Inviare "messaggi" nel tempo: la scienza studia i varchi spazio-temporali


Mandare "informazioni" nel passato o nel futuro: in linea del tutto teorica sarebbe possibile, secondo quanto ipotizzato da Luke M. Butcher, fisico all’Università di Cambridge nel Regno Unito. La formulazione della teoria
viene presentata dallo scienziato in uno studio intitolato Casimir Energy of a Long Wormhole Throat e pubblicato online su arXiv.

In pratica, l’invio di informazioni nel tempo potrebbe essere teoricamente plausibile, mediante impulsi luminosi che viaggiano in particolari cunicoli (wormholes – letteralmente "buco scavato dai vermi") nello spazio-tempo della teoria di Einstein: si tratta di ipotetici tunnel, all’interno della teoria, che rappresenterebbero una sorta di "sentiero rapido" nell’universo.



Passando in questi canali teorici, simili a "ponti" nello spazio-tempo, il segnale sarebbe in grado di andare ad una velocità superiore a quella della luce che viaggia nello 'spazio normale', in assenza di questo varco: questo fenomeno, formulato da Einstein e Rosen (ponte di Einstein-Rosen) e previsto all'interno della teoria stessa di Einstein, rappresenta dunque una sorta di istantanea e ipotetica via di fuga della luce; (in generale si ricorda che in base alla teoria della relatività la velocità della luce nel vuoto non può essere superata - teoria per la quale tra l'altro la notizia di un presunto "neutrino più veloce della luce", diffusa e poi smentita dall'esperimento fisico OPERA circa due anni e mezzo fa, aveva destato un grande clamore scientifico e mediatico) ...





Insomma si tratterebbe di cunicoli spazio-temporali che, come una sorta di macchine del tempo, permetterebbero al segnale di spostarsi in epoche precedenti o future. Se teoricamente è così semplice, qual è l’ostacolo perché ciò avvenga, almeno a livello teorico? Il problema principale è che questi varchi spazio-temporali sono strutture molto instabili, cioè che non restano ‘aperte’ per un tempo tale da far passare qualsiasi segnale. 


Una soluzione arriva nel 1988, dal gruppo dello scienziato Kip Thorne del Caltech: si tratta dell’ipotesi di un particolare effetto fisico, l’effetto Casimir, tramite il quale, mediante un principio quantistico, verrebbe fornita al cunicolo l’energia necessaria per restare in vita durante un intervallo di tempo sufficientemente lungo. Il problema della teoria di Thorne, però, riguardava il fatto che per ottenere questa energia era necessario utilizzare due ‘piastre’ metalliche conduttive dentro al cunicolo spazio-temporale, una strategia del che appare impraticabile nella strutturazione fisica dell’esperimento.

Così, per aggirare questo ostacolo, la novità dello studio odierno di Butcher consiste nell’applicazione teorica dell’effetto Casimir senza il bisogno di utilizzare queste piastre metalliche: lo scienziato propone l’idea che il wormhole sia in grado da solo di generare questa energia necessaria per sopravvivere un po’ più a lungo. 


Si legge nello studio: "Abbiamo trovato che questo canale si chiude abbastanza lentamente tanto che la sua regione centrale può essere attraversata in maniera sicura da un impulso luminoso". Questi wormhole inoltre, possono avere numerose applicazioni nella fisica teorica, dallo studio di modelli delle particelle elementari a modelli cosmologici. Al termine di complessi calcoli di fisica teorica, nelle conclusioni della pubblicazione di Butcher si legge che questo risultato di prova suggerisce che un canale spazio-temporale attraversabile potrebbe riuscire a "sostenersi" da solo, almeno in linea di principio, mediante questa energia; tuttavia, per ottenere una valutazione più definitiva di questa possibilità sono necessarie ulteriori investigazioni. 

Per informazioni sullo studio:



Nessun commento:

Posta un commento

Post più popolari

AddToAny