La Risonanza di Schumann - Il "battito cardiaco" della Terra


Questo fenomeno di risonanza elettromagnetica globale prende il suo nome dal fisico Winfried Otto Schumann che lo previde matematicamente nel 1952.
La risonanza di Schumann avviene poiché lo spazio tra la superficie della Terra e la ionosfera conduttiva agisce come una guida d’onda.

Violento terremoto di magnitudo 7.1 colpisce l'Indonesia

10 dicembre 2012 - alle ore 16:53 UTC (17:53 italia),un violentissimo terremoto ha colpito l'arcipelago indonesiano,il sisma di magnitudo 7.1 richter e' avvenuto nella regione sismica denominata Banda sea (mare di Banda),ad una profondita' di 162 km.L’epicentro e’ stato localizzato a 208 km a nord-oves da Saumlaki.Vista la profondita' del sisma non si dovrebbe essere prodotta alcuna onda anomala.Restate sintonizzati per aggiornamenti...

Clamoroso fuorionda di Dmitri Medvedev: "gli alieni sono tra noi"

Sconcertante fuori onda di Dmitri Medvedev. Terminata la registrazione di una trasmissione televisiva, il premier della Federazione russa non si accorge di avere il microfono ancora aperto e si lascia andare a delle dichiarazioni che lasciano a dir poco perplessi i giornalisti e gli operatori in studio: “Io credo in Babbo Natale, anche se non troppo”, esordisce Medvedev. “Non sono di quelli che dicono ai bambini che non esiste”. E poi risfodera un suo vecchio pallino: gli extraterrestri: “Nella valigetta con i codici nucleari il presidente conserva una speciale cartella segreta contenente informazioni sugli alieni che hanno già visitato il nostro pianeta e insieme c’è anche un dossier riservato dei servizi col monitoraggio costante delle presenze extraterrestri sul nostro territorio”, dice il premier che poi cita “Men in black”, il film “in cui potrete trovare informazioni più dettagliate su questo argomento”. Poi, l’annuncio shock: “Non posso dirvi quanti di loro sono tra noi in questo momento, altrimenti si scatenerebbe il panico”

Terremoto Giappone: video della potente scossa sismica

7 dicembre 2012 - Questa mattina poco dopo le 09:00 italiane una potente scossa di terremoto ha colpito a largo della costa di Honshu in Giappone questo e' uno dei primi video caricati su youtube che mostra la potenza dell'onda sismica.

VIDEO

La sonda Voyager 1 scopre una nuova regione del Sistema Solare


La sonda Voyager 1 ha scoperto una nuova regione ai confini del Sistema Solare, una vera e propria 'autostrada magnetica' che potrebbe rappresentare l'ultima frontiera prima del tanto atteso ingresso nello spazio interstellare.


Lo comunicano gli esperti della Nasa riuniti a San Francisco per il convegno dell'American Geophysical Union (Agu).

Questa 'autostrada magnetica', lungo cui sfrecciano le particelle cariche, nasce dalla connessione delle linee del campo magnetico solare con quelle dello spazio interstellare. Questa connessione permette l'uscita delle particelle a bassa energia che nascono nella regione più vicina al Sole, la cosiddetta eliosfera, e allo stesso tempo consente l'ingresso di particelle ad alta energia provenienti dall'esterno.

Prima di entrare in questa regione, le particelle cariche rimbalzano in tutte le direzioni, come se fossero intrappolate in una specie di 'tangenziale' nella eliosfera. 

La direzione delle linee del campo magnetico in questa regione fa supporre che si trovi ancora all'interno dei confini del Sistema Solare: un brusco cambiamento è invece atteso in occasione dell'ingresso nello spazio interstellare.

Secondo i dati rilevati dagli strumenti del Voyager 1, la sonda sarebbe entrata temporaneamente nella regione lo scorso 28 luglio, per poi tornarci definitivamente lo scorso 25 agosto. ''Crediamo che questa sia l'ultima tappa del nostro viaggio verso lo spazio interstellare'', commenta Edward Stone, responsabile della missione Voyager presso il California Institute of Technology (CalTech) di Pasadena. 

''Nella migliore delle ipotesi mancano pochi mesi o al massimo un paio di anni . Questa nuova regione non è ciò che ci aspettavamo, ma ormai da Voyager 1 ci aspettiamo l'inatteso''. 

Nasa: la Terra sta per attraversare i detriti di un misterioso asteroide

Il picco della pioggia di meteoriti Geminidi è previsto per il 13 e 14 Dicembre ed è la più intensa dell’anno, essa si protrae per giorni ed è ricca di bolidi che possono essere visti da ogni punto del globo terrestre. Come ogni anno, nel periodo di Dicembre infatti, la Terra passerà attraverso un flusso di detriti rilasciati da uno strano oggetto che alcuni astronomi definiscono “cometa rocciosa”…il suo nome è 3200 Phaethon.
 

Il momento in cui passeremo nel bel mezzo di questo sciame di meteore sarà soprattutto durante la notte del 13-14 Dicembre; le Geminidi sono uno sciame meteorico unico, in quanto il loro corpo madre identificato non è una cometa, ma sembra piuttosto essere un asteroide! Tra le piogge di meteoriti a noi note, e studiate dagli scienziati che conoscono questo tipo di rocce spaziali, le Geminidi sono le uniche ad avere un corpo asteroidale come madre, tutti gli altri sono di origine cometaria. Per quanto lo conosciamo, 3200 Phaethon misura 5,10 km di diametro, ma considerando la quantità di detriti a noi visibili, ci si aspetterebbe che Phaethon possa essere un corpo molto più grande!
Phaethon è stato scoperto l’11 Ottobre 1983 dall’Infrared Astronomical Satellite (IRAS), e prende il nome dal mito greco di Phaethon, figlio del Dio del Sole Helios, per via del suo approccio ravvicinato col nostro Sole.
3200 Phaethon è tecnicamente classificato come un asteroide ed è il primo ad essere stato scoperto via satellite. Ma come poteva un asteroide produrre meteoroidi (frammenti rocciosi) che causano le Geminidi? Una delle teorie è che Phaethon, spaccato in parte da un altro oggetto spaziale, stia espellendo meteoroidi che fanno parte di tale spaccatura. Questo però non è compatibile con le altre cose che conosciamo riguardo le rocce spaziali. Un’altra teoria è che possa essere avvenuta una collisione con un altro oggetto migliaia di anni fa e questo potrebbe avere prodotto numerosi detriti nei quali la Terra si trova ora a viaggiarci attraverso. Tuttavia questa teoria sembra essere improbabile anche sulla base di altri elementi di prova. Un’altra teoria presuppone che Phaethon possa essere una cometa morta (il nucleo consumato di una cometa i cui ghiacci sono stati sbalzati a distanza) che poi ha prodotto i detriti nel passato e che ora stanno intersecando l’orbita della Terra. Ma non esiste alcuna prova di un’effettiva perdita di massa dall’oggetto spaziale in questione, perlomeno…non è mai stato segnalato…di recente.
Nel 2009 la sonda NASA “STEREO-A”, osservando 3200 Phaethon, aveva rilevato che, inaspettatamente, aveva aumentato la propria brillantezza di un fattore 2, quindi…era più luminoso. Questo effetto luminoso rilevato al perielio era probabilmente dovuto ad un rilascio di polvere emessa dall’oggetto, forse a causa di un riscaldamento e ad una conseguente spaccatura delle rocce avvenuta sulla propria superficie nel momento in cui Phaethon si era avvicinato al Sole. Questo ci porta quindi alla quarta teoria, che Phaethon è una cometa di tipo rocciosa. Il problema di questa teoria però…è che non spiega il motivo dell’enorme quantità di polvere rocciosa presente nel torrente delle Geminidi.
Per questo il corpo spaziale madre delle Geminidi rimane un mistero.
Di certo c’è da dire che, anche se l’orbita di 3200 Phaethon è ben conosciuta dagli scienziati, viene d’istinto ricordare ciò che era stato detto meno di un mese fa sull’asteroide denominato “Nibiru”, già…un nome fittizio, provvisorio…e perché non un nome di un nuovo asteroide come la NASA usa di solito fare? Forse perché stavano parlando di un asteroide ben conosciuto che aveva misteriosamente cambiato direzione? Forse parlavano di 3200 Phaethon?
 
Vogliamo ribadire che i famosi due articoli completi che uscirono (uno su AlJazeera il 2 Novembre, e l’altro sulla CNN il 4 Novembre) non erano affatto dei falsi, ma spiegavano in maniera dettagliata alcuni aspetti di una situazione che appariva ben poco chiara. Il fatto di aver tolto dopo poco tempo tutte le tracce di quegli articoli è stato qualcosa di veramente sospetto. Potremmo liquidare quella faccenda sostenendo che forse la NASA aveva commesso qualche errore di calcolo e che l’ingenuità dei giornalisti nel presentare una notizia come una sorta di “Doomsday” (giorno del giudizio) era stata giudicata di pessimo gusto ed inaccettabile da “chi dirige le vere danze” ai piani superiori…tanto da farli ritirare dai giornali immediatamente.
Vogliamo nuovamente elencarne alcune parti
Questo è un passaggio dell’articolo del giornalista Wayne Drash uscito sulla CNN, il 4 Novembre:
“Penso che sia un pochino prematuro definire questa come la fine del nostro mondo.” ha risposto Rob Murray, scienziato NASA, alla domanda fatta dalla nostra cronista. “C’è solo un 10% di probabilità che questo asteroide possa impattare sulla Terra, ma dobbiamo ricordarci delle conseguenze che potrebbe causare. Questo non sarà come un attacco nucleare alla Terra o qualcosa di simile.” L’asteroide, ha sorpreso la NASA verso la metà di Ottobre quando ha fatto la sua comparsa dopo essere stato mascherato (nascosto) da un fenomeno conosciuto come “Extreme Doppler Shift”…questa estensione naturale dell’effetto Doppler, ossia l’estremo cambio di marcia della luce ultravioletta emessa dall’Asteroide, appariva come “mascherato, nascosto” alle strumentazioni della NASA. Prima di lasciare la nostra corrispondente, Murray l’ha incoraggiata nel non divulgare il panico, “Si ricordi, abbiamo molti casi di asteroidi come questo. Y2k è uno di quelli che probabilmente la maggior parte della gente ricorda. Le persone tendono a sensazionalizzare. Semplicemente stia pronta e non cada in storielle (chiacchere), perchè posso garantirle che ci saranno altre novità.”
Quello che segue è invece un piccolo estratto dell’articolo uscito su AlJazeera, il 2 Novembre, dove a parlare è Charles Bolden, amministratore NASA:
“Questo asteroide era da tempo un sorvegliato speciale da parte delle agenzie governative ufficiali fin dal periodo del 2006. All’inizio ci si aspettava che l’asteroide potesse passare distante dalla Terra, ma è stato spinto inaspettatamente in una traiettoria che gli scienziati definiscono “serio percorso di eventi” (grave course of events). Charles Bolden spiega che per ora non ci sono risposte definitive a questo problema, ma che lavorerà con le agenzie governative per tentare di trovare una soluzione”.
Questo articolo, inoltre sottolineava che: “Recenti studi da parte della NASA rivelano che l’asteroide che da diversi anni stava ‘sconvolgendo’ le menti degli scienziati potrebbe scontrarsi contro la Terra”. Per ‘sconvolgere’ intendevano forse dire che creava da diversi anni molti interrogativi sulla sua vera origine? Questo è incredibile come coinciderebbe col fatto che 3200 Phaethon è proprio l’unico corpo spaziale che, da quando è stato scoperto, ha suscitato diverse teorie contrastanti tra gli scienziati. Potrebbe forse essere lo stesso “Oggetto” di cui parlava l’articolo di AlJazeera?
Detto questo, viene d’obbligo collegare un’altra importante notizia che fu pubblicata proprio qui, su Segnidalcielo, dove avevamo riportato i dettagli di una nuova “missione” che un team di ricercatori della NASA sta mettendo a punto per distruggere un asteroide minaccioso. Bong Wie, della Iowa State University, insieme al suo team, ha proposto HAIV, un “concetto” di missione capace di colpire un asteroide che minaccia la Terra mediante un’esplosione nucleare. Questa notizia uscì il 19 Novembre…proprio pochi giorni dopo la cancellazione degli articoli sopracitati e fu resa pubblica dalla NBC (uno dei tanti giornali che pubblicò uno degli articoli riguardante l’asteroide denominato Nibiru), come se volessero riprendere un discorso che era stato “rimangiato” bruscamente, servendolo all’opinione pubblica in un modo più appropriato…istruendo così le persone nella più idonea delle maniere, ma senza eliminare il fatto che…il pericolo rappresentato dagli asteroidi è reale ed è da prendere estremamente in considerazione.
L’allarme lanciato dall’Amministratore della NASA
Inoltre, non possiamo dimenticare le parole di Charles Bolden, amministratore NASA, divulgate pubblicamente in un video, il 18 Giugno 2011, sul sito ufficiale della NASA. Quelle parole non facevano riferimento a “semplici” uragani o terremoti e nemmeno a possibili attentati. Riportiamo qui di seguito una parte delle parole tratte dal video “NASA Family/Personal Preparedness”:
“Chiedo a tutti voi della famiglia della NASA, sia che abitiate sulla West Coast, sulla costa Est, sulla costa del Golfo, sui Grandi Laghi, pensate ai disastri naturali che potrebbero avvenire nella vostra zona, pensate ad attacchi come l’11 settembre, che possano arrivare da forze esterne, e parlate con le vostre famiglie dei vostri compiti, e di quello che loro debbono fare per prepararsi ad eventi imprevisti. Mettete a punto un piano di preparazione familiare, in casa vostra. Pensate ad una strategia di comunicazione per la famiglia. Dove possiamo riunirci tutti, se arriva un’emergenza e ci troviamo tutti in punti diversi della città? Cosa faremo? Ci chiameremo fra di noi con il cellulare? Pensate a cose del genere. Spero che adotterete il programma di preparazione delle famiglie, mentre tutti ci prepariamo al meglio per affrontare queste emergenze. Sappiate quello che fate. Sappiate che cosa farete, che cosa vorrete che faccia la vostra famiglia nel caso di una emergenza. Ma soprattutto siate preparati.”

La parole di Charles Bolden dicono tutto e dicono niente…e il problema è proprio questo…non trovano una vera collocazione.
Questo mese la Terra attraverserà il flusso delle Geminidi producendo 120 meteore ogni ora. Questo corpo spaziale splendente, 3200 Phaethon, ha forse cambiato leggermente la propria orbita e si troverà quindi più vicino del solito alla Terra nel periodo di Dicembre? 3200 Phaethon potrebbe essere addirittura un corpo ben più grande di quanto gli scienziati credevano…può forse avere un collegamento col corpo spaziale al quale facevano riferimento quegli “articoli misteriosi” riguardanti l’asteroide denominato provvisoriamente “Nibiru”?
La frase di Charles Bolden risuona come una melodia stonata e porta a pensare che si tratti davvero dello stesso asteroide, la vogliamo quindi riportare nuovamente: All’inizio ci si aspettava che l’asteroide potesse passare distante dalla Terra, ma è stato spinto inaspettatamente in una traiettoria che gli scienziati definiscono ‘serio percorso di eventi’ (grave course of events)”. Forse il presunto asteroide è stato davvero spinto su di una nuova traiettoria e il motivo di tutto questo potrebbe essere stato causato da una potente forza gravitazionale esercitata da una massa ciclopica in avvicinamento….quella del Pianeta X. Quel che sappiamo è che…ancora oggi quegli articoli scomparsi rimangono un vero mistero.
Scritto da Dan Keying

H.A.A.R.P. portera’ ad una catastrofe globale di monumentali proporzioni!


“Un improvviso sconvolgimento climatico portera’ ad una catastrofe globale di monumentali proporzioni, …portando intere nazioni a scomparire sotto il mare ed i pochi sopravvissuti a combattere per le scarseggianti risorse di cibo, acqua ed energia”. (Da un rapporto “segreto” del Pentagono).
C’E’ QUALCUNO CHE GIOCA CON I NUMERI?
Forse le date – 26 Dicembre 2002 (Ciclone Zoe in Polinesia), 26 Dicembre 2003 (terremoto in Iran), 26 Dicembre 2004, onda tsunami nelll’Oceano Indiano – sono solo una coincidenza.  Forse non è vero – al di là delle date -  che lo tsunami del Dicembre 2004, come suggeriscono alcuni siti di “cospirazionismo”,  è stato provocato da un esperimento tecnologico segreto (altri dicono addirittura “voluto”), ma questo non basta certo a scartare del tutto l’idea che con il controllo dell’atmosfera gli uomini non abbiano mai pensato di giocare. Anzi. Gli stessi sospetti dei “paranoici” riguardo al recente tsunami probabilmente non sarebbero mai potuti nascere, se le premesse, almeno generiche, per una tale follia non fossero esistite in primo luogo (la fantasia ha sempre bisogno di un appiglio reale, per poter dare i suoi frutti migliori).


IL PROGETTO H.A.A.R.P.
Nel corso dei secoli, i mutamenti climatici hanno rappresentato uno dei più potenti catalizzatori dei pensieri dell’uomo, influenzandone le credenze e le azioni, gli umori e le decisioni, sempre in un modo apparentemente casuale, ma in realtà guidati dalla ferrea logica della natura.
Tuttavia dalla rivoluzione industriale ad oggi qualche ferita abbiamo incominciato ad infliggergliela, e la Terra oggi non è certo più quella dei giorni antichi, dove tutto era in perfetto equilibrio bio-ambientale.
Ma mentre i più visibili sembrerebbero gli allarmi della comunità scientifica sul surriscaldamento globale, il rischio maggiore è forse quello, praticamente ignorato dai mass-media, di un mutamento climatico a scopi militari.

Esiste infatti dal 1992 un progetto del Dipartimento della Difesa Statunitense, coordinato dalla Marina e dall’Aviazione, denominato HAARP (High-Frequency Active Auroral Research Program). E’ il cuore vero e proprio del più vasto – e ben più noto – programma di “Guerre Stellari”, avviato nei primi anni Ottanta sotto le amministrazioni Reagan-Bush, che ora sta accelerando la sua corsa drogato da una spesa militare mai vista in precedenza, giustificata dal solito bipensiero orwelliano: “La guerra è pace”.
La base principale di HAARP occupa un’estesa area a Gakona, in Alaska, sul cui terreno è installata una serie di 180 piloni d’alluminio alti 23 metri, su ognuno dei quali si trovano una coppia di antenne per la banda bassa ed una per la banda alta, in grado di trasmettere onde ad alta frequenza fino ad una distanza di 350 km. Queste onde sarebbero indirizzabili verso zone strategiche del pianeta, sia terrestri che atmosferiche.
Come spesso succede, la facciata dell’operazione ha nobili scopi: lo studio accademico della ionosfera e lo sviluppo di nuove tecniche radar, che permettano agevoli comunicazioni con i sottomarini e rendano possibili radiografie di terreni, in modo da rilevare armi od attrezzature a decine di km di profondità; a conferma di ciò, è online il sito del progetto, che dipinge l’immagine di un’innocua stazione scientifica, con tanto di webcam. (1)
La realtà, come sempre, va cercata oltre la superficie.
DA TESTLA A EASTLUND
Negli anni Ottanta Bernard J. Eastlund, fisico texano del MIT di Boston, ispirandosi alle scoperte di Nikola Tesla, registrò negli Stati Uniti il brevetto n° 4.686.605 denominato “Metodo ed attrezzatura per modificare una regione dell’atmosfera, magnetosfera e ionosfera terrestre”, a cui ne fece seguire altri undici. In uno di questi era descritta la proprietà riflessiva della ionosfera per utilizzi come “sistemi di raggi energetici”, “esplosioni nucleari graduali senza radiazioni”, “sistemi di rilevamento e distruzione di missili nucleari” e “sistemi radar spaziali”.

Alcune di queste invenzioni furono acquisite dalla ARCO, proprietaria di ampie riserve di gas naturale in Alaska, le quali potevano in questo modo essere riconvertite in energia elettrica redistribuibile tramite la ionosfera ai propri clienti in tutto il mondo: la visione di Tesla di distribuire energia senza fili e gratis nelle case di tutto il mondo stava in parte per realizzarsi, seppur concettualmente distorta da forti interessi economici. (Su Nikola Tesla, un genio tanto ignoto alla storia quanto è grande il debito dell’umanità nei suoi confronti, è in preparazione una apposita scheda).
Inoltre, queste invenzioni rendevano possibile manipolare il clima, quindi creare pioggia quando necessario per favorire l’agricoltura o neutralizzare fenomeni distruttivi quali tornado ed uragani.
A questo punto entrò in scena il governo, e la storia si fece più complicata.
Tutti i brevetti di Eastlund vennero dapprima sigillati sotto un ordine di massima segretezza, per poi passare alla E-Systems, una delle maggiori fornitrici di tecnologie avanzate ai servizi segreti di molte potenze mondiali, assorbita poi dalla Raytheon, una delle quattro maggiori fornitrici della difesa Usa, produttrice dei missili Tomahawk, Stinger (questi spesso finiti nelle mani di paesi “canaglia” e gruppi terroristici”), e dei famigerati Bunker Buster. Le connessioni con il potere sono riassumibili nella figura di Richard Armitage, oggi Vicesegretario di Stato e Viceministro degli Esteri nell’amministrazione Bush. Armitage, già consulente, membro del consiglio d’amministrazione, firmatario e convinto sostenitore del PNAC, risulta anche implicato in molte operazioni segrete della CIA dal Vietnam ad oggi.
Secondo le scoperte di Eastlund, dirigere la potenza di HAARP verso uno specifico punto della ionosfera la farebbe riscaldare al punto da innalzarla fisicamente, in modo da creare un rigonfiamento altamente riflettente, definito da lui “effetto lente”, in grado di convogliare i raggi sulla terra con effetti devastanti: la potenza di tali onde sarebbe tale da provocare modificazioni molecolari dell’atmosfera, causando – a seconda delle diverse frequenze – cambiamenti climatici, la possibile disgregazione di processi mentali umani, e forse anche, appunto, effetti sui movimenti tettonici di magnitudine imprecisata.
STRATEGIE GLOBALI
Gli avvenimenti geopolitici attuali potevano essere intuiti già anni fa, leggendo profetici libri come la Grande Scacchiera di Zbygniew Brzezinsky, del 1997, o i testi programmatici del PNAC, Project for a New American Century, dello stesso anno.
lo stesso possiamo fare ora analizzando scritti e dichiarazioni di influenti pensatori ed alti vertici militari, rispetto ad un futuro relativamente vicino.

Lo stesso Brzezinsky, consigliere della Sicurezza ai tempi di Carter, già nel 1970 scriveva nel suo libro “Tra due Età’”: ” La tecnologia renderà disponibile, ai leader delle principali nazioni, tecniche per condurre operazioni di guerra segrete, che richiederanno l’impiego di un esiguo numero di forze di sicurezza [...] Tecniche di modificazione climatica potranno essere impiegate per produrre prolungati periodi di siccità o tempesta”. Risalgono infatti a quei tempi, seppur in forma rudimentale, i primi studi relativi alla guerra climatica, come il Progetto Popeye per estendere la stagione dei monsoni in Vietnam.
Il documento più interessante è lo studio redatto da sette ufficiali dell’esercito Usa nell’Agosto del 1996, intitolato: ” Il clima come moltiplicatore di potenza: averne il controllo nel 2025″, nato da una direttiva del Comandante delle forze aeree statunitensi, tesa a stimolare un dibattito intellettuale tra i membri dell’esercito, in cui si afferma: “Nel 2025 le forze aereospaziali Usa potranno avere il controllo del clima se avranno capitalizzato le nuove tecnologie sviluppandole nella chiave delle applicazioni di guerra. [...] Dal miglioramento delle operazioni degli alleati e dall’annullamento di quelle del nemico tramite scenari climatici “su misura”, alla completa dominazione globale delle comunicazioni e dello spazio, la modificazione climatica offre al chi combatte una guerra un’ampia gamma di possibili modi per sconfiggere o sottomettere l’avversario”. (2)
Questi propositi sono confermati da un successivo studio del 2003, intitolato “Padroneggiare l’ultimo campo di battaglia: i prossimi avanzamenti nell’uso militare dello spazio” ad opera del Project Air Force della Rand Corporation, un think-thank legato alle lobbies del petrolio e delle armi che ha avuto come amministratore Donald Rumsfeld, e nel cui consiglio di amministrazione figura Lewis Libbey, socio fondatore del PNAC ed attuale direttore del personale di Dick Cheney.
Il concetto alla base di questo rapporto è la “Full Spectrum Dominance”, vale a dire una politica di eccezionali investimenti militari mirati alla conquista ed al mantenimento di una posizione di superiorità nello spazio, se non addirittura di un suo controllo assoluto.
Il che obbligherebbe chi volesse contrastare l’impero a farlo esclusivamente via terra e mare.
Al riguardo, sono particolarmente significative le parole del Comandante in Capo del comando spaziale Usa, Joseph W. Ashy: “Alcune persone non vogliono sentirne parlare. ma assolutamente siamo prossimi a combattere nello spazio. Combatteremo dallo spazio e nello spazio. Un giorno o l’altro colpiremo obiettivi terrestri – navi, aeroplani e obiettivi sulla terraferma – dallo spazio.”
Il 22 Febbraio del 2004, l’Observer ha pubblicato un rapporto “segreto”, commissionato da Andrew Marshall, influente consigliere di Rumsfeld, che sarebbe sfuggito al Pentagono, e che conclude: “Un improvviso sconvolgimento climatico porterà ad una catastrofe globale di monumentali proporzioni, che comprende una guerra nucleare e disastri naturali, portando intere nazioni a scomparire sotto il mare ed i pochi sopravvissuti a combattere per le scarseggianti risorse di cibo, acqua ed energia”.
Può sembrare la descrizione di un futuro remoto da film Hollywoodiano, ma già nel 2006 avverrà il lancio dimostrativo nella stratosfera del Falcon, un drone armato di testate nucleari in grado di volare all’altezza di 100.000 piedi, alla velocita’ di 12 volte quella del suono, virtualmente inattaccabile, i cui futuri sviluppi lo renderanno in grado di colpire ovunque partendo dal territorio degli Stati Uniti.
Il 2006 è anche l’anno in cui HAARP verrà dotato dei restanti trasmettitori, portandolo alla massima potenza. Sempre per aiutare l’agricoltura?
LA COMUNITA’ SCIENTIFICA
Sono molte le voci di protesta riguardanti questi folli e distruttivi progetti. Fra queste, la scienziata di fama mondiale Rosalie Bertell denuncia che “gli scienziati militari degli Stati Uniti stanno lavorando sui sistemi climatici come potenziale arma. I metodi includono l’accrescimento delle tempeste e la deviazione dei fiumi di vapore dell’atmosfera terrestre per produrre siccità o inondazioni mirate”. Richard Williams, fisico e consulente dell’Università di Princeton, dice che “i test di surriscaldamento della ionosfera sono un atto irresponsabile di vandalismo globale [...] HAARP potrebbe essere un serio pericolo per l’atmosfera terrestre. Con esperimenti di questo tipo, potrebbero essere fatti danni irreparabili in poco tempo”.
Alcuni ricercatori già oggi sospettano dei collegamenti con i recenti sconvolgimenti climatici, terremoti, uragani, maremoti, diffuse siccità. (3)


LA RUSSIA
Il Parlamento Russo, la Duma, ha rilasciato nel 2002 il seguente comunicato, firmato da 188 deputati: “Sotto il programma HAARP, gli Stati Uniti stanno creando nuove armi geofisiche integrali, che possono influenzare gli elementi naturali con onde radio ad alta frequenza. Il significato di questo salto è comparabile al passaggio dall’arma bianca alle armi da fuoco, o dalle armi convenzionali a quelle nucleari”. Alcuni scienziati temono che la ionosfera possa collassare per squilibrio elettrico, concludendo: “Possiamo davvero rischiare di manomettere qualcosa che ancora non comprendiamo del tutto, e che appartiene ad ogni forma di vita (non solo umana) su questo pianeta?”
Recentemente il presidente russo Putin ha annunciato di aver sviluppato un nuovo tipo di missile balistico telecomandato, in grado di mutare tragitto durante il viaggio e rendendo dunque virtualmente inutile la difesa dello scudo spaziale: che sia un bluff o no, è certo che i progetti militari Statunitensi degli ultimi anni hanno generato una corsa agli armamenti senza precedenti che andrebbe decisamente ridimensionata e regolamentata; purtroppo, ciò viene ostacolato dal fatto che l’unica superpotenza rimasta si sia arrogata il diritto di giudicarli a seconda dei propri interessi come malvagi o meno, venendo così di fatto a creare le premesse per una nuova guerra fredda di dimensioni globali.
La Russia stessa ha portato avanti alcuni progetti basati sulle scoperte di Tesla fin dagli anni Cinquanta, in parallelo alle sperimentazioni degli Stati Uniti, salvo poi rallentarli anche a causa del collasso economico. Chissà se un certo Emmanuel Todd, il ricercatore francese che predisse la fine dell’ impero sovietico nel 1976 (“Il crollo finale”), non abbia ragione ancora questa volta: analizzando gli stessi indicatori, nel suo ultimo lavoro “Dopo l’impero”, del 2003, ha preannunciato la dissoluzione dell’ultima restante superpotenza.
Per ora, la Cina tace.
Come affermò Brecht: “La scienza, al servizio del potere, crea solo danni all’intera Umanità”.
Scritto da Roberto Toso per www.luogocomune.net



Improvvisa inversione polare: e' già accaduto 41mila anni fa



Un gruppo di ricercatori avrebbe provato in via definitiva che un rovesciamento improvviso e repentino si sarebbe già verificato sulla Terra circa 41mila anni fa. La ricerca è stata condotto dal Centro di Ricerca tedesco per le Geoscienze (GFZ). I ricercatori hanno esaminati dei campioni del Mar Nero che mostrano tale inversione improvvisa della polarità terreste. Infatti questi campioni prelevati e studiati hanno dimostrato che il loro magnetismo era diametralmente invertito e tale inversione secondo
gli studiosi non può che essere avvenuta in maniera istantanea. Il gruppo di ricerca guidato dal Dott. Norbert Nowaczyk e dal Prof. Helge Arz, non si è limitato a studiare solo i campioni del Mar Nero ma ha ampliato il suo raggio operativo in zone come il Nord Atlantico, il Pacifico del sud e le isole Hawaii. Gli studi condotti in queste zone hanno ulteriormente evidenziato che l’inversione dei poli ha riguardato ovviamente tutto il mondo e quindi non si può più parlare di anomalie magnetiche relative ad alcune zone, ma di un vero e proprio evento improvviso a livello globale. I risultati di questa ricerca sono stati pubblicati anche sulla rivista Terra and Planetary Science Letters. Lo studio condotto ha inoltre evidenziato per la prima volta, la velocità di tale rovesciamento dei poli magnetici così come spiega lo stesso Dott. Norbert Nowaczyk: “La geometria del campo di polarità invertita, con linee di campo puntano nella direzione opposta rispetto alla configurazione attuale, durata solo circa 440 anni, ed è stata associata con una intensità di campo che era solo un quarto del campo di oggi. I cambiamenti di polarità effettive durarono solo 250 anni. In termini di tempi geologici, che è molto veloce. Durante questo periodo, il campo era ancora più debole, con solo il 5% della forza del campo attuale. Come conseguenza, la Terra in quel frangente perse quasi completamente lo scudo di protezione contro i raggi cosmici principali, con conseguente esposizione alle radiazioni”. Quanto dichiarato dal Dott. Nowaczyk è provato dai picchi di Berillo radioattivo presenti nei carotaggi di ghiaccio recuperati nella calotta glaciale della Groenlandia dieci volte superiori alla norma così come il Carbonio radioattivo e ciò, secondo gli studiosi del gruppo di ricerca non può che essere stato determinato da una collisione di protoni ad alta energia provenienti dallo spazio cosmico che si sono scontrati con gli atomi dell’atmosfera. Il fatto che tale inversione di polarità si è verificata nel passato del pianeta Terra, è noto già da circa 45 anni e fu scoperto dopo una analisi della magnetizzazione delle colate laviche nei pressi del villaggio di Laschamp nella zona di Clemont-Ferrand nel Messico centrale. Infatti i campioni di lava prelevati differivano di molto rispetto all’attuale campo magnetico terrestre e da allora infatti questo fenomeno è conosciuto come ‘evento di Laschamp’ anche se i dati dei campioni prelevati in Messico hanno dato solo una parte delle letture del campo magnetico mentre invece quelli prelevati recentemente dal gruppo di ricerca tedesco evidenziano rendono una immagine più completa oltreché approfondita della variabilità ad alta risoluzione temporale. Gli scienziati inoltre stanno studiando se a generare l’improvvisa e repentina inversione del campo magnetico terrestre siano stati degli altrettanto improvvisi cambiamenti climatici con l’ausilio dell’eruzione di un super vulcano avvenuta circa 39500 anni fa che fra l’altro era situato laddove ora si trova l’Italia e più precisamente nell’area adesso conosciuta come i ‘Campi Flegrei’. Si è trattato della più grande eruzione vulcanica conosciuta ad oggi verificatasi negli ultimi 100mila anni e le ceneri di tale eruzione con i suoi 350km cubici di roccia e lava espulsi, sono andati a distribuirsi sia su tutto il Mediterraneo orientale per arrivare persino nella Russia centrale. I tre scenari estremi riportati nella ricerca del gruppo tedesco, ossia: Esplosione vulcanica, cambiamenti climatici estremi ed inversione di polarità improvvisa sono stati studiati per la prima volta nella storia della scienza e catalogati con un ordine cronologico ben preciso.

AGS Cosmo

Per la prima volta gli archeologi entrano nella tomba maya di Palenque



È il color rosso sangue delle pareti il primo elemento che ha colpito gli archeologi dell'Istituto nazionale messicano per l'Antropologia e la Storia (INAH) che per la prima volta hanno potuto esplorare una tomba di 1.500 anni fa la cui esistenza era nota già dal 1999, ma in cui finora erano potuti entrare solo virtualmente grazie a una sonda munita di minitelecamera.
Oltre agli straordinari dipinti rossi, la tomba contiene anche 11 vasi e vari pezzi in giada. Il rosso, simbolo del sangue e della forza vitale per i Maya, era usato spesso per adornare le tombe dei sovrani, spiega David Stuart della University of Texas di Austin. Ma l'identità del suo occupante non è ancora nota. La tomba si trova a Palenque, nell'attuale Messico meridionale; fu un importante centro politico e religioso dei Maya dal 500 al 700 a.C., e oggi è uno dei più importanti siti archeologici delle Americhe.

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Benché finora non siano state avvistate ossa, si ritiene che la tomba custodisca i resti di di K'uk' B'ahlam, che regnò dal 431 al 435 d.C e fu il fondatore della dinastia Pakal. Ma secondo i ricercatori, lo stile della tomba e il vasellame in essa contenuto rimandano a un periodo più tardo. Palenque non era una delle più grandi città maya, ma ha restituito agli archeologi un tesoro di iscrizioni, rilievi, strutture architettoniche di immenso valore scientifico.
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L'impossibilità di accedere alla tomba ha fatto si che queste nove figure umane dipinte che adornano le pareti della tomba si conservassero. Non si sa chi o cosa rappresentino queste figure, ma lo stile del disegno ha permesso di datarle tra il 400 e il 550 d.C., corrispondente alla prima fase di questa città-stato dei Maya.
I murali color cremisi che costituiscono la principale caratteristica della tomba sono in realtà abbastanza inusuali per Palenque, sito rinomato per le immagini molto realistiche, dice Stuart. "Qui invece sono più schematiche, come se fossero state dipinte in fretta". L'Impero Maya, che si estendeva dal Messico meridionale attraverso il Guatemala e nel Belize settentrionale, fiorì dal 250 al 900 d.C., quando finì misteriosamente.
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Il re "Serpente Giaguaro"
Una delle pareti della tomba raffigura il sovrano di Palenque Kan Bahlam - Serpente Giaguaro - che sfoggia un elaborato copricapo e uno scudo. Come le altre otto figure dipinte nella tomba, anche questo forse rappresenta un antenato regale dell'occupante della tomba, ipotizza Stuart.
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"La raffigurazione di nove antenati sembra ricorrere anche in altre sepolture reali di Palenque, come ad esempio la grande tomba dello stesso Pakal situata nel Tempio delle Iscrizioni".  
Pakal, il più celebre sovrano di questa regione, salì al potere nel 615 d.C all'età di 12 anni e regnò fin dopo gli 80. Trasformò Palenque in una metropoli fiorente; ma poiché gran parte degli edifici da lui costruiti vennero edificati su altri già esistenti, poco si sa del periodo che precedette il suo regno. 
Se la nuova tomba, come i ricercatori sospettano, è più antica di quella di Pakal, potrebbe offrire preziose testimonianze sul periodo che precedette il celebre sovrano.
I prossimi scavi contribuiranno a datare la tomba e forse a identificare con certezza l'identità del defunto. Il team dell'INAH è composto da circa 60 persone, ma nella tomba possono entrare al massimo in gruppi di due o tre, e muniti di tute speciali per non alterare la temperatura e l'umidità all'interno della sepoltura.

Psicosi della fine del mondo, si temono suicidi di massa!



Gli astronomi temono il lato oscuro di voci apocalittiche. Gli scienziati della NASA si interessano, e non per la prima volta, all’apocalisse Maya perché temono che gli adolescenti spaventati potrebbero suicidarsi in massa. Almeno quelli più fragili, vicini a conrrenti new age estreme e guru poco raccomandabili.
“Ci sono letteralmente milioni di persone che hanno paura – che pensano che il mondo finirà“, ha detto David Morrison , un astrobiologo della NASA Ames Research Center.

Una voce particolarmente pervasiva riguarda un pianeta fittizio, che i Sumeri avrebbero presumibilmente scoperto, chiamato Nibiru. Sulla sua attuale orbita è previsto uno scontro con la Terra il 21 dicembre 2012, solstizio d’inverno di quest’anno. Alcune persone sono così preoccupate per l’apocalisse imminente che non riescono a dormire o mangiare.E qualcuno potrebbe anche farla finita in un circolo vizioso d’isteria che si sta cercando di fermare.

Insomma adolescenti e non solo che contemplano il suicidio come un modo per evitare il caos della fine dei tempi, secondo Morrison. “Anche se questo è uno scherzo per alcune persone e un mistero per gli altri, vi è un nucleo di persone che sono veramente preoccupati“, ha detto lo scienziato. A nome della NASA, Morrison risponde regolarmente a domande su indagini scientifiche presentate direttamente dal pubblico. Tuttavia, negli ultimi anni, domande legittime sono stati “travolte” da domande sul giorno del giudizio aspettando il 21 dicembre 2012.

Morrison afferma di aver ricevuto molte lettere ed e-mail da parte di persone ansiose ma è particolarmente preoccupato per gli effetti che i rumors potrebbero avere sui giovanissimi. “Penso che sia male per le persone diffondere voci su Internet per spaventare i bambini”. Nibiru è stato tirato in ballo originariamente per il 2003, ma essendo passata indenne la prima data, il riciclo per il 2012 è stato facile. Gli scienziati della NASA sottolineano che non vi è alcuna base scientifica per considerare una profezia Maya sulla fine del mondo realistica. Ammesso e non concesso che il lungo computo dicesse che il mondo avrebbe finito il suo ciclo vitale in questo ultimo mese del 2012. Se un pianeta si stesse dirigendo verso la Terra, gli astronomi avrebbero dovuto vederlo almeno un decennio fa. La gente sarebbe anche in grado di vederlo a occhio nudo. Sarebbe, infatti, l’oggetto più luminoso del cielo dopo il Sole e la Luna. “Si può sfatare questa diceria da soli. Non c’è bisogno di chiedere al governo o chiedere scienziati. Basta uscire e guardare il cielo. Non troverete non nuovo oggetto luminoso in direzione della Terra” ha detto Morrison. Per chi ancora avesse dei dubbi, nonostante nel nostro piccolo anche noi abbiamo cercato ri rassicurarvi, facciamo nostro il consiglio dello scienziato. Alzate gli occhi al cielo e tirate un sospiro di sollievo. 

Di Ufoonline

Fonte:http://www.ufoonline.it/2012/11/30/la-nasa-spaventata-dai-suicidi-aspettando-nibiru/

Sorprendente scoperta sulle nane brune possono avere pianeti gemelli della Terra


Per la prima volta, gli scienziati hanno fatto una sorprendente scoperta sulle nane brune che sfida le teorie di formazione dei pianeti rocciosi delle dimensioni della Terra.
Per la prima volta, gli scienziati hanno fatto una sorprendente scoperta  sulle nane brune che sfida le teorie di formazione dei pianeti rocciosi delle dimensioni della Terra attorno a queste strane stelle. Utilizzando ALMA (Atacama Large Millimeter / submillimeter Array),
un radiointerferometro astronomico all’avanguardia,
un team internazionale di astronomi ha svelato per la prima volta che la zona esterna di un disco di polvere che circonda una nana bruna contiene grani di polvere della dimensione del millimetro, come quelli che si trovano nei dischi più densi intorno alle stelle neonate.

La sorprendente scoperta sfida le teorie di formazione dei pianeti rocciosi delle dimensioni della Terra e suggerisce che i pianeti rocciosi potrebbero essere ancora più comuni del previsto nell’Universo.

Da tempo gli scienziati ritengono che i pianeti rocciosi si formino attraverso le collisioni casuali di quelle che inizialmente sono le particelle microscopiche nel disco di polvere che circonda una stella. Questi piccoli grani, conosciuti come polvere cosmica, sono simili a fuliggine molto sottile o alla sabbia. Tuttavia, nelle zone esterne intorno ad una nana bruna – un tipo particolare di oggetto celeste che possiede una massa più grande di quella di un pianeta, ma più piccola di quella del Sole – gli astronomi si aspettavano che i grani di polvere non potessero crescere perché i dischi erano poco densi e le particelle troppo veloci per restare unite dopo una collisione.

“Siamo rimasti completamente sorpresi di trovare i grani di dimensioni millimetriche in questo disco piccolo e sottile”, ha dichiarato Luca Ricci dell’Istituto di Tecnologia della California negli Stati Uniti, che ha guidato il team di astronomi internazionali provenienti dagli Stati Uniti, dall’Europa e dal Cile. “I grani di polvere di tali dimensioni non dovrebbero essere in grado di formarsi nelle regioni esterne e fredde di un disco attorno ad una nana bruna, ma sembra che lo facciano. Non possiamo essere sicuri se un pianeta tutto roccioso possa svilupparssi in questa zona, o se l’ha già fatto, ma siamo solo ai primi passi, ma stiamo per prepararci a modificare le nostre ipotesi sulle condizioni necessarie perché si formino dei pianeti rocciosi”, ha spiegato.

La maggiore risoluzione di ALMA rispetto ai precedenti telescopi anche ha permesso al team di individuare il monossido di carbonio intorno alla nana bruna – e si tratta della prima rilevazione del gas molecolare freddo in un disco di questo tipo. Questa scoperta, insieme a quella delle dimensioni dei grani di polvere, suggerisce che il disco sia molto più simile di quanto si sospettasse a quelli intorno alle stelle giovani.

Ricci ed i suoi colleghi hanno realizzato la loro scoperta con la schiera di radiotelescopi ALMA – che tra l’altro non è ancora completa – ad alta quota nel deserto cileno. Si tratta di un progetto astronomico sviluppato in collaborazione tra Europa, Nord America, Asia orientale e Cile, che comprende uno schieramento di 66 radiotelescopi da 12 e 7 metri. ALMA offrirà la possibilità di studiare la nascita delle stelle nell’universo primordiale e di ottenere immagini dettagliate della formazione delle stelle e dei pianeti nell’universo locale. Il costo previsto è di circa un miliardo di dollari statunitensi. ALMA dovrebbe essere pienamente operativo nel 2013, ma gli astronomi hanno iniziato le osservazioni con una schiera parziale di antenne nel 2011.

Gli astronomi hanno puntato ALMA verso la giovane nana bruna ISO-Oph 102, conosciuta anche come Rho-Oph 102, nella regione di formazione stellare Rho Ophiuchi situata nella costellazione di Ofiuco (Serpentario). Con una massa di circa 60 volte quella di Giove, ma solo il 6% di quella del Sole, questa nana bruna è  troppo piccola per innescare le reazioni termonucleari con cui le stelle riescono a produrre luce e radiazioni. La nana bruna emette solo il calore prodotto dalla lenta contrazione gravitazionale e brilla di un colore rossastro, anche se molto meno intensamente di una stella.

ALMA ha raccolto la luce di lunghezze d’onda di circa un millimetro emessa dal materiale del disco riscaldato dalla nana bruna. I grani del disco non emettono radiazioni a lunghezze d’onda molto più lunge delle proprie dimensioni, quindi si sarebbe dovuta misurare una brusca diminuzione di luminosità alle lunghezze d’onda maggiori. ALMA è lo strumento ideale per la misurazione di questa decrescita e quindi per misurare le dimensioni dei grani. Gli astronomi hanno confrontato la luminosità del disco a lunghezze d’onda tra 0,89 mm e 3,2 mm. Il calo di luminosità da 0,89 mm a 3,2 millimetri non era così ripido come previsto, dimostrando che almeno alcuni dei granuli hanno dimensioni di un millimetro ma anche di più.

Nel prossimo futuro, il telescopio completo ALMA sarà abbastanza potente da ottenere le immagini dettagliate dei dischi intorno a Rho-Oph 102 e ad altri oggetti.”Saremo presto in grado non solo di rilevare la presenza di piccole particelle nei dischi, ma anche di mappare la loro distribuzione nel disco circumstellare, spiegando come interagiscono con il gas che abbiamo rilevato anche nel disco. Questo ci aiuterà a capire meglio come si formano i pianeti,” ha aggiunto Ricci.

Scritto da Hoda Arabshahi il 02.12.2012

Strani segnali dalla caldera di Yellowstone. L'antico vulcano vuole tornare in attività?


Qualcosa di strano sta accadendo a Yellowstone! Oppure, qualcosa di strano sta accadendo agli strumenti che monitorano l'attività sismica del vulcano più pericoloso di tutto il pianeta. Osservando i dati forniti dell'osservatorio di Norris Junction emerge qualcosa di veramente molto strano.
A partire dalle ore 18:00 del 28 novembre 2012, le registrazioni sismiche sembrano come impazzite e completamente fuori scala (vedi sotto). 


Attualmente (2 dicembre 2012), le letture non sono ancora tornate alla normalità, ma segnano un'attività sismica particolarmente intensa. Cosa sta succedendo alla Caldera di Yellowstone? Il vulcano vuole tornare a svegliarsi? Oppure si tratta di un semplice malfunzionamento degli strumenti? Di seguito, è possibile osservare l'immagine dell'attività sismica del 28 novembre 2012, che fino alle 18:00 sembrava nella norma, finchè non sono cominciate queste letture "pazze". [Vedi dati originali].
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Nel momento in cui scrivo questo post, la situazione non sembra ancora cambiata. Nei giorni successivi, 29 novembre30 novembre e 1 dicembre, i dati sono ancora fuori scala. Di seguito la lettura dell'1 dicembre.
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Cosa sta succedendo a Yellowstone? Cercando nella rete, non sembra esserci ancora nessuna spiegazione ufficiale alle anomalie registrate nei dati sismici della caldera. La prima ipotesi che potrebbe quietare i nostri cuori è che si tratti di un malfunzionamento dei sismografi. La seconda ipotesi, molto più inquietante, è che il vulcano, dopo una lunga pausa di 74 mila anni, abbia deciso di riprendere la sua attività.
Il vulcano presente sotto il Parco Nazionale di Yellowstone misura circa 70 km di lunghezza, 30 km di larghezza ed è posto a 8 km di profondità sotto la crosta terrestre, potenzialmente uno dei vulcani più grandi del mondo. Dal 2004 il livello del magma è salito a un ritmo record di sei centimetri l'anno e gli esperti temono la possibilità di un'eruzione, la terza negli ultimi 2,1 milioni di anni.
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Tra il 2007 e il 2010, il vulcano sembra essere rimasto in stallo, ma da complessivamente il terreno intorno al vulcano si è sollevato di circa 25 centimetri. "Questa è una osservazione straordinaria, soprattutto in un'area così vasta", ha dichiarato Bob Smith, professore di geologia presso l'Università dello Utah.
La mancanza di dati affidabili impedisce di stabilire se e quale sia un periodo di rischio certo: sta di fatto che nel caso di un'eruzione esplosiva questa sarebbe mille volte più potente di quella del monte St Helens e potenzialmente in grado di rendere inabitabili due terzi degli Stati Uniti. Milioni di persone rimarrebbero senza casa, i fumi tossici inquinerebbero le colture e fonti d'acqua.
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http://ilnavigatorecurioso.myblog.it

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