La Terra si sta spaccando,enormi crepe si stanno aprendo in ogni angolo del pianeta!



La Terra sta cambiando faccia. La crosta terrestre si sta muovendo sotto i nostri piedi ed in varie parti del mondo si stanno aprendo nel suolo fenditure lunghe chilometri e larghe decine di metri.
Cosa sta succedendo? Le placche terrestri sono uscite da un’era di relativo stallo geologico e si stanno spostando abbastanza rapidamente. Tutto ciò avviene a causa dei cambiamenti del magnetismo che stanno attualmente caratterizzando il nostro pianeta. Un’inevitabile trasformazione che stiamo  vivendo e che vivremo in prima persona. Questi movimenti hanno causato il devastante terremoto in Giappone e ne causeranno, purtroppo, degli altri.

Sebbene le placche terrestri sembrino bloccate una contro l’altra, sono in continuo movimento. Movimenti che, il più delle volte, sono stati percepiti solo  da sismografi ed altre sofisticate apparecchiature, però altre volte, sono stati così decisi e violenti da provocare devastanti terremoti e apocalittici tsunami, come il recente disastro vissuto dai giapponesi, ad esempio.
Ecco cosa sta succedendo:
  • i movimenti della placca Indo-Australiana stanno provocando l’affondamento del Bangladesh, del Pakistan, di Jakarta e di gran parte dell’Indonesia;
  • conseguentemente, la placca Pacifica si sta spostando verso ovest ed il Sud America sta cominciando, a sua volta, la sua migrazione verso occidente (un processo che sta aumentato notevolmente, come dimostrato dall’aumento della piegatura della Fossa delle Marianne e dei movimenti della placca Filippina);
  • le spinte della placca Indo-Australiana sulla Pacifica hanno determinato lo spostamento del Giappone, da cui il devastante terremoto dell'11 marzo 2011.
  • l’America del Nord sta attualmente vivendo una situazione di calma solo grazie al fatto che il continente è mantenuto bloccato da entrambi i lati da due placche: dal lato occidentale la placca Pacifica (faglia di San Andreas) e dall’orientale quella Atlantica (Atlantic Rift);
  • l’attuale movimento del Sud America verso ovest (da questo movimento nascono le fenditure nella crosta terrestre che si stanno aprendo ovunque in Cile, Bolivia, Perù,… ndr) provocherà un’apertura nella parte meridionale dell’American Rift e lascerà spazio ai movimenti della placca Nord Americana;
  • il Nord America spingerà sulle placche di Cocos, di Nazca e su quella Caraibica, determinando terremoti, eruzioni vulcaniche e tsunami in tutto il Centro America;
  • se tale terremoto avverrà, potrebbe svilupparsi il conseguente tsunami che si espanderà verso l’Europa;
  • la lacerazione dell’Atlantic Rift provocherà anche lo spostamento della placca Africana verso sud e verso ovest, con relative conseguenze nel bacino Mediterraneo.
Fonte: http://buenobuonogood.wordpress.com/2011/03/16/crepe-sulla-crosta-terrestre/
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Patagonia: il lago Cachet scompare in 24 ore!

25 maggio 2012  - Cile - Sembra essere davvero un mistero quello dellago Cachet  nella Patagonia cilena. Il lago infatti è scomparso per la terza volta quest’anno,svuotandosi letteralmente in sole 24 ore, lasciando nel letto solamente degli enormi blocchi di ghiaccio e pozze di fango.Il lago viene alimentato dai ghiacciai che si trovano sulle montagne della Patagonia del nord che normalmente fungono da diga naturale ma le alterazioni climatiche hanno fatto assottigliare labarriera naturale del lago consentendo alle acque di defluire e conseguentemente abbassare in modo drammatico il suo livello.
Fonte:http://www.google.com/hostednews/afp/article/ALeqM5jIwNEe-57V24OOBGE2qqWxnARLlw?docId=CNG.e7703216509201558806d4e7e37448b4.5f1

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Terremoto in Emilia: la terra si è alzata di 15 centimetri!

Il terremoto in Emilia Romagna ha provocato un sollevamento del terreno il cui valore massimo è pari a circa 15 centimetri. Questi i dati rilevati dai satelliti radar di Cosmo-SkyMed dell’Asi hanno mostrato la deformazione della superficie, permettendo ai ricercatori di Cnr-Irea e Ingv di fare le prime valutazioni sulla zona colpita.


Nell’emergenza post terremoto infatti il Dipartimento della Protezione Civile, fin dalle primissime ore dopo il sisma, ha coinvolto l’Asi Agenzia Spaziale Italiana, il Cnr-Irea Consiglio nazionale delle ricerche-Istituto per il rilevamento elettromagnetico dell’ambiente e l’Ingv Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, per la programmazione di nuove acquisizioni radar dai satelliti della costellazione Cosmo-SkyMed al fine di disporre, in tempi molto rapidi, di informazioni circa la deformazione crostale connessa alle scosse sismiche di maggiore energia: tipo di deformazione, entità ed estensione del territorio interessato. Grazie alle informazioni satellitari è stato possibile completare il quadro della situazione dell’area colpita dal sisma.
I dati sul sollevamento dell’area studiata pari a circa 15 centimetri concordano con quelli dei sismologici, rilevano gli esperti, e mostrano un piano di rottura principale immergente verso Sud lungo il quale la parte meridionale di questo settore della Pianura Padana si è accavallato sul settore settentrionale (faglia di sovrascorrimento). L’ultima acquisizione dei satelliti Cosmo-SkyMed sulla zona interessata dal sisma è avvenuta la sera del 19 maggio, poche ore prima dell’evento. Per poter calcolare la deformazione del suolo è necessario attendere che uno dei satelliti ripassi esattamente sulla stessa orbita. L’Agenzia Spaziale Italiana ha immediatamente predisposto l’acquisizione del primo passaggio utile post-terremoto, avvenuto nella serata del 23 maggio. I dati sono stati prontamente elaborati da un team di ricercatori coordinati da Eugenio Sansosti del Consiglio Nazionale delle Ricerche e da Stefano Salvi dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia.

Effetti collaterali in Emilia, liquefazione del suolo dopo il terremoto!

In Emilia dopo la violenta scossa dello scorso 20 maggio c’è tanta paura per il fiume Reno e per lo strano fenomeno della località di Sant’Agostino…
Le acque del fiume sono esondate, creando problemi e soprattutto desta preoccupazione il fenomeno della “liquefazione” mai verificatosi prima di oggi nella nostra penisola. Il fenomeno è osservabile nella località di Sant’Agostino dove una lungacrepa ha letteralmente spaccato il paese, spostando gli immobili limitrofi di circa dieci centimetri. La situazione è stata aggravata dallafuoriuscita dalla crepa di fango, melma, acqua che hanno invaso case e negozi che stanno collassando e che hanno quindi dovuto essere evacuati. Solo nelle terribili immagini del terremoto e del maremoto di Fukushima, in Giappone, ricordavamo di aver visto qualcosa di analogo

Il sisma emiliano era prevedibile. Attenti alle anomalie al sud

Il terremoto che ha colpito domenica 20 Maggio l’Emilia Romagna e ucciso 7 persone era prevedibile per una serie di anomalie analizzate. Lo rivela un‘intervista fatta al professore Alessandro Martelli, Direttore del Centro Enea di Bologna. L’ingegnere sismico, apprezzato esperto di fama nazionale e non solo, rivela un rischio ulteriore molto più grave che potrebbe adesso colpire il sud
Direttore, era prevedibile il terremoto in Emilia? Ci sono state analisi precedenti?
Si, era stato previsto. Ci sono dei “cosiddetti” strumenti di previsione che sono fatti in diversi Paesi, in Italia li fa l’International Centre for Theoretical Physics (ICTP) e l’Università di Trieste. In base al verificarsi di possibili anomalie nelle tre zone italiane, nord, centro e sud vengono emessi degli allarmi. E’ un po’ come misurare la temperatura corporea e vedere se hai la febbre.
E sono stati emessi allarmi?
Si, in marzo è stato diramato un allarme per la zona nord perché era stato stimato un movimento del terreno di magnitudo maggiore del 5,4. C’erano notevoli probabilità che a nord sarebbe arrivato un terremoto. La regione allarmata era questa anche perché c’erano stati terremoti vicini, nel Garda, nel veronese, poi a Parma. L’algoritmo dell’analisi mostrava che era fortemente probabile.
E come mai nessuno lo sapeva?
Si  tratta di metodologie sperimentali. Gli allarmi non vengono divulgati ma comunicati a un gruppo di esperti nazionali . Nella Commissione Grandi Rischi si sapeva, ne abbiamo propria parlato il 4 maggio.
E cosa è stato fatto in proposito per preparare all’evento?
Se ne discusse anche perché questo tipo di analisi non sono accettate da tutti i sismologi. Io posso solo dire che la Commissione Nazionale Grandi Rischi era informata dai primi di marzo.
Sono previste altre scosse in Emilia?
Non si può dire. Ha ragione Gabrielli (Capo del Dipartimento della Protezione Civile, ndr) che bisogna attendere e stare attenti. Ci potrebbero essere solo scosse di assestamento come scosse più forti. Non occorre arrivare a conclusioni senza avere tutti gli elementi.
Ma cosa bisognerebbe fare in questi casi?
Non si possono immediatamente evacuare delle zone per mesi ma di sicuro si può verificare le strutture strategiche,  e organizzare la protezione civile, informare la popolazione su come si deve comportare.
Ma che sia andata come è andata… non l’allarma?
Certo! Più del nord adesso però mi preoccupa il sud. Per il nord c’erano stati due studi. Uno allarmava per un  eventuale terremoto e l’altro no. Ed è arrivato il terremoto in Emilia. C’è un allarme per il sud più grave in arrivo perché lì sono stati applicati tre modelli di studio. Tutti e tre danno l’allarme rosso. Quindi questo preoccupa oltretutto perché prefigura un eventuali terremoto molto violento.
Ma lei non aveva denunciato tempo fa che in Italia, al sud, esistono stabilimenti industriali potenzialmente soggetti a rischio di incidente rilevante in caso di terremoti?
Si, hanno sostanze potenzialmente pericolose in elevate quantità. Sono impianti chimici, ci sono stabilimenti che contengono serbatoi di gas naturale liquefatto (Liquefied Natural Gas o LNG), altri serbatoi di stoccaggio di grandi dimensioni, rigassificatori…
Ma qual è  il problema tecnico di questi impianti?
Il problema è che le scelte progettuali degli impianti sono state lasciate ai gestori e, generalmente, non è noto, per i diversi stabilimenti, se e quali criteri antisismici siano stati adottati. Poi c’è il rischio da maremoto, evento raro, ma non impossibile (vedi l'incidente di Fukushima, ndr) e che, quando si verifica, è devastante: questo rischio appare del tutto trascurato negli impianti chimici italiani situati in prossimità delle coste, e in aree sismiche come ad esempio a Milazzo o se penso ai serbatoi sferici situati a Priolo-Gargallo, sono alquanto pessimista e preoccupato. Manca In Italia una specifica normativa per la progettazione antisismica degli impianti chimici.

Fukushima, disastro globale negato!

Il disastro di Fukushima aggravato dal terremoto del 20 maggio potrebbe aver già causato una contaminazione globale del pianeta secondo le opinioni di eminenti esperti che nelle settimane passate avevano lasciato un serio allarme sullo stato più che precario della centrale.  Domina un silenzio diffuso da parte dei media ufficiali su una catastrofe annunciata.  Secondo alcuni  la famosa “sindrome cinese” potrebbe essere già in corso da mesi verso il cuore del pianeta, mentre grafici mostrano l’Oceano Pacifico contaminato da materiale radioattivo con effetti sulla catena alimentare e sulla salute umana. Le coste del Continente americano sarebbero le più colpite al momento. Il governo Usa ha appena acquistato ben 450 milioni di munizioni per la difesa interna del paese, che secondo alcuni avrebbe lo scopo di contenere l’eventuale panico.   
Uno scienziato della Fairewinds Energy Education, Arnie Gudernsen, aveva già pronosticato nei giorni scorsi che un terremoto della scala 7 avrebbe con facilità fratturato la piscina del reattore 4 dell’impianto Fukushima Daiichi provocando un disastro planetario. ”Il Giappone è seduto su una bomba ad orologeria”. Il ticchettio è arrivato e il terremoto di ieri potrebbe segnare l’inizio di una tragedia ecologica senza precedenti.
Al momento però non esiste nessun riscontro ufficiale riguardo la centrale dopo l’arrivo della notizia della scossa di terremoto del grado 6.2 della scala Richter che accanto ad altre scosse ha avuto come epicentro le acque del Pacifico, a 150 km dalla prefettura di Iwate, la stessa area dove si era verificato il devastante sisma/tsunami dell’11 marzo 2011. La Japan Meteorological Agency (Jma) ha lasciato un bollettino dicendo che era escluso il rischio maremoto e che “questo sisma non ha causato alcun danno al Giappone’’.  

GLI ESPERTI AVVERTONO SU POSSIBILE DISASTRO MONDIALE
Gli esperti in materia sembravano però avere una opinione del tutto diversa riguardo nuove scosse nell’aerea della centrale.
Robert Alvarez, ex ufficiale della Dipartimento Energia degli Stati Uniti, sosteneva poche settimane fa che se un terremoto o altro eventi avesse causato una distruzione della piscine di raffreddamento questo avrebbe causato un catastrofico fuoco radioattivo che avrebbe coinvolto un ammontare di Cesio -137 dieci volte superiore a quello rilasciato nel disastro di Cernobyl”.  Come se non bastasse se quel fuoco consumasse  le barre di carburante radioattivo allora l’evento avrebbe un effetto radioattivo 85 volte più duraturo di quello di Cernobyl.  Alvarez è stato uno dei firmatari della lettera al segretario generale delle Nazioni Unite  inviata ad inizio di maggio come richiesta di un intervento di stabilizzazione alla centrale Daichii Fukushima. In pratica quasi tutte le 10.893 barre di carburante dell’impianto sono in piscine vulnerabili rispetto a  futuri terremoti.
Il senatore Americano Roy Wyden, dopo la sua visita a Fukushima il 6 aprile del 2012 aveva lanciato un comunicato stampa indicando la possibilità di un disastro catastrofico all’unità 4 chiedendo un immediato intervento del governo americano. Il senatore Wyden aveva anche inviato una lettera all’ambasciatore giapponese negli Stati Uniti Ichiro Fujisaki, chiedendo di accettare una assistenza internazionale data la crisi.

GIAPPONE IN CHIAROSCURO SUL NUCLEARE
Di fatto né gli Stati Uniti, né le Nazioni Unite, né tanto meno il Giappone sembrano aver fatto nulla per informare i cittadini dell’elevato rischio delle piscine di raffreddamento, che recita la lettera inviata alle nazioni Unite  “rappresenta la possibilità di conseguenze catastrofiche a livello mondiale”. Abbiamo già analizzato nell’articolo precedente le possibili implicazioni del non intervento americano, ma lascia ancora più perplessi il silenzio che il Giappone a livello governativo pone sulla situazione. Per comprendere l’atmosfera che il Sol Levante mantiene a livello ufficiale basti pensare che alcuni bambini di una scuola elementare a 100 km dall’impianto sarebbero stati forzati a bere del latte durante le ore di lezione, nonostante il divieto della madre, un avvocato che ha denunciato l’avvenimento al parlamento giapponese. Tutta la famiglia era risultata positiva all’avvelenamento da cesio.
La maestra ha minacciato i bimbi dicendo che se non avessero bevuto il latte “non erano persone di Fukushima e non avevano il diritto di vivere lì”. Non si tratta di un caso isolato sullo strano modo in cui la vicenda Fukushima viene trattata in Giappone. Secondo il sito Asahi Shimbun Tokyo starebbe spingendo per poter ospitare i giochi olimpici del 2020, nella speranza che la comunità internazionale possa essere mossa dalla solidarietà verso gli eventi dell’11 marzo 2011. L’offerta di 93,75 milioni di dollari da parte di Tokyo ha sollevato molti dubbi sia da parte dei paesi europei non convinti della sicurezza per l’evento, sia da parte dei cittadini della zona disgustati dal tentativo di usare il disastro a scopo lucrativo. Sta di fatto che durante gli accordi per i campionati di ginnastica del 2011 i rappresentati giapponesi non sono stati ammessi nello stesso pulmann degli altri membri “in quanto contaminati da radiazioni”.
Intanto la Tepco, la società che possiede gli impianti Fukushima Daiichi  ha annunciato che dopo il 25 di maggio alcuni giornalisti accreditati, saranno ammessi senza telecamera o macchina fotografica, a visitare l’impianto del reattore 4 sotto stretta sorveglianza da parte degli impiegati Tepco. Nessun giornalista freelance è stato ammesso per gli impianti. Ma non finisce qui: un portavoce della Tepco intervistato il 10 maggio di quest’anno ha dichiarato che la società stessa e non l’agenzia sul nucleare aveva deciso di non pubblicare foto e parte del video fatto sul reattore 3 “per ragioni di protezione del materiale nucleare”. Affermazione che fa riflettere se pensiamo alle indiscrezioni che sono uscite nelle scorse settimane riguardo una attività illegale che sarebbe intercorsa negli anni ’80, ovvero dopo la fine della guerra fredda, guarda caso tra Stati Uniti e Giappone.
Secondo alcune indiscrezioni uscite da una agenzia federale americana gli Stati Uniti sotto l’amministrazione Reagan e Bush Senior avrebbero deliberatamente permesso al Giappone l’accesso a armi nucleari segrete pagando 10 miliardi di dollari americani e consentendo così al Giappone di ammassare70 tonnellate di armi al plutonio. Le armi sarebbero state nascoste all’interno di impianti nucleari a scopo civile. Ecco che il materiale nucleare da mantenere segreto potrebbe essere quello di cui parlano i portavoce della Tepco.
Le informazioni da parte della Tepco arrivano con il contagoccie ma sono preoccupanti: ad esempio come persino i robot della società non riescono ad avvicinarsi al reattore 2 a causa dell’elevatissimo tasso di radioattività e cessano di funzionare. Oppure l’indiscrezione venute da ex dipendenti della società secondo la quale il reattore 1 sarebbe già in “sindrome cinese” (ovvero il nucleo fuso starebbe andando al centro della terra). Di fatto nessuno, se non i dipendenti Tepco, è ammesso da mesi vicino al reattore 1, dove chiunque muore nel giro di due minuti e mezzo a causa di avvelenamento acuto da radiazioni nonostante tutte le protezioni del caso.  In effetti la Tepco starebbe pianificando la costruzione di un muro alto cento metri per contenere l’immissione nell’oceano del materiale tossico, un tentativo che la società ritiene più importante che la costruzione di una struttura in cemento e acciaio per il reattore 4 dichiarato da tutti gli esperti come il pericolo più importante.  Perché dunque la protezione dell’oceano viene percepita come una necessità più grande che il contenimento del reattore 4? Non si tratta di questioni di budget ma del fatto che le informazioni non vengono date in modo completo neppure ai rappresentanti ufficiali di altri paesi ( il senatore americano Wyden non è stato ammesso a nessun reattore se non il quarto).

OCEANO RADIOATTIVO
Lo scenario allora si colora di dati sempre più preoccupanti. Ecco un grafico della contaminazione radioattiva nell’oceano di questi mesi trapelato dalla Noaa (l’amministrazione americana sull’oceano e l’atmosfera).
In pratica un fiume di radiazioni che contaminerebbe tutta la catena alimentare fino a risalire all’uomo. La Cina ha dichiarato lo scorso agosto un livello di radiazioni di Cesio 300 volte superiore al consentito e di 100 volte di Stronzio in un aerea di 100 mila miglia quadrate, nell’Oceano Pacifico ad una distanza di 800 kilometriu da Fukishima.
Lo studio cinese condotto dall’amministrazione governativa contraddicendo i dati forniti dalle fonti ufficiali giapponesi. Lo studio  è stato completato il 4 luglio.
Il fisico nucleare Arnie Guderson del resto ha affermato che l’Oceano Pacifico sarebbe ormai contaminato da cose ben peggiori di cesio e stronzio ovvero frammenti di esplosioni dai reattori 1 e 3. Di base il fisico afferma che l’Oceano sarà contaminato per sempre perché non c’è modo di contenere la perdita di materiale radioattivo nell’oceano.


TOKYO SI LAVA LE MANI, WASHINGTON SI ARMA
Sulla scarsa trasparenza (sic) del governo giapponese insistono in molti. Due giornalisti giapponesi della Fukushima Minpō e della Fukushima Broadcasting Co. intervistati da Nippon.com affermano che il governo non sta facendo nulla e che il tutto viene lasciato al governo locale che spesso se ne lava le mani lasciando i cittadini in balia di se stessi, mentre i livelli di radiazione non stanno assolutamente decrescendo.
Il governo giapponese, su sua stessa ammissione, ha affermato oggi che non ci sono piani di accelerare lo smantellamento dell’impianto prima del 2015.
Il vice  ministro  Ikko Nakatsuka alla conferenza stampa della Foreign Correspondents’ Club of Japan in Tokyo ha detto che “ciò che possiamo promettere al momento è che i lavoratori dell’impianto stanno ancora lavorando a rinforzare le capacità anti-sismiche e continueranno a  farlo, ma che non ci sono maggiori rischi all’Unità 4 che negli altri edifici”.  
Se, come alcuni dicono,  l’Unità 1 ha avuto il nucleo già fuso questa affermazione potrebbe sembrare tristemente vera. Sebbene lo scenario sembra sufficientemente apocalittico al peggio sembra non esserci fine.
Qualora il pubblico americano iniziasse a diventare consapevole della reale contaminazione delle proprie coste della catena alimentare potrebbe non essere facile per il governo tenere a bada il panico. Ecco che la notizia di un acquisto di 450 milioni di munizioni calibro 40 per il Dipartimento di sicurezza interno. Come mai il governo pensa di dover usare un numero così alto di munizioni per la difesa INTERNA del paese?
Non abbiamo risposte a molte o forse a nessuna di queste domande e supposizioni, ma continuare a chiedere ed esigere spiegazioni sembra l’unica possibilità rimasta.
Per approfondire su quello che è successo veramente a Fukushima e ciò che sta accadendo leggete i link all’interno dell’articolo e il dossier Fukushima: la verità.




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Scie chimiche: Mancata collisione tra f16 e un tanker


Mancata collisione tra f16 di base a trapani e altro Tanker che rilascia sostanze in atmosfera...
Dal minuto 3.45 rischiano una collisione con un tanker e dopo la conversazione con la torre di controllo dice chiaramente che è un aereo senza trasponder...sentite tutto...
http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=9CgbLaiRoo4

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I Maya lo avevano previsto: il 5-6 giugno venere transitera' davanti al sole

Un evento che si verificherà di nuovo solo tra 105 anni. Riportato dalla rivista scientifica Nature, è un evento unico per i ricercatori, in quanto sono le condizioni ideali per scoprire altri pianeti. L'astronomo Jay Pasachoff  ha dichiarato alla rivista inglese: "anche se noi scienziati siamo in grado di inviare sonde spaziali su altri pianeti,
per un esame più attento l’osservazione dei transiti dalla Terra fornisce informazioni uniche e ci dà l’opportunità di calibrare e migliorare il nostro metodo di ricerca dei pianeti extrasolari".Un'occasione unica quindi, per cercare di individuare nuovi pianeti lontano dal nostro. Il satellite della NASA A CRIMSAT monitorerà l'evento e ci si concentrerà soprattutto sull'atmosfera del pianeta Venere. Pasachoff ci tiene a sottolineare: "gli spostamenti sono molto rari, perciò perdere questa occasione sarebbe un crimine, lo dobbiamo ai futuri astronomi che osserveranno il passaggio nel 2117". Sembra proprio che il popolo Maya fosse a conoscenza di questo evento stando alle ultime scoperte dell'astronomo e archeologo Jesùs Galindo. Infatti, dopo la scoperta nella città di Mayapan di un antico dipinto murale, sembra che ciò che è stato scambiato per "fine del mondo" non fosse altro che l'evento in questione. Comunque ci tengo a ribadire che i Maya, non hanno mai parlato di fine del mondo, bensì di un periodo di transito.

Un onda d'urto ha investito il pianeta il 20 maggio alle ore 04:00


23 maggio 2012 - Un onda d'urto interplanetaria,probabilmente dovuta al brillamento solare di classe M5 sprigionatosi lo scorso 17 maggio, ha investito la Terra il 20 maggio intorno alle ore 02:00 UT(04:00)ora italiana L'arrivo dell'onda ha causato un intensa attività geomagnetica attorno ai poli del pianeta ed aurore boreali.L’impattoha prodotto una deformazione della magnetosfera terrestre di parecchie migliaia di chilometri intorno al pianeta.La strana coincidenza e che poco dopo la Terra tremava in Italia con un terremoto di magnitudo 6.1 richter che colpiva Bologna,Modena Ferrara, propagandosi per tutto il nord Italia.

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