Il ritorno di Nibiru


Come già scritto nell’articolo la ricerca del Decimo Pianeta iniziò quando venne accertato che le orbite di Urano e Nettuno erano disturbate da un corpo celeste che non poteva essere Plutone.Nel momento in cui il sistema solare prese forma gli elementi leggeri vennero spinti all’esterno dalla radiazione del sole, di conseguenza i primi quattro pianeti
sono piccoli, solidi, ricchi di elementi pesanti. Al contrario i pianeti più lontani sono molto più grandi, gassosi e quindi formati da elementi leggeri. Quando nel 1930 venne individuato Plutone, in base alle anomalie di Urano, si pensò che il nuovo pianeta fosse grande e gassoso in modo da influenzare l’orbita di Urano. Plutone è però meno luminoso del previsto, la sua rotazione di sei giorni è tipica dei piccoli pianeti; possiede un orbita più estesa ed ellittica fuori di 17 gradi e quando raggiunge il perielio attraversa l’orbita di Nettuno e non può causare anomalie nelle orbite degli altri due pianeti a lui vicini. Per questo è iniziata la caccia al decimo pianeta (Pianeta X), sicuramente un gigante gassoso con una massa capace di causare le anomalie accertate ... Tale pianeta è stato segnalato due volte, la prima nel 1972 dall’astronomo Brady che ne calcolò addirittura l’orbita con un afelio di 150 milioni di chilometri dal sole, un orbita di 464 anni, un’eccessiva inclinazione e una massa tripla rispetto a Saturno. Ma un tale pianeta non poteva essere sfuggito alle frequenti osservazioni e quindi non esisteva, perché la sua massa avrebbe influenzato tutto il sistema e non solo due pianeti. La seconda rilevazione, più recente e affidabile, proviene dal satellite astronomico IRAS che avrebbe segnalato un oggetto nel profondo spazio; secondo la NASA il corpo avrebbe una massa tale da poter causare irregolarità nelle orbite di Urano e Nettuno.(1) Accertare la sua esistenza non permetterebbe solo di potere rispondere ad alcuni quesiti, come spiegare la concentrazione della terraferma in un solo lato del nostro pianeta o il ricorrente ciclo di cataclismi e misteriose estinzioni di massa, ma chiarirebbe alcuni simbolismi religiosi; il segno della Croce emblema del Pianeta dell’Attraversamento, che si pose sul crocevia dei cieli; il sette come uno dei numeri sacri; la terra difatti è il settimo pianeta iniziando a contare dal pianeta X. Sarebbero ampiamente chiariti gli eventi storici del bacino del Mediterraneo e dell’America del centro sud. Dalla fondazione di Gerico nell’8000 a.C., alla Grande Piramide e alle altre costruzioni megalitiche nel mondo, all’interesse delle varie culture per i calendari e l’astronomia, alla comparsa e improvvisa scomparsa di alcune civiltà come gli Olmechi, i Sumeri, gli Assiri e del popolo che costruì Tiahuanaco; alle linee di Nazca, alle sfere del Costarica, fino agli eventi catastrofici che si sono abbattuti nel Sinai, a Mohenjo Daro e a Creta. Per assurdo ci indicherebbe dove si trova l’inferno, l’ebraico Sheol del Vecchio Testamento che si riferisce al mondo dei defunti, l’Ade greco, il mondo inferiore, quello di sotto. Shehol, o She’hol, la fossa, la tomba comune, il luogo oscuro, quello dei defunti. La Dea Ereshkigal era chiamata anche "signora del luogo di sotto", ed era la padrona delle miniere dell’Africa sfruttate dagli Anunnaki discesi da Nibiru. Al suo regno si giungeva a mezzo di un traghetto; troppe coincidenze per negare che l’idea dell’Ade sia stata originata da tutto ciò. Il lavoro in miniera era massacrante; lontano dalla luce del sole, dalla vista del cielo indicato come luogo degli Dei; era un inferno. Comunque il grande interrogativo di oggi è: "Se veramente esiste quando tornerà Nibiru? All’inizio della prossima era precessionale?". Ne parliamo in un altro articolo. A questo punto bisogna considerare l’orbita di Nibiru indicata dai Sumeri; se l’ultimo passaggio si è verificato intorno al 200 a.C. e da quel tempo non si sono avute sue notizie, può darsi che il suo nuovo passaggio avvenga nel 3400. Ma perché fare riferimento alla precessione? Solo perché qualche profezia ne parla? Secondo gli indiani Hopi la Grande Purificazione avverrà oltre il 2011 e sarà contraddistinta da una nuova stella. I Dogon hanno profetizzato che una nuova stella riapparirà quando l’arca di Nommo discenderà dai cieli. La profezia Inca indica la fine del calendario nel 2013 quando un grande asteroide, tre volte Giove, passerà vicino alla Terra causando cataclismi disastrosi per l’umanità. Il Codice Biblico dice che finirà al settimo mese del 2026 quando la cometa "Swift Tuttle" ritornerà nel sistema solare. Secondo Fulcanelli, tra la fine dell’era dei Pesci e l’inizio dell’Acquario, si verificherà un cataclisma ciclico che avverrebbe ogni 13.000 anni; solo due zone non saranno colpite. San Giovanni nell’Apocalisse menziona l’apertura di sette sigilli prima della fine, del giorno del giudizio. In un suo articolo Terzoli li accomuna alle sette ere precessionali. Sembra che il pericolo reale non provenga sotto forma di asteroide o cometa, in quanto Cotterel avrebbe scoperto che dopo 18.980 anni i campi elettromagnetici solari si sovrappongono causando un’inversione magnetica solare che porterebbe ad un ribaltamento magnetico terrestre. Gli antichi ne erano a conoscenza e avrebbero lasciato un avvertimento attirando l’attenzione verso i condotti della Grande Piramide. Adesso sappiamo che nel 2450 a.C. erano allineati con alcune stelle. Quindi dal 10.450 al 2.450 sarebbero passati ottomila anni; un numero che diviso per 72 fornirebbe 111,111. La distanza dalla Sfinge alle piramidi curiosamente corrisponde a 111,111 gradi precessionali, chiaro riferimento al ciclo delle macchie solari. La "Royal Astronomical Society" pur dimostrando che le inversioni magnetiche sono reali non è della stessa opinione e non concorda nel ciclo medio di 11,11 gradi. per le scarse conoscenze sulla vera forma del campo magnetico solare, ma è indicativo che gli studi condotti da Cotterel si sono basati su dati forniti proprio dalla "Royal Astronomical Society". Un ciclo di macchie solari si compie in 187 anni e 20 cicli (1.366.040 giorni) si collegano alla data di inaugurazione del Tempio della Croce di Palenque (1.359.540). I Maya prestavano molta attenzione al ciclo di 260 giorni perché in tale periodo si sovrappongono i campi magnetici solari; equatoriale e polare. Solo con le moderne tecnologie è stato possibile determinare questo, quindi ci domandiamo come hanno potuto i Maya apprendere tale particolare. Dalle indagini di Cotterel emerge che il pianeta Venere veniva proprio osservato per tenere sotto controllo i cicli delle macchie solari dato che dopo venti cicli si verifica l’inversione del campo magnetico. In particolare le macchie solari fluttuano secondo un ciclo medio di 11,1 anni; nel 1943 Woolf fu il primo a stabilire uno schema ciclico di 11,1 anni, segnalando l’attività elettromagnetica del sole. Il campo magnetico dell’astro s’inverte ogni 3.756 anni e in un periodo di 18.139 anni si verificano cinque inversioni della durata di 374 anni ognuna. Quando il campo magnetico solare cambia direzione tende a sbilanciare la terra dal suo asse, esponendosi a terremoti, inondazioni ed eruzioni vulcaniche. Oggi ci troviamo nella condizione opposta al 10.450 a.C. in quanto Orione si trova al suo culmine, il Drago è nel punto più basso, la Sfinge guarderà sorgere l’Acquario; siamo nell’età del ferro, quella che finirà quando la piramide rivelerà il segreto dello Zed. Finisce con i Pesci un semiciclo materialista e inizia una fase ascendente guidata dagli Dei; ciò significa che è imminente il ritorno di Nibiru? Quale ruolo può avere un decimo pianeta se ciò che deve accadere è ciclico e naturale? Tutto sommato il ritorno di Nibiru è alquanto incerto e imprevedibile, ma sembra che qualcuno si stia preparando a tale evento; può darsi che gli Dei stavolta trovino gli uomini con il coltello fra i denti e non con i fiori in mano. È risaputo che il rischio più grande della Terra è subire l’impatto con una cometa o un asteroide che potrebbe perturbare il suo clima e decimare le forme di vita. Attualmente non vi sono oggetti in rotta di collisione, ma esiste sempre la possibilità che avvenga l’impatto con un corpo celeste di un chilometro di diametro, quindi dobbiamo poter essere preavvisati del suo arrivo per tempo in modo da conoscerne la natura e provvedere in merito, anche se non è molto chiaro in che modo farlo. Da tempo si sta operando per raggiungere tale obbiettivo. Nel 1966 prese il via una missione chiamata NEAR ("Near Earth Asteroid Rendezvous") per monitorare Eros. I radiotelescopi della NASA, di Arecibo e di Portorico sono già a disposizione per l’avvistamento di oggetti in avvicinamento. Sembra che gli USA vogliano disporre al più presto un sistema missilistico difensivo chiamato "Clementine 2" capace di deviare o distruggere una cometa, un asteroide che rappresenti una minaccia per il pianeta. "Clementine 2" è un veicolo spaziale di 180 Kg provvisto di una tecnologia sofisticata, leggera, con tre moduli d’atterraggio che costerà 120 milioni di dollari, derivato da "Clementine 1" lanciata nel 1994 e utilizzata per scandagliare la superficie lunare. Un progetto che insieme al piano spaziale militare risulta vitale per l’Air Force nell’inizio delle esplorazioni nello spazio profondo. Progettato in comune al "Balistic Missile Defense Organization", il "Naval Research Laboratory", il "Lawrence Livermore National Laboratory" e la NASA. L’importanza di tale missione viene sottolineata in una lettera del 1997 indirizzata al Presidente degli USA con la quale lo si pregava di appoggiare con adeguati fondi "...il programma Clementine 2 ideato per monitorare la natura di alcuni oggetti vicini alla terra, quali asteroidi e comete. Un veicolo spaziale dotato di una tecnologia - si specificava nella lettera - che può essere usato in ambito commerciale, nelle comunicazioni satellitari e nel campo della sicurezza nazionale." Un veicolo, secondo la lettera, destinato al controllo e alla ricognizione spaziale. Ricognizione. Cosa si sta cercando nello spazio profondo attraverso l’utilizzo di telescopi sensibili? Comete e asteroidi? Pianeti? Note: 1. Estratto dal Washington Post: "Scoperto misterioso corpo celeste. Forse grande come Giove. - Un corpo celeste forse grande come il gigantesco pianeta Giove e forse così vicino alla Terra che potrebbe far parte di questo sistema solare, è stato trovato nella direzione della costellazione di Orione, da un telescopio a infrarossi a bordo di un satellite astronomico U.S. in orbita. L’oggetto è così misterioso che gli astronomi non sanno se è un pianeta, una cometa gigante, una protostella vicina che non è diventata abbastanza calda da divenire una stella; oppure una galassia così giovane che si trova ancora nel processo di formazione, o una galassia avvolta dalle polveri che nessuna delle luci emesse dalla sue stelle passi attraverso la cortina. "Tutto ciò che posso dire è che non sappiamo cos’è." - ha detto il Dr. Gerry Neugebauer capo scientifico dell’IRAS "Jet Propulsion Laboratory California" e direttore dell’Osservatorio di Palomar. La più affascinante spiegazione di questo corpo misterioso, così freddo da non emettere luce e non essere mai stato avvistato da telescopi ottici situati sulla terra o nello spazio, è che si tratta di un gigante gassoso grande come Giove e vicino alla Terra a 50 bilioni di miglia. Mentre può sembrare una grande distanza in termini terrestri, è ad un tiro di sasso in termini cosmologici; così vicino infatti che potrebbe essere il corpo celeste più vicino alla Terra oltre Plutone. Il Dr. James Houck, del "Centro di radio Fisica" dell’Università di Cornell, ha dichiarato: "Se è realmente così vicino potrebbe far parte del nostro sistema solare". Mauro Paoletti (articolo del 2004) fonti: www.edicolaweb.net http://crepanelmuro.blogspot.ch/2014/06/il-ritorno-di-nibiru.html

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