Robert Moss è storico, giornalista, scrittore, poeta. Da uno dei suoi scritti: “Libro del sognatore dei morti”, riportiamo un passo significativo: “…Molti di noi desiderano contattare i loro amati defunti. Ci mancano… ci tormentiamo per averne il perdono o chiudere le cose rimaste in sospeso. Desideriamo anche ardentemente di sapere se c’è la vita dopo la morte fisica. Questa è una delle principali ragioni per cui la gente ricorre ai medium.
allora vi dico un segreto: noi non abbiamo bisogno di medium per parlare con i trapassati, ma possiamo avere comunicazioni dirette con loro, tempestivamente ed in modo vantaggioso, solo prestando attenzione ai nostri sogni dove li incontriamo ogni notte. Qualche volta loro vengono per guidarci o rassicurarci sulla vita dopo la morte; qualche volta sono loro invece ad aver bisogno del nostro aiuto, perchè sono smarriti e confusi o hanno bisogno di perdono. I sogni dei defunti ci aiutano, quindi, ad avere una conoscenza di prima mano su ciò che succede dopo la morte fisica.
Una delle cose più crudeli che la dominante cultura Occidentale ha fatto, è stata quella di insinuare che la comunicazione con i trapassati sia impossibile ed innaturale. Non c’è niente di sinistro o di soprannaturale in tutto ciò, sebbene queste esperienze ci portino, ovviamente, oltre la realtà fisica. L’intima connessione tra sogni e defunti è insita nel nostro linguaggio. La parola inglese “dream” e la parola tedesca “traum” sono entrambe legate alla parola “draugr” del Germanico Antico, che significa appunto “visita dai defunti”.
Il modo più semplice per i defunti di comunicare con i viventi è proprio attraverso i sogni, sebbene essi, come i viventi, non riescano spesso a capirlo. Una volta tanto, Hollywood ha ragione. Nel film “Il Sesto Senso” un ragazzino dotato di poteri paranormali riesce a vedere e a parlare con i defunti. Aiuta e consola così un uomo che è morto, inizialmente confuso sulla sua situazione e che non riesce a parlare con sua moglie. Il ragazzo dice allora all’uomo morto: “Parla con lei nei suoi sogni, solo allora lei ti sentirà”.
Nella maggior parte dei sogni il defunto appare vivente, e molto spesso il sognatore è inconsapevole che la persona sia morta fino al suo risveglio. La ragione è che i defunti sono veramente vivi benché non nel mondo fisico. I defunti possono apparire come il sognatore li ricorda negli ultimi giorni della loro vita fisica, specialmente nei primi sogni. Col tempo, è invece abbastanza comune che i defunti alterino il loro aspetto, si scrollino di dosso i segni dell’età e dei disturbi corporei e si presentino sani e affascinanti. Le persone che muoiono in tarda età, spesso riappaiono come se avessero una trentina d’anni.
Dopo la morte di mio padre nel 1987, lui appariva frequentemente nei miei sogni per darmi consigli sulla famiglia, e portarmi specifiche e pratiche informazioni alle quali io non avrei potuto accedere nella vita da sveglio. Per esempio, mi diede il nome di un agente immobiliare dall’altra parte del Pacifico – qualcuno a me sconosciuto – che si mosse con grande rapidità e umanità per aiutare mia madre a vendere la sua casa e a risistemarsi in una comunità, dove poi trascorse gli anni più felici della sua vita. Mio padre, inoltre, in sogno andò a trovare mia figlia, che era molto dispiaciuta per non averlo mai conosciuto nella vita fisica; lui si mostrò a lei come un cavallerizzo di bell’aspetto, di circa 30 anni mentre stava cavalcando. Grazie ai molti incontri nei sogni con mio padre, posso affermare con certezza che un caro defunto riesce ad essere l’angelo della famiglia.
Dopo la sua morte, il mio prediletto professore universitario in Australia, iniziò ad apparirmi nei sogni come un insolito professore di storia, insegnandomi che ognuno di noi appartiene ad una famiglia di personalità in differenti tempi e dimensioni, i cui eventi sono messi in scena oggi.
In tutta la mia vita ho sognato defunti ed ho lavorato su migliaia di sogni di defunti condivisi con me da altri. Il defunto, in alcuni di questi sogni, potrebbe rappresentare solo un aspetto della personalità del sognatore o del suo patrimonio genetico, o un messaggio mascherato, proveniente dalla parte più profonda di noi stessi, ma la maggior parte di questi sogni sembra riguardare incontri interpersonali.
Ho osservato che ci sono tre principali modi in cui il defunto interagisce con noi nei sogni:
1) Ci fanno sapere che sono ancora vicini a noi. La dimensione che separa i vivi dai morti è esattamente tanto ampia quanto il “filo di una foglia d’acero” disse il profeta Handsome Lake, il Seneca indiano. Abbastanza frequentemente i sogni dimostrano che i defunti sono presenti, semplicemente perché non sono mai andati via. Una donna californiana sognò di entrare nella sua stanza da letto e di trovare il suo fidanzato sul sofà che guardava la Tv. Sorpresa, lei gli chiese cosa stesse facendo lì. Lui rispose “Sto guardando la Tv…”. Non sembrava cioè consapevole di essere morto!
I defunti possono ‘soffermarsi’ perché non hanno terminato qualcosa o desiderano agire come guida e proteggere la loro famiglia, o perché sono attaccati alle persone e ai posti che hanno amato nella vita, e questa potrebbe essere la loro felice collocazione per un anno o due, ma viene poi il tempo in cui i nostri defunti sentono il bisogno di andare avanti nella loro evoluzione.
Poiché la nostra società fa poco per preparare la gente alla vita che li attende nell’aldilà,molte persone quando sono trapassate, non sapendo di essere morte, gironzolano in una sorta di limbo, bloccati tra i familiari ed i luoghi terreni. Dopo la morte noi continuiamo ad essere guidati dai nostri interessi, dai desideri e dalle nostre inclinazioni. Quindi, alcuni di quelli che sono morti ma non completamente trapassati, continuano ad alimentare i loro desideri attraverso i vivi.
Quando i defunti rimangono legati alla terra, gli effetti sono malsani sia per se stessi che per i viventi ai quali sono uniti. Quando i morti sono uniti ai vivi, il risultato è una confusione reciproca, con perdita di energia e trasferimento di inclinazioni, ossessioni e persino disturbi fisici, dal defunto alla persona il cui campo energetico è condiviso.
Aiutare il defunto può significare impegnarsi in un amoroso dialogo, un semplice rituale di onore e commiato, e invocare le guide spirituali. Quando noi diventiamo sognatori attivi, familiarizziamo con la geografia dell’aldilà e possiamo entrare a far parte del novero di coloro che sono chiamati a fornire servizi di aiuto, per istruire i nostri defunti sulle scelte da fare nell’aldilà. William Butler Yeats afferma: “I viventi possono assistere l’immaginazione dei morti”.
2) I defunti ci fanno visita. La maggior parte delle persone che ricordano i sogni, possono ricordarne uno nel quale qualcuno dall’altra parte fa una chiamata telefonica, manda una lettera o, semplicemente, bussa alla porta o si ferma al capezzale. I nostri defunti tornano a noi nei sogni, per tutte le ragioni per le quali avrebbero potuto essere chiamati da noi nella vita fisica – includendo il semplice desiderio di dirci cosa stanno facendo e vedere come noi ci stiamo comportando – e per molte altre ragioni: donarci emozioni, informazioni utili, istruirci sulla vita dopo la morte e la realtà del mondo al di là di quello fisico.
I nostri defunti potrebbero venire a visitarci per offrire o ricevere perdono. Potrebbero venire a mostrarci quanto essi stanno facendo dall’altra parte e possono anche essere ottimi consiglieri, quando acquistano lucidità e sono consapevoli che essi non sono limitati dalle regole dello spazio e del tempo. Possono essere ottimi consiglieri sulla salute e sulla famiglia.
La mia amica Wanda Burch ha ricevuto molti sogni contenenti possibili avvisi riguardo la sua salute, e fu alla fine spinta a rivolgersi alla medicina, quando il suo defunto padre le si presentò in sogno col camice bianco da dottore e le urlò: ”Tu hai un cancro al seno”. L’intervento di suo padre in sogno la portò sul sentiero della guarigione meravigliosamente descritto nel libro: “She who dreams”. I nostri defunti potrebbero visitarci nei sogni anche per prepararci alla morte e rassicurarci sul fatto che dall’altro lato noi abbiamo degli amici.
3) Nei sogni viaggiamo nei regni dei trapassati. Nei nostri sogni, noi siamo liberi dalle leggi della realtà fisica e viaggiamo in altre dimensioni, compresi i luoghi dove i morti vivono. Attraverso sogni di questo tipo, noi possiamo iniziare a sviluppare una personale geografia (mappa) dell’aldilà, che sarà ampiamente arricchita quando impareremo l’arte del “conscious dream travel”, che è il cuore del mio insegnamento e della mia ricerca.
Nei miei workshop, spesso invito i partecipanti a concentrarsi su un sogno o sul ricordo di una persona defunta e a farlo con l’intenzione di viaggiare – con l’aiuto di un tamburo sciamanico. Tramite questi viaggi noi abbiamo messo insieme molteplici ed affascinanti dettagli su centri di accoglienza, zone di transizione, posti di recupero e inoltre piani di informazione ed istruzione nell’aldilà. Abbiamo imparato che più di un veicolo dell’anima sopravvive alla morte fisica, e che ognuno di noi ha un differente destino. Abbiamo esplorato molti luoghi dell’aldilà plasmati dall’immaginazione umana e sistemi di credenza collettiva.
Viaggi visionari di questo tipo, hanno una lontana origine. Attraverso le varie ere e culture, la maggior parte delle società umane ha tenuto in considerazione la conoscenza dell’aldilà, e ciò che conosciamo a riguardo, sono molto spesso il prodotto dei sogni e delle esperienze visionarie delle persone.
Se noi conoscessimo tramite esperienza diretta che c’è vita dopo la morte, potremmo affrontare le scelte e le sfide di questa esistenza più facilmente e con maggiore coraggio. Se fossimo coscienti del nostro futuro modo di esistere nell’aldilà, sarebbe più difficile rimanere bloccati o confusi, dopo aver lasciato i nostri corpi fisici.
Se noi stessimo per intraprendere un viaggio, ci sarebbe utile avere una mappa. Il ‘Lakota’ dice che il sentiero dell’anima nei sogni è lo stesso sentiero delle anime dopo la morte. Credo che questo sia esatto. I nostri sogni ed i nostri cari defunti ci mostreranno la strada giusta”.
Tratto da: “Libro del sognatore dei morti” di Robert Moss
Rivisto da www.fisicaquantistica.it
Una delle cose più crudeli che la dominante cultura Occidentale ha fatto, è stata quella di insinuare che la comunicazione con i trapassati sia impossibile ed innaturale. Non c’è niente di sinistro o di soprannaturale in tutto ciò, sebbene queste esperienze ci portino, ovviamente, oltre la realtà fisica. L’intima connessione tra sogni e defunti è insita nel nostro linguaggio. La parola inglese “dream” e la parola tedesca “traum” sono entrambe legate alla parola “draugr” del Germanico Antico, che significa appunto “visita dai defunti”.
Il modo più semplice per i defunti di comunicare con i viventi è proprio attraverso i sogni, sebbene essi, come i viventi, non riescano spesso a capirlo. Una volta tanto, Hollywood ha ragione. Nel film “Il Sesto Senso” un ragazzino dotato di poteri paranormali riesce a vedere e a parlare con i defunti. Aiuta e consola così un uomo che è morto, inizialmente confuso sulla sua situazione e che non riesce a parlare con sua moglie. Il ragazzo dice allora all’uomo morto: “Parla con lei nei suoi sogni, solo allora lei ti sentirà”.
Nella maggior parte dei sogni il defunto appare vivente, e molto spesso il sognatore è inconsapevole che la persona sia morta fino al suo risveglio. La ragione è che i defunti sono veramente vivi benché non nel mondo fisico. I defunti possono apparire come il sognatore li ricorda negli ultimi giorni della loro vita fisica, specialmente nei primi sogni. Col tempo, è invece abbastanza comune che i defunti alterino il loro aspetto, si scrollino di dosso i segni dell’età e dei disturbi corporei e si presentino sani e affascinanti. Le persone che muoiono in tarda età, spesso riappaiono come se avessero una trentina d’anni.
Dopo la morte di mio padre nel 1987, lui appariva frequentemente nei miei sogni per darmi consigli sulla famiglia, e portarmi specifiche e pratiche informazioni alle quali io non avrei potuto accedere nella vita da sveglio. Per esempio, mi diede il nome di un agente immobiliare dall’altra parte del Pacifico – qualcuno a me sconosciuto – che si mosse con grande rapidità e umanità per aiutare mia madre a vendere la sua casa e a risistemarsi in una comunità, dove poi trascorse gli anni più felici della sua vita. Mio padre, inoltre, in sogno andò a trovare mia figlia, che era molto dispiaciuta per non averlo mai conosciuto nella vita fisica; lui si mostrò a lei come un cavallerizzo di bell’aspetto, di circa 30 anni mentre stava cavalcando. Grazie ai molti incontri nei sogni con mio padre, posso affermare con certezza che un caro defunto riesce ad essere l’angelo della famiglia.
Dopo la sua morte, il mio prediletto professore universitario in Australia, iniziò ad apparirmi nei sogni come un insolito professore di storia, insegnandomi che ognuno di noi appartiene ad una famiglia di personalità in differenti tempi e dimensioni, i cui eventi sono messi in scena oggi.
In tutta la mia vita ho sognato defunti ed ho lavorato su migliaia di sogni di defunti condivisi con me da altri. Il defunto, in alcuni di questi sogni, potrebbe rappresentare solo un aspetto della personalità del sognatore o del suo patrimonio genetico, o un messaggio mascherato, proveniente dalla parte più profonda di noi stessi, ma la maggior parte di questi sogni sembra riguardare incontri interpersonali.
Ho osservato che ci sono tre principali modi in cui il defunto interagisce con noi nei sogni:
1) Ci fanno sapere che sono ancora vicini a noi. La dimensione che separa i vivi dai morti è esattamente tanto ampia quanto il “filo di una foglia d’acero” disse il profeta Handsome Lake, il Seneca indiano. Abbastanza frequentemente i sogni dimostrano che i defunti sono presenti, semplicemente perché non sono mai andati via. Una donna californiana sognò di entrare nella sua stanza da letto e di trovare il suo fidanzato sul sofà che guardava la Tv. Sorpresa, lei gli chiese cosa stesse facendo lì. Lui rispose “Sto guardando la Tv…”. Non sembrava cioè consapevole di essere morto!
I defunti possono ‘soffermarsi’ perché non hanno terminato qualcosa o desiderano agire come guida e proteggere la loro famiglia, o perché sono attaccati alle persone e ai posti che hanno amato nella vita, e questa potrebbe essere la loro felice collocazione per un anno o due, ma viene poi il tempo in cui i nostri defunti sentono il bisogno di andare avanti nella loro evoluzione.
Poiché la nostra società fa poco per preparare la gente alla vita che li attende nell’aldilà,molte persone quando sono trapassate, non sapendo di essere morte, gironzolano in una sorta di limbo, bloccati tra i familiari ed i luoghi terreni. Dopo la morte noi continuiamo ad essere guidati dai nostri interessi, dai desideri e dalle nostre inclinazioni. Quindi, alcuni di quelli che sono morti ma non completamente trapassati, continuano ad alimentare i loro desideri attraverso i vivi.
Quando i defunti rimangono legati alla terra, gli effetti sono malsani sia per se stessi che per i viventi ai quali sono uniti. Quando i morti sono uniti ai vivi, il risultato è una confusione reciproca, con perdita di energia e trasferimento di inclinazioni, ossessioni e persino disturbi fisici, dal defunto alla persona il cui campo energetico è condiviso.
Aiutare il defunto può significare impegnarsi in un amoroso dialogo, un semplice rituale di onore e commiato, e invocare le guide spirituali. Quando noi diventiamo sognatori attivi, familiarizziamo con la geografia dell’aldilà e possiamo entrare a far parte del novero di coloro che sono chiamati a fornire servizi di aiuto, per istruire i nostri defunti sulle scelte da fare nell’aldilà. William Butler Yeats afferma: “I viventi possono assistere l’immaginazione dei morti”.
2) I defunti ci fanno visita. La maggior parte delle persone che ricordano i sogni, possono ricordarne uno nel quale qualcuno dall’altra parte fa una chiamata telefonica, manda una lettera o, semplicemente, bussa alla porta o si ferma al capezzale. I nostri defunti tornano a noi nei sogni, per tutte le ragioni per le quali avrebbero potuto essere chiamati da noi nella vita fisica – includendo il semplice desiderio di dirci cosa stanno facendo e vedere come noi ci stiamo comportando – e per molte altre ragioni: donarci emozioni, informazioni utili, istruirci sulla vita dopo la morte e la realtà del mondo al di là di quello fisico.
I nostri defunti potrebbero venire a visitarci per offrire o ricevere perdono. Potrebbero venire a mostrarci quanto essi stanno facendo dall’altra parte e possono anche essere ottimi consiglieri, quando acquistano lucidità e sono consapevoli che essi non sono limitati dalle regole dello spazio e del tempo. Possono essere ottimi consiglieri sulla salute e sulla famiglia.
La mia amica Wanda Burch ha ricevuto molti sogni contenenti possibili avvisi riguardo la sua salute, e fu alla fine spinta a rivolgersi alla medicina, quando il suo defunto padre le si presentò in sogno col camice bianco da dottore e le urlò: ”Tu hai un cancro al seno”. L’intervento di suo padre in sogno la portò sul sentiero della guarigione meravigliosamente descritto nel libro: “She who dreams”. I nostri defunti potrebbero visitarci nei sogni anche per prepararci alla morte e rassicurarci sul fatto che dall’altro lato noi abbiamo degli amici.
3) Nei sogni viaggiamo nei regni dei trapassati. Nei nostri sogni, noi siamo liberi dalle leggi della realtà fisica e viaggiamo in altre dimensioni, compresi i luoghi dove i morti vivono. Attraverso sogni di questo tipo, noi possiamo iniziare a sviluppare una personale geografia (mappa) dell’aldilà, che sarà ampiamente arricchita quando impareremo l’arte del “conscious dream travel”, che è il cuore del mio insegnamento e della mia ricerca.
Nei miei workshop, spesso invito i partecipanti a concentrarsi su un sogno o sul ricordo di una persona defunta e a farlo con l’intenzione di viaggiare – con l’aiuto di un tamburo sciamanico. Tramite questi viaggi noi abbiamo messo insieme molteplici ed affascinanti dettagli su centri di accoglienza, zone di transizione, posti di recupero e inoltre piani di informazione ed istruzione nell’aldilà. Abbiamo imparato che più di un veicolo dell’anima sopravvive alla morte fisica, e che ognuno di noi ha un differente destino. Abbiamo esplorato molti luoghi dell’aldilà plasmati dall’immaginazione umana e sistemi di credenza collettiva.
Viaggi visionari di questo tipo, hanno una lontana origine. Attraverso le varie ere e culture, la maggior parte delle società umane ha tenuto in considerazione la conoscenza dell’aldilà, e ciò che conosciamo a riguardo, sono molto spesso il prodotto dei sogni e delle esperienze visionarie delle persone.
Se noi conoscessimo tramite esperienza diretta che c’è vita dopo la morte, potremmo affrontare le scelte e le sfide di questa esistenza più facilmente e con maggiore coraggio. Se fossimo coscienti del nostro futuro modo di esistere nell’aldilà, sarebbe più difficile rimanere bloccati o confusi, dopo aver lasciato i nostri corpi fisici.
Se noi stessimo per intraprendere un viaggio, ci sarebbe utile avere una mappa. Il ‘Lakota’ dice che il sentiero dell’anima nei sogni è lo stesso sentiero delle anime dopo la morte. Credo che questo sia esatto. I nostri sogni ed i nostri cari defunti ci mostreranno la strada giusta”.
Tratto da: “Libro del sognatore dei morti” di Robert Moss
Rivisto da www.fisicaquantistica.it
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