall’Esercito nel 1976, da veterano altamente decorato, dopo aver combattuto come comandante di unità di Fanteria in Corea e Vietnam. Prestò servizio anche nelle operazioni di spionaggio, con incarichi di qualifica "Cosmic top secret". Mentre eseguiva questo incarico fu di aiuto nel trasferimento del Quartier Generale in Belgio. Dean lavorò nel Reparto Operazioni ed è stato membro dello Staff di Comando Interno e, in tale contesto, ha operato per conto di SAUCER (Comandante Supremo Alleato Europeo), che ha incontrato pressoché ogni giorno.

E’ stato vice sceriffo dello stato dell’Arizona ed ex direttore della Sezione della Contea di Prima per il Mutual Ufo Network, MUFON. Egli è tuttora membro del MUFON, senza incarichi. E’ anche membro del centro per gli studi sugli UFO (CUFOS), nonché membro dell’Ancient Astronauts Society. Fu inoltre per ben 12 anni membro del Comitato Direttivo dell’Organizzazione di Ricerca dei Fenomeni Aerei ( APRO).

E’ laureato in Storia Antica, Psicologia e Filosofia, all’università dell’Indiana e ha completato studi estensivi in Archeologia e Teologia.
Il lago Vostok è il più grande degli oltre 70 laghi subglaciali che si trovano sotto la calotta di ghiaccio dell'Antartide. Si trova in profondità nell'area glaciale vicino alla base russa Vostok, nell'Antartide orientale, ed è un lago di acqua dolce.

Gli scienziati russi e britannici scoprirono il lago nel 1994, e poterono confermarne senza dubbio l'esistenza nel 1996 grazie alla combinazione di diversi dati, tra cui anche grazie misurazioni radar che penetrarono nel ghiaccio profondo, misurazioni batimetriche radar dallo spazio, e l'analisi di onde sismiche prodotte. A causa della sua posizione al di sotto del ghiaccio si tratta del lago più intatto e più antico della terra: le sue acque ed il suo microambiente hanno probabilmente milioni di anni di età. Poiché il lago, a causa della sua temperatura media di -3 °C, non è completamente ghiacciato, è oggetto di ricerche attuali.

Storia delle ricerche
Nel 1974 dei ricercatori russi raggiunsero la Stazione Vostok, il luogo più freddo conosciuto della terra (-89,4 °C) per finalità di ricerca della storia climatica terrestre. Nel 1990 si iniziò il prelevamento di carote di ghiaccio per fini di ricerca climatologica da parte di basi russe, francesi e americane. Come si poté constatare in seguito, le trivellazioni si trovano direttamente sul lago Vostok. La trivellazione venne portata avanti e bloccata solo nel 1999, a 150 m di distanza dal lago, in seguito ad alcuni accordi internazionali, per evitare una contaminazione del lago. Questo dipende soprattutto dal fatto che vennero usati cherosene e freon per tenere aperto il buco di trivellazione. Dall'analisi delle carote di trivellazione si poté constatare tuttavia che gli ultimi 60 metri non sono più costituiti da ghiaccio di calotta, ma da acqua lacustre ghiacciata. La maggior parte dei rilievi svolti finora sul lago Vostok derivano da questa trivellazione.

Ricerche recenti
Nel gennaio 2006 i due ricercatori di geofisica della Columbia University Robin Bell e Michael Studinger, annunciarono su Geophysical Research Letters la scoperta di altri due laghi sotto la calotta di ghiaccio antartica; denominati "Lago 90 Gradi Est" e "Sovetskaya".

Si pensa, inoltre, che i laghi antartici possano essere connessi da una rete di fiumi subglaciali. Sempre nel 2006 i glaciologi Duncan Wingham (University College, London) e Martin Siegert (Università di Bristol, oggi Università di Edimburgo) pubblicarono sulla rivista Nature l'ipotesi che molti dei laghi subglaciali antartici siano, almeno temporaneamente, interconnessi. A causa delle variazioni di pressione dell'acqua nei singoli laghi, si possono improvvisamente formare fiumi subglaciali che muovono grosse massa d'acqua attraverso il ghiaccio.

Per provare l'eventuale esistenza di forme di vita nelle acque del Lago Vostok senza il rischio di contaminazioni esterne, il Jet Propulsion Laboratory ha studiato un progetto che prevede l'uso di una prima sonda (chiamata "cryobot") che avrebbe il compito di penetrare nella calotta ghiacciata in corrispondenza del lago sciogliendone il ghiaccio soprastante. La sonda sarebbe collegata alla superficie mediante un cavo per le trasmissioni e l'alimentazione. All'interno di essa troverebbe posto un piccolo sommergibile (chiamato "hydrobot") che verrebbe rilasciato non appena il cryobot avrebbe raggiunto il lago. L'hydrobot, a questo punto, navigherebbe nel lago per studiarlo mediante una telecamera ed altri strumenti.
Una citazione di Dean
"Lasciate che vi spieghi qualcosa. Potrei raggiungere la mia tomba entro pochi anni portando con me molti segreti. Ve ne sono alcuni che non rivelerò mai, perché sono così terribili da spezzare il cuore.... Sto violando il mio giuramento di segretezza solo e soltanto su questo argomento perché sono fermamente convinto che la gente abbia il diritto di sapere la verità, e ne ha bisogno. E come mi capita di dire spesse volte una volta che la gente prenderà coscienza di questa realtà, una volta che si renderà conto che non siamo soli e che non lo siamo mai stati, questa conoscenza, secondo me causerà un’espansione della coscienza della razza umana che ci porterà ad essere un unico popolo".


Lago VOSTOK in Antartide: misteriosa anomalia magnetica, non si può nemmeno sorvolare il lago.
Racconto di un fatto reale accaduto recentemente: due donne australiane attraversano il continente antartico sugli sci; una volta giunte sono state prelevate con la forza di una squadra americana e messe in isolamento in un luogo non precisato sotto l’autorità americana. Altro non è stato detto e da allora non si è saputo che fine abbiano fatto le due malcapitate.

L’unica cosa certa e’ che la loro scomparsa cela un mistero collegato con l’ultimo collegamento radio e la base di Casey, stazione australiana, nella quale affermavano che “avevano visto qualcosa di cui volevano assolutamente riferire, ma di cui non osavano parlare per via radio per timore di essere captate”. E’ servito a poco, perché sono state intercettate e isolate rendendo ancora più fitto il mistero.

Che cosa sta succedendo nel cuore dell’Antartide?

Cosa hanno visto le due donne che non dovevano vedere?

Fino agli settanta era solo il nome di una stazione di ricerca dell’ex-unione sovietica. Poi, si iniziò a esplorare il sottosuolo dei ghiacci con il gladio-radar, strumenti elettronici realizzati per compiere le indagini glaceologiche da quote comprese tra i 300 e 600 mt. dal suolo.

Fu evidenziata una zona piatta e anomala sulla superficie; gli echi dei radar indicavano che c’era una variazione nella natura del substrato del ghiaccio, ma soprattutto un contatto tra ghiaccio ed acqua liquida; la conclusione è che sotto la calotta glaciale poteva esserci un proprio e vero lago d’acqua liquida!

A circa 3.800 mt. di profondità, la temperatura è di soli –4 gradi!



«Secondo un breve annuncio dato oggi [21 febbraio], la NASA e il JPL (Jet Propulsion Lab) hanno terminato ogni ulteriore studio del Lago Vostok in Antartide.

«In un’apparente scivolata nel confidenziale, la portavoce Debra Shingteller ha alluso a “questioni di sicurezza nazionale” che hanno consentito alla NSA di assumere il totale controllo di quello che era stato un tentativo internazionale di esplorare un vasto lago sotto il ghiaccio nei pressi della stazione di ricerca russa Vostok.

«La signora Shingteller è stata immediatamente allontanata dal podio, e un’assistente ha risposto alle numerose domande con la stessa risposta – “il progetto è stato bloccato a causa di problemi di natura ambientale” e non si attendevano ulteriori commenti. «Il numeroso gruppo di addetti stampa è rimasto a rumoreggiare mentre gli ufficiali lasciavano il palco. La signora Shingteller non ha risposto a ripetuti tentativi di contatto».

Quanto sopra è il resoconto di un addetto stampa ufficiale del JPL che ha assistito all’annuncio. Segue parte di una lettera scritta a un redattore di «Scientific American» (che ha chiesto l’anonimato). Le foto relative sono state divulgate nel gennaio 2001 dalla NASA, apparentemente per errore. Non sono più disponibili presso l’archivio ufficiale.

«Approssimativamente a 300 miglia dal Polo Sud si trova un lago, un lago molto grande. E’ il lago Vostok. Inoltre è collocato ad oltre ¾ di miglio al di sotto dello strato di ghiaccio continentale. Le foto migliori del Lago Vostok sono dallo spazio, dove il profilo è chiaramente visibile. Gli attuali studi condotti con emissioni radar che penetrano il ghiaccio indicano che in certi punti l’acqua è profonda sino a 2000 piedi (circa 700 metri, ndt), e si trova al di sotto di una cupola alta sino a ½ miglio (circa 800 metri, ndt).

«Le stime per la luce che filtra sino alla superficie del lago indicano qualcosa di simile a una “continua luce di primo mattino” durante i mesi estivi dell’Antartide. Le immagini termografiche indicano una stupefacente temperatura media dell’acqua pari a 50 gradi (non è specificato, ma crediamo si tratti di Celsius, ndt) con “punti caldi” che arrivano a 65. Ciò si può attribuire soltanto a fonti sotterranee di calore geotermico. Lunga 300 miglia e larga 50, l’atmosfera incapsulata dovrebbe essere in grado di ripulirsi tramite l’interazione col lago e forse con forme di vita vegetale.

«Un altro possibile sistema di interazione atmosferica con l’ambiente del lago potrebbero essere quelle che vengono chiamate “bolle geotermiche”. Si tratta di migliaia di bolle nello strato di ghiaccio, che si trovano in circa 200 miglia quadrate di “dune ghiacciate”, scoperte recentemente dallo scienziato russo Ivan Toskovoi, che si trovava presso la stazione di ricerca Vostok sino alla sua scomparsa nel marzo del 2000. Il diametro delle bolle esaminate varia da pochi a diverse centinaia di piedi.

«Probabilmente eccitante quanto tutti i dati divulgati sinora, è la scoperta tramite immagini magnetiche che presso la parte settentrionale della linea costiera del lagovi è una fonte di energia magnetica estremamente potente. Sinora, nessuno ha suggerito una spiegazione per questa “anomalia” magnetica.

«Sino al febbraio 2000, almeno due squadre internazionali si stavano organizzando per scandagliare separatamente il lago. Disponevano entrambe di sensori robotizzati piuttosto simili, che avrebbero dovuto essere calati attraverso dei condotti (da perforare). Le squadre, basate presso la Cambridge University, Londra, erano finanziate dai governi di Gran Bretagna e Stati Uniti ed equipaggiate con tecnologia NASA.

«Per ragioni non chiare, entrambi i programmi sono stati rinviati indefinitamente, con la NASA che è arrivata al punto di negare qualsiasi coinvolgimento ed entrambi i governi che citano “preoccupazioni di carattere ambientale”. Una fonte indipendente, la quale ha visitato la base di ricerca norvegese che si trova 150 miglia ad est, ha affermato che negli ultimi sei mesi presso la stazione russa Vostok è arrivata una grande quantità di nuovo equipaggiamento e di personale. Questo è interessante, considerato l’attuale situazione finanziaria della Russia.
«Come nota finale c’è un messaggio verificato, proveniente da Casey Station (AU). La coppia di avventurose donne che il mese scorso stavano tentando di attraversare il continente sugli sci, e sono state prelevate da un aereo durante l’ultimo tratto del loro viaggio, non avevano richiesto l’intervento.

«Malgrado le proteste della squadra australiana a Casey, le due sono state portate via in aereo con un volo straordinario di 48 ore, ad opera di un gruppo delle Forze Speciali della marina statunitense al largo di Samoa. «Secondo il messaggio, le donne insistevano per riferire qualcosa di insolito che avevano visto. Le ultime notizie che le riguardano dicono che la coppia rimane in “isolamento”».


Fonte

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