01/05/2021 - Conosciuta per decenni come la Festa dei Lavoratori, il simbolo stesso delle magnifiche sorti e progressive che i movimenti socialisti e comunisti volevano imporre a tutto il mondo, la ricorrenza del 1° Maggio, in realtà, ha ben poco a che vedere, almeno alle suo origini, con le sorti del movimento proletario e con le sue rivendicazioni.
La notte tra il 30 Aprile ed il 1 Maggio, infatti, è una ricorrenza antichissima e carica di enormi significati simbolici. Nel mondo celtico, ad esempio, questo momento dell’anno corrispondeva alla festa di Beltaine, in cui si celebrava, spesso con rituali orgiastici, la fecondità della natura e l’esplosione primaverile delle potenze della Terra. Sopravvissuta in varie forme all’avvento del Cristianesimo, la ricorrenza del 1° Maggio finisce tuttavia per assumere, specie a partire dal basso medioevo e dai primi secoli della modernità, il significato ambiguo e a volte sinistro di scatenamento delle forze telluriche e delle potenze del caos; assumendo, specie nel mondo di lingua tedesca, il significato di “notte delle streghe” –la celebre Walpurgisnacht, Notte di Walpurga– dove le potenze sfrenate e dissolutrici del mondo magico e infero erano libere di vagare e manifestarsi per il mondo.
Ed è in questa veste, ovvero quella di un momento dell’anno particolarmente adatto all’evocazione delle potenze del caos e della dissoluzione, che la data del 1° Maggio assume grande importanza nel mondo occultista a cavallo tra XVIII e XIX secolo: un universo culturale dove suggestioni occulte e aspirazioni politico-riformatrici si mescolavano fra loro senza soluzione di continuità. Non è un caso, ad esempio, che proprio il 1° Maggio del 1776, sia stato scelto da quello che era allora un semplice studente bavarese dalle idee rivoluzionarie, Adam Weishaupt, per la fondazione del suo Illuminatenorden, Ordine degli Illuminati, che sarà meglio conosciuto in tutto il mondo come ordine degli Illuminati di Baviera.
Un significato evocativo e dissolutivo, quello del 1° Maggio, che come tale è filtrato nel nascente movimento socialista e comunista il quale, a differenza di quel che normalmente si pensa, era –specie in origine- letteralmente imbevuto di suggestioni occultistiche e pseudo-esoteriche. Ci sono validi indizi storici, in effetti, che indurrebbero a sospettare come persino il “sacerdote” del materialismo comunista più puro e ortodosso, Karl Marx, potrebbe aver avuto numerosi e tutt’altro che episodici contatti col mondo dell’occultismo e delle sette segrete che pullulavano ai suoi tempi[2].
Come si vede, tuttavia, gli avvenimenti che avrebbero giustificato la scelta del 1° Maggio come Festa dei Lavoratori accaddero in realtà …nei giorni successivi. Ma la scelta, più probabilmente, fu dovuta a ragioni decisamente più profonde di quelle, leggendarie e poco credibili, proposte “alle masse”. Il senso occulto, infatti, era quello di un’identificazione del potere del proletariato con le forze dissolutrici e caotiche destinate a dissolvere il “vecchio mondo” tradizionale, forze scatenate e pilotate da chi può e sa allo scopo di dare inizio al Nuovo Ordine del mondo.
[1] M.Lamy, Jules Verne e l’esoterismo, Roma 2005, p. 166
[2] Secondo gli studi del pastore protestante rumeno Richard Wurmbrand, proprio il più noto corifeo del materialismo ideologico avrebbe coltivato segretamente legami con un occultismo di tipo luciferino. Il Wurmbrand è l’autore di una ricerca, pubblicata in Italia col titolo L’altra faccia di Carlo Marx, Marchirolo (Va) 1984: l’originario titolo inglese è però più significativo, Was Karl Marx a Satanist? (Karl Marx era un satanista?). Il Wurmbrand raccoglie in questo saggio una serie di testimonianze e di lettere autografe che potrebbero far pensare ad un legame di Marx con alcune correnti sataniste della sua epoca. Le prove esibite dal Wurmbrand, tuttavia, non sempre appaiono incontestabili: alcune di queste “testimonianze”, infatti, consisterebbero in una serie di citazioni di coloritura “sataniche” tratte da lettere giovanili; ma queste potrebbero anche essere interpretate come semplici metafore, tipiche del linguaggio dei rivoluzionari ottocenteschi. La testimonianza più impressionante – qual’ora sia autentica – risalirebbe alla cameriera di Marx, Helen Demuth, che avrebbe rivelato al socialista americano Sergius Ris: “Quando era molto ammalato, pregava da solo nella sua camera davanti a una fila di candele accese, legandosi intorno alla fronte una specie di nastro” (cit. in R.Wurmbrand, Op.Cit., p. 44). Quale potesse essere l’oggetto della “preghiera” di Marx, che definiva la religione “oppio dei popoli”, è difficilmente immaginabile. Ben documentata, al contrario, è la predilezione particolare di Marx per il genero Edward Aveling, amico intimo della teosofista Annie Besant e membro dell’Ordine Riformato di Memphis, una frangia della Massoneria “egiziana” (fr. R.Wurmbrand, op.cit., pp. 42-43; C.Gatto Trocchi, Storia esoterica d’Italia, cit., p. 23).
https://www.gianlucamarletta.it/wordpress/2012/04/primomaggio/
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