La Via Lattea sarebbe un immenso Stargate

Mentre analizzavano le onde radio a bassa frequenza raccolte dal telescopio VLA (Very Large Array) di Socorro, New Mexico nel 2002, il Dr. Hyman e i suoi colleghi ricercatori, avevano rilevato un segnale intermittente che sembrava inviato in modo intelligente.
Il segnale consisteva di cinque emissioni radio altamente energetiche di uguale intensità, duravano 10 minuti ognuna e comparivano ogni 77 minuti su un periodo di 7 ore, dal 30 Settembre al 1 Ottobre. La scoperta ha lasciato il Professor Hyman e l’intera comunità di astronomi con un vero grattacapo.



Gli antichi Maya, da superbi astronomi e matematici quali erano, riflettevano anche su ciò che poteva esistere al centro della nostra Galassia. I Maya sapevano esattamente dov’era localizzato nel cielo il centro e avevano un glifo che lo rappresentava, chiamato Hunab Ku. Il Dr. Jose Arguelles della Princeton University, noto studioso dei Maya sapeva che Hunab Ku era desctitta come “La Farfalla Galattica” o Cosmica, dove nasce la vita, dove tutto ha origine. Inoltre, i Maya, nella loro intera cosmologia e nei calendari estremamente precisi, erano basati sull’esistenza e sulla posizione di Hunab Ku e credevano che il futuro del genere umano alla fine dipendesse da ciò che avviene là, all’interno della Farfalla Galattica.


Per i Maya, Hunab Ku era il Dio supremo e il più grande Creatore. Rappresentava la porta ad altre Galassie oltre il nostro Sole, e tutta la Coscienza che sia mai esistita in questa Galassia. Hunab Ku, secondo i Maya, è anche la Coscienza che ha organizzato tutta la materia, da un “disco turbinante”, in stelle, pianeti e sistemi solari. Hunab Ku è il “Grembo della Madre” che dà continuamente alla luce nuove stelle ed ha dato alla luce il nostro stesso Sole e il Pianeta Terra. Essi credevano che il “Creatore” dirigesse ogni cosa che avviene nella nostra Galassia dal suo centro, attraverso l’emanazione di esplosioni di “Energia di Coscienza” periodiche. Oggi, gli astronomi moderni hanno constatato che al centro della nostra Galassia c’è un “disco turbinante” con un “Buco nero” al suo centro che sta, sia assorbendo, che dando alla luce le stelle, ovvero la VITA. Gli strani brontolii che il Dr. Scott Hyman e i suoi colleghi hanno osservato all’inizio di del 2005 al centro della nostra Galassia, possono essere connessi con ciò che credevano i Maya?


Sembra esserci una convergenza fra ciò che credevano e capivano i Maya e ciò che gli scienziati moderni stanno scoprendo riguardo alla nostra Galassia oggi. Una grande differenza è il modo in cui i fisici moderni vedono, e il modo in cui gli antichi Maya vedevano, il “Tempo”. Oggi i fisici vedono il Tempo come lineare. Il Tempo secondo le regole moderne fluisce in linea diretta. Il Tempo può rallentare, secondo Albert Einstein, ma fluirà sempre in una direzione. In contrasto, i Maya credevano essenzialmente che il Tempo fluisse in un circolo. C’è un principio ed una fine alle cose, ma c’è un rinnovamento alla fine del ciclo di Tempo. C’è una “periodicità” per tutti i fenomeni manifesti. Il Calendario Maya, molto preciso, è basato su questa regola. I Maya credevano anche che il Tempo avesse origine da Hunab Ku e fosse da questo controllato.
È molto difficile respingere la Cosmologia Maya, perché essi hanno lasciato prove straordinarie che le loro metodologie di conteggio del “Tempo” danno risultati estremamente precisi. Le loro piramidi, come quella a Chichen-Itza in Messico, sono allineate precisamente con i Solstizi e gli Equinozi annuali, che sono causati dalla precessione dell’asse della Terra, mentre orbita intorno al Sole. La Piramide di Kukulcan a Chichen-Itza è essenzialmente un apparato di misurazione del Tempo superbo e molto preciso, che non fallisce mai di marcare l’annuale “Precessione degli Equinozi”.


Gli astronomi Maya avevano previsto precisamente, più di 1500 anni fa, l’esatto allineamento della Terra, del Sole, dell’ammasso stellare delle Pleiadi e del centro della nostra Galassia, che è avvenuto alla fine del lungo ciclo, nell’anno Gregoriano 2012. Sul calendario Maya il giorno designato come 4 Ahau 3 Kankin (13.0.0.0.0) cadeva il 21 Dicembre 2012 e questo giorno segnerà “El Fin de los Tiempos” o la fine del lungo ciclo, ovvero la fine di un ciclo o di Un Mondo (e non la fine del Mondo) quando l’umanità sperimenterà un nuovo inizio.

Questo giorno, secondo i Maya e civiltà Meso-Americane seccessive, avverrà il ritorno di Kukulcan (Quetzalcoatl), segnato dal Ritorno dei Signori delle Stelle. I Signori delle Stelle saranno coloro che porteranno equilibrio sulla Terra per volere della Fonte (Dio o Kukulcan). Si mostreranno ai popoli della Terra pacificamente e faranno tremare i potenti Signori della Guerra (Cabal-Illuminati). I Maya lo avevano detto: alla fine del Ciclo galattico e all’inizio del Nuovo Ciclo, il genere umano entrerà in una nuova Era di Coscienza Elevata.

La Via Lattea potrebbe essere uno Stargate o tunnel spazio-temporale

Un wormhole o tunnel spazio-temporale, rappresenterebbe una scorciatoia nello spazio-tempo, un vero e proprio Stargate. Questo tunnel, potrebbe permettere di viaggiare fra due punti nell’Universo ad una velocità maggiore di quella della luce.

In uno studio pubblicato su “Annals of Physics” e condotto da scienziati internazionali, viene avanzata un’ipotesi decisamente affascinante. Non solo i tunnel spazio-temporali esistono, ma tutti noi abitiamo dentro uno di essi: la Via Lattea sarebbe infatti un immenso wormhole.

“Se combiniamo la mappa della materia oscura nella Via Lattea con il più recente modello del Big Bang per spiegare l’universo, ed ipotizziamo l’esistenza dei tunnel spazio-temporali, ciò che otteniamo è che la nostra galassia potrebbe realmente contenere uno di questi tunnel, e che il tunnel potrebbe anche essere delle dimensioni della galassia stessa“, spiega Paolo Salucci, astrofisico del SISSA, tra gli autori dello studio. “Potremmo anche viaggiare attraverso questo tunnel dal momento che, in base ai nostri calcoli, potrebbe essere navigabile. Proprio come quello che abbiamo visto nel film Stargate o Interstellar.


“Ovviamente non stiamo affermando che la nostra galassia sia sicuramente un wormhole, ma semplicemente che, in base ai modelli teorici, questa ipotesi è una possibilità. Al di là della fantascienza, la nostra ricerca è interessante perché propone una riflessione più complessa sulla materia oscura“.

Proprio la materia oscura è ancora oggi uno dei più grandi misteri dell’astrofisica: pur non essendo mai stata osservata direttamente, ma solamente attraverso gli effetti gravitazionali sulla materia visibile, si ritiene che la materia oscura costituisca circa l’84% dell’Universo. Come spiegato da Salucci, da tempo gli scienziati provano a spiegare la materia oscura ipotizzando l’esistenza di una particella denominata neutralino.


“La materia oscura – prosegue Salucci – potrebbe essere ‘un’altra dimensione’, forse anche un grande sistema di trasporto galattico, simile ad un vero e proprio Stargate. In ogni caso, dobbiamo 

davvero iniziare a chiederci cosa sia“.

A cura di Massimo F.

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