Rapporto ONU spinge per un governo globale contro le future pandemie


19/05/2021 - Sorveglianza globale, potere di scavalcare i governi nazionali e indipendenza finanziaria sono i punti caldi delle “riforme” raccomandate dall’OMS



Kit Knightly – offGuardian



Un nuovo rapporto pubblicato dalle Nazioni Unite sostiene che la “pandemia” di Covid19 sarebbe stata prevenuta se l’ONU, e in particolare l’Organizzazione Mondiale della Sanità, avessero avuto più autorità globale.

Il rapporto si intitola Covid19: Make it the Last Pandemic (Covid19: rendiamola l’ultima pandemia) e contiene i risultati pubblicati dal “Independent Panel on Pandemic Preparedness and Response” (comitato indipendente per la preparazione e la risposta alle pandemie), i quali si concentrano su come prevenire le “pandemie” future.Ellen Johnson Sirleaf (a sinistra) e Ellen Clark (a destra), due dei principali autori del nuovo rapporto dell’OMS.

Questo pannello “indipendente” è presieduto dall’ex primo ministro neozelandese Helen Clark, dall’ex presidente della Liberia Ellen Johnson Sirleaf e da altre figure politiche (incluso il noto globalista David Miliband), ed è stato istituito lo scorso maggio dal direttore generale dell’OMS Tedros Adhanom Ghebreyesus. (Sinceramente, come un rapporto commissionato dall’OMS, che chiede di dare più soldi e potere all’OMS possa essere chiamato “indipendente” proprio non lo so).

Si può leggere tutto sul sito web dedicato al rapporto. (Perché un singolo rapporto dell’OMS abbia bisogno di un intero sito web tutto suo, di nuovo, non lo so).

Ci sarebbero molti contenuti da analizzare nelle ottantasei pagine del rapporto, ma le principali indicazioni sono:

1. Accrescere la leadership ai livelli più alti per prepararsi e per rispondere alle minacce contro la salute globale, così da garantire un’azione giusta, responsabile e multisettoriale.
2. Focalizzare e rafforzare l’indipendenza, l’autorità e il finanziamento dell’OMS.
3. Investire ora nella preparazione, al fine di creare competenze massimamente efficienti a livello nazionale, regionale e globale.
4. Stabilire un nuovo sistema internazionale di sorveglianza, convalida e allarme.
5. Stabilire una piattaforma pre-negoziata per strumentazioni e forniture.
6. Raccogliere nuovi finanziamenti internazionali per la preparazione e la risposta, considerate beni pubblici globali.
7. Organizzazione da parte dei vari stati di un coordinamento nazionale di alto livello per la preparazione e la risposta alle pandemie.

Tutto ciò può essere facilmente riassunto con “dare all’OMS (e ai suoi compari) più soldi e più potere”.

Ogni sezione delle loro raccomandazioni contiene diversi punti, troppi per esaminarli tutti. Però ci sono alcuni paragrafi che dovrebbero di certo far alzare un sopracciglio al lettore attento:


L’OMS deve stabilire un nuovo sistema globale di sorveglianza, basato sulla piena trasparenza di tutte le parti, utilizzando strumenti digitali all’avanguardia per collegare i centri informativi in tutto il mondo e includendo la sorveglianza della salute animale e ambientale, con adeguate protezioni dei diritti delle persone.

…Il che significa essenzialmente legalizzare programmi di sorveglianza globale su vasta scala; ovviamente con “protezioni appropriate dei diritti delle persone” (e vergognatevi di aver sospettato il contrario).

E poi si legge: “Le future dichiarazioni di una PHEIC (emergenza sanitaria pubblica di portata internazionale) da parte del direttore generale dell’OMS dovrebbero essere basate sul principio di precauzione, ove giustificato.”

…Ciò implica che il direttore generale dell’OMS avrà il potere di dichiarare una “pandemia” globale, non perché c’è con certezza una nuova malattia che uccide le persone, ma perché si sospetta che ci possa essere.

Essenzialmente, si assegna così al direttore generale dell’OMS il potere di creare una pandemia semplicemente ogni volta che ne sente il bisogno. Un po’ ironicamente, il comitato per la “prevenzione delle pandemie” sembra suggerire di rendere le “pandemie” molto più probabili.

Inoltre, il rapporto si dà un gran da fare per lodare i paesi che hanno applicato le misure “anti-Covid” più autoritarie.

In particolare, la Cina viene elogiata sia per la sua “identificazione rapida” del virus, sia per i lockdown incredibilmente severi. Un altro paese che darebbe il buon esempio è la Nuova Zelanda, che è stata anch’essa molto severa.

Al contrario, i paesi con presunti “scarsi risultati” nell’affrontare il Covid, benché non vengano mai nominati, sono universalmente criticati per “la negazione delle prove scientifiche”, “l’erosione della fiducia nelle misure sanitarie” e per avere leader che “apparivano scettici o sprezzanti” rispetto alla pandemia.

Il rapporto continua così per molto. Lodando ad ogni occasione la centralizzazione, la globalizzazione e il totalitarismo a spese della sovranità, dell’individualismo e della libertà. E mentre il rapporto può mascherare la sua agenda con un garbato linguaggio diplomatico, gli autori sono stati molto più schietti circa ciò che realmente intendono.

In un chiaro attacco alla sovranità nazionale, Helen Clark viene citata dal Guardian per aver dichiarato: “[La pandemia è stata] aggravata da una mancanza di leadership globale e di coordinamento delle tensioni geopolitiche e dei nazionalismi che indeboliscono il sistema multilaterale. Leadership e coordinamento globali dovrebbe agire per tenere il mondo al sicuro.”

Inoltre ha criticato i regolamenti attuali, che pongono limiti ai poteri dell’OMS: “[L’OMS] è stata ostacolata e non aiutata dai regolamenti e dalle procedure sanitarie internazionali”

È abbastanza ovvio quale sia il messaggio qui.

Nel corso della spropositata narrazione della “pandemia” di coronavirus abbiamo visto i governi nazionali di tutto il mondo usare la crisi fasulla per accrescere “temporaneamente” i loro poteri.

Ora le Nazioni Unite vogliono fare lo stesso, con la speranza di espandere il loro mandato di potere globale.

Kit Knightly




Scelto e tradotto da ernestW per ComeDonChisciotte

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