Scoperte straordinarie dune su Titano!

Nuove analisi dei dati radar della Missioni Cassini in una partnership tra NASA, European Space Agency (ESA) e Agenzia Spaziale Italiana riguardanti Titano, il più grande dei satelliti di Saturno, hanno rivelato un estesa presenza di dune che mostrano variazioni con il passare del tempo e sono diverse a seconda della loro latitudi
ne e altitudine.

Le dune occupano circa il 13% della superficie di Titano per un area complessiva più o meno equivalente a quella del Canada. Le dune si formano nella regione equatoriale e nell emisfero settentrionale tendono ad essere più strette. Ciò può essere dovuto all orbita ellittica di Saturno: Titano orbita attorno a Saturno e assieme ad esso attorno al Sole in un anno che dura quasi trent anni terrestri. Ogni stagione su Titano dura quindi oltre sette anni terrestri e a causa dell orbita ellittica di Saturno l emisfero meridionale ha estati più brevi ma più intense. Di conseguenza le regioni meridionali sono più secche e la sabbia più essere trasportata più facilmente dai venti che creano le dune.

Una conferma a quest ipotesi viene dal fatto che mari e laghi di etano e metano liquido sono più comuni nell emisfero nord, dove bagnano la sabbia che di conseguenza è più difficile da trasportare dai venti.

Le immagini radar della regione di Belet, in un area depressa, mostrano dune larghe con coltri di sabbia più spesse tra di esse. I maggiori campi di dune di Titano sono di questo tipo. Le dune terrestri nel deserto dell Oman sono di questo tipo.
Le dune in aree più elevate e a latitudine maggiore come quelle della regione di Fensel tendono ad essere più sottili e più separate le une dalle altre. Le dune terrestri del Kalahari in Sud Africa e Namibia sono di questo tipo. Da ciò si deduce che ad elevate altitudini ci sia poca sabbia disponibile per formare dune.
Nonostante queste similitudini, ci sono notevoli differenze tra le dune terrestri e quelle di Titano. Innanzitutto le dimensioni: le dune di Titano sono gigantesche secondo gli standard terrestri perché la loro larghezza media è di uno o anche due chilometri, la loro lunghezza può essere di centinaia di chilometri e la loro altezza è attorno ai cento metri.

Un altra differenza è nella composizione delle dune: la sabbia delle dune terrestri è composta di silicati mentre quella di Titano è composta di idrocarburi solidi che precipitano dall atmosfera. Essi si aggregano in granelli delle dimensioni di millimetri attraverso un processo ancora sconosciuto.

La comprensione del processo di formazione, della forma, della dimensione e della distribuzione delle dune su Titano è importante per comprendere il clima e la geologia di questo satellite che dimostra ancora una volta di essere davvero straordinario.

Dalla California monitorare l’acidificazione degli oceani di tutto il mondo


Potrebbe essere che la vita di un pinguino sia influenzata dai gas di scarico di una macchina? Secondo gli scienziati della della University of California sì, perchè un terzo dell’anidride carbonica viene assorbita dagli oceani del mondo rendendoli più acidi. Lo studio presentato da un team d 18 ricercatori è fra i più ampi su questo argomento.
li scienziati hanno usato sensori sviluppati presso la Scripps Institution of Oceanography della UC di San Diego per misurare l’acidità di 15 zone oceaniche, dall’ Antartide alle acque temperate e tropicali.

L’acidità degli oceani, alterando il pH dell’acqua, colpisce interi ecosistemi provocando stress agli organismi marini. Gretchen E. Hofmann, un eco-fisiologo e docente nel Department of Ecology, Evolution & Marine Biology dell’a University of California è autore del recente articolo apparso su PLoS ONE, che descrive la ricerca.

“Siamo stati in grado di illustrare come parti degli oceani del mondo abbiano attualmente pH differenti, e quindi come potrebbero rispondere ai cambiamenti del clima nel futuro”, ha detto Hofmann. “Lo abbiamo scoperto grazie a dei sensori.” I sensori hanno registrato almeno per 30 giorni i valori del pH in ogni zona dello studio.

Dall’inizio della rivoluzione industriale, le attività umane hanno accelerato il rilascio di anidride carbonica nell’atmosfera e l’anidride carbonica si mescola con l’acqua. Le due molecole si uniscono per diventare acido carbonico, rendendo l’acqua dei mari più acida. Miliardi di molecole si combinano e passando attraverso questo processo, il pH complessivo degli oceani diminuisce, provocandone l’acidificazione.

L’acidificazione limita la quantità di forme di carbonato che sono necessarie per gli invertebrati marini come coralli, ricci, lumache, crostacei e molluschi, per costituire i loro scheletri. Se la concentrazione di carbonati diminuisce, nell’ acqua acidificata sarà più difficile costruire un guscio. Inoltre le strutture di alcuni organismi possono dissolversi quando la chimica dell’acqua diventa troppo sfavorevole.

“I dati che emergono dai sensori di pH ci permettono di progettare gli esperimenti di laboratorio”, ha detto Hofmann. “Gli esperimenti ci permetteranno di vedere come gli organismi si stanno adattando e come potrebbero rispondere al cambiamento climatico in futuro.”

I ricercatori hanno scoperto che, in alcuni luoghi come l’Antartide e le Isole del Sud del Pacifico, l’intervallo di variazione del pH è molto più limitato rispetto alle aree della costa della California che sono soggette a grandi movimenti verticali di acqua. In alcune delle aree di studio, i ricercatori hanno scoperto che la diminuzione del pH dell’acqua del mare causato dalle emissioni di gas serra è ancora entro i limiti di fluttuazione naturale del pH. Invece altre aree hanno raggiuno livelli di acidità che gli scienziati si aspettavano solo per la fine di questo secolo.

“Questo studio è importante per identificare la complessità del problema dell’acidificazione degli oceani in tutto il mondo,” ha detto il co-autore Jennifer Smith, un biologo marino della Scripps. “I nostri dati mostrano come la variabilità enorme del pH dell’acqua di mare, sia all’interno che tra gli ecosistemi marini, renda le previsioni globali degli impatti di acidificazione degli oceani una grande sfida”.

Todd Martz, un ricercatore in Chimica marina alla Scripps, ha sviluppato il sensore. “Poiché ogni sensore utilizzato in questo studio è stato costruito alla Scripps, sono stato in grado di assimilare un certo numero di set di dati, raccolti in modo indipendente dai ricercatori che altrimenti non avrebbero potuto comunicare l’uno con l’altro. ”

Il team ha osservato che i sensori di Scripps, chiamati “SeaFET” e “SeapHOx,” consentono ai ricercatori di monitorare costantemente e autonomamente il pH da parti remote del mondo, fornendo importanti dati da cui gli scienziati possono monitorare i cambiamenti futuri causati dall’ acidificazione degli oceani.

Nonostante questo studio raccolga dati da 15 regioni oceaniche diverse, gli autori fanno notare che si tratta di osservazioni sulla superficie degli oceani e nelle zone costiere e che sarebbe necessario uno studio in acque oceaniche più profonde e più lontane dalla costa.

Un intenso flusso di protoni solari sta impattando con la sonda SOHO!


n flusso accelerato di protoni solari generati dal flare di classe M9 del 23 gennaio 2012 sta generando una tempesta di classeS3.Questo potrebbe interferire con le strumentazioni dei satelliti in orbita e con le comunicazioni radio polari.L'immagine del satellite SOHO mostra l'effetto neve provocato dal flusso dei protoni che stanno colpendo la sonda spaziale.

Algeria: incredibile nevicata nel deserto del Sahara!


Incredibile ma vero, ieri (17 gennaio 2012) la neveha baciato il deserto del Sahara, considerando le condizioni meteo che stiamo attraversando qui in Italia ci viene da pensare , ma il mondo si è capovolto? La risposta ovviamente è no, a portare nevicate in alcune zone del deserto è stata una goccia fredda proveniente dallaGroelandia che, passando per la Spagna si è spinta fino in Algeriaoccidentale.
http://www.neveforte.it/neve-sul-deserto-del-sahara-algeria-incredibile-ma-vero.html 

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Emergenza ambientale, 200 bidoni di sostanze inquinanti nel Santuario dei Cetacei


Il 17 dicembre scorso una nave della compagnia Grimaldi Lines ha perso circa 200 bidoni contenenti 45 tonnellate di monossido di cobalto e molibdeno, sostanze pericolosamente inquinanti per l’ecosistema marino. L’incidente è avvenuto a causa delle condizioni climatiche avverse nel mare di fronte a Livorno nel Parco del Santuario dei Cetacei.

La zone interessata è appunto quella del Santuario dei Cetacei e, in parte l’isola di Gorgona nell’Arcipelago Toscano.

La nave, che era partita da Messina con un carico diretto a Bruxelles e che conteneva catalizzatori tossici Co/Mo, si è trovata, secondo il responsabile delle relazioni esterne della Grimaldi Lines, Paul Kyprianou, in condizioni metereologiche pessime e improvvise, non prevedibili alla partenza. Infatti ha dichiarato Kyprianou:


Stenella striata Una delle specie che ospita il Santuario dei Cetacei




“L’Eurocargo Venezia e’ partita da Catania il 15.12 alle ore 23.00 e le previsioni meteo (prima della partenza) non erano assolutamente proibitive in relazione alla tipologia della nave la quale e’ stata concepita per affrontare condizioni meteo ben più avverse di quelle previste al momento della partenza”. E ha continuato: “Purtroppo le condizioni meteo sono improvvisamente peggiorate la notte tra il 16 e il 17 dicembre con mare forza 10 il quale ha messo in pericolo la nave ed il suo equipaggio. La perdita dei due semirimorchi, adeguatamente rizzati sul ponte di coperta come prescritto dalla normativa vigente, è quindi avvenuto in ragione delle condizioni meteorologiche particolarmente avverse ed eccezionali e a seguito di una manovra del Comandante per salvare vite umane”. La nave, di nuova costruzione e quindi robusta, non ha subito danni.
“In questo momento”, ha concluso Kyprianou “il nostro ufficio tecnico sta conducendo le analisi preliminari insieme ad un’azienda specializzata di primo ordine a livello europeo, per la pianificazione delle attività di recupero del materiale disperso. I fusti si trovano a parecchie centinaia di metri di profondità ed abbiamo bisogno di tempo per la definizione di un’operazione di recupero cosi complessa”.
Secondo Kyprianou i comandante della nave così come prescritto dalla legge, per conto della società Atlantica S.p.A. di Navigazione, ha immediatamente informato le autorità competenti dell’accaduto.


Pseudorca: uno dei cetacei che vive nel Santuario
La Capitaneria di Porto di Livorno conferma l’accaduto e sostiene di aver avvisato immediatamente le autorità. Ma il sindaco di Livorno Alessandro Cosimi ha dichiarato al Manifesto: «Sono stato informato solo il 29 dicembre dalla Asl quando era necessario garantire subito una informazione puntuale alla città. Anche per avere la reale dimensione dell’incidente e della sua gravità».
Un aspetto inquietante della vicenda è infatti che la notizia ha avuto pochissima diffusione e con estremo ritardo.

Il comandante Alessandro del Reparto Ambientale Marino a disposizione del Ministero dell’Ambiente sta lavorando alacremente in queste ore anche in collaborazione con le Capitanerie di Porto interessate, quella di Catania da cui la nave è partita, quella di Genova che ha accolto la nave e quella di Livorno, e con la Grimaldi Lines. Il Reparto Ambientale Marino fornirà al Ministro Clini tutto il supporto e le informazioni di tipo tecnico che gli consentiranno di attuare la migliore strategia.

Il Ministro, d’intesa con il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, ha convocato per lunedì 16 gennaio alle 15, presso la Prefettura di Livorno una riunione per esaminare la situazione e predisporre le misure per prevenire ogni possibile rischio per l’ambiente e la salute pubblica. Alla riunione parteciperanno, oltre al Ministero dell’Ambiente e alla Regione Toscana, la Provincia e il Comune di Livorno, la Protezione Civile, l’Istituto Superiore di Sanità, l’Ispra, il Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri, il Corpo delle Capitanerie di Porto Guardia Costiera, ed il Reparto Ambientale Marino delle Capitanerie. “Il Ministero dell’Ambiente – afferma Corrado Clini – è al fianco della Regione, degli enti locali e della comunità livornese per affrontare il problema e metterà in campo tutte le professionalità ed il sostegno necessari per gli interventi che si decideranno a salvaguardia dell’ambiente marino e del litorale”.

Il Santuario dei Cetacei istituito in Italia dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio con il nome di Santuario per i mammiferi marini e noto in Francia come Santuario Pelagos, è un’area marina protetta compresa nel territorio francese, monegasco e italiano, classificata come Area Specialmente Protetta di Interesse Mediterraneo.

Una serie di studi ha rilevato che in questa zona del mar Mediterraneo vi è una massiccia concentrazione di cetacei, grazie soprattutto alla ricchezza di cibo. I mammiferi marini sono rappresentati da dodici specie fra cui la balenottera comune il secondo animale più grande al mondo, il capodoglio e il delfino comune. Più rari sono la balenottera minore, lo steno, l’orca e la pseudorca.


Tursiope: una delle specie che ospita il Santuario dei Cetacei

Un recente rapporto di Greenpeace ha però documentato un drammatico calo delle popolazioni di cetacei presenti ed una inadeguatezza delle misure di tutela messe in atto. I dati raccolti da Greenpeace ad agosto 2008 riportano la presenza solo di un quarto delle balenottere e meno di metà delle stenelle rilevate negli anni novanta.

Il Santuario dei Cetacei è gestito da una cabina di regia di quattro ministeri fra cui quello dell’Ambiente e dalla Regione Toscana in coordinamento con gli altri Paesi che collaborano al progetto. Va però rilevato che negli ultimi anni le azioni del Ministero per sostenere le attività di quest’area, che tanto sarebbe ricca a livello naturale, non sono affatto visibili e si reperiscono con grande difficoltà.
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Altro che i Maya, Secondo gli Scienziati Mancano 5 Minuti all’Apocalisse!


Altro che il 21 dicembre 2012 dei Maya. Dal punto di vista della scienza, mancano solo cinque minutiall’Apocalisse. Ieri ilBullettin of Atomic Scientists (un gruppo di studiosi che fa capo all’Università di Chicago) ha spostato in avanti di un minuto le lancette delDoomsday Clock, l’orologio che misura la distanza fra il genere umano e il disastro nucleare ed ecologico, simboleggiato dalla mezzanotte.

Adesso, appunto, l’orologio segna mezzanotte meno cinque.

Il Doomsday Clock esiste dal 1947, e in tutto questo tempo le lancette sono state spostate solo 20 volte. Fino all’altro ieri segnava sei minuti a mezzanotte.

Ora il Bullettin of Atomic Scientists ha azzerato l’ottimismo con in quale, nel 2010, aveva fatto indietreggiare di un minuto le lancette, nella convinzione – allora – che i leader del mondo fossero davvero intenzionati a lottare contro le minacce che incombono sul destino dell’umanità. Ci eravamo sbagliati, ha detto in sostanza il gruppo.

Motivi dello spostamento in avanti delle lancette: i grandi del mondo non sono riusciti a sbarazzarsi delle armi nucleari (ce ne sono in circolazione 20.000, salute!); Fukushima ha mostrato una volta di più i pericoli dell’energia nucleare; nulla di fatto nella lotta aicambiamenti climatici: il punto di non ritorno può essere vicino.

Il quotidiano britannico Guardian, poi, mette in evidenza il sotterraneo disappunto del gruppo riunito nel Bullettin of Atomic Scientists a proposito del disprezzo mostrato dai politici nei confronti dei fatti accertati dalla scienza.

Un tema di cui non si parla nel comunicato stampa con cui il Bullettin motiva l’avvicinamento all’Apocalisse, ma che comincia ad emergere con prepotenza: basti pensare che la Nasa, nell’ultimo mese o poco più, ha preso a scientifiche sberle per ben due volte il presidente UsaObama, o meglio le sue decisioni a proposito dello sfruttamento delle sabbie bituminose e dei cambiamenti climatici.

In effetti a proposito dei cambiamenti climatici (e non solo) esiste un abisso incolmabile frapolitica e scienza. I dati scientifici mostrano che stiamo andando a passo di carica verso la catastrofe: bisogna trovare energie pulite e smettere di usare combustibili fossili, responsabili dell’effetto serra.

I politici non se ne curano. Screditano la scienza (è lo sport preferito dei candidati repubblicani alle elezioni presidenziali americane, nota il Guardian) o, nella migliore delle ipotesi, non le prestano attenzione.

Il Doomsday Clock fu allestito da un collegio di scienziati atomici nel 1947, due anni dopo Hiroshima e Nagasaki. Segnava allora sette minuti alla mezzanotte.

La massima distanza dalla mezzanotte – 17 minuti – fu nel 1991, in occasione della firma di un trattato per il disarmo fra Usa e Urss. Quella minima nel 1953, in piena guerra fredda: due minuti appena alla mezzanotte.

Il comunicato stampa del Bullettin of Atomic Scientists il Doomsday Clock segna mezzanotte meno cinque. Sul Guardian le lancette del Doomsday Clock si avvicinano di un minuto alla mezzanotte.

Un violento ed improvviso brillamento solare disturba le onde radio sull'Europa!


 L'attivita' solare rimane abbastanza bassa ma nonostante cio' ieri 12 Gennaio 2012 tra le ore 10:00 UT e 13:00 la sonda Soho della Nasa ha rilevato una significativa eruzione sul versante oscuro del Sole.Anche se il flare di classe C3 e' stato eclissato dal bordo del disco solare ha originato un flusso di raggi x abbastanza forte da generare un onda di ionizzazione che ha disturbato la propagazione delle onde radio a bassa frequenza sull'Europa.Il brillamento solare e' stato registrato dalla stazione di monitoraggio SID ha riferito Dave Gradwell in Irlanda il disturbo radio e' avvenuto sulla gamma di frequenza di 20,9 khz.

Sconvolgimento geologico in Turchia: appare improvvisamente una voragine!

Un massivo sinkhole e' apparso improvvisamente nella citta' turca di Zonguldak  nel distretto di Gelik.Dalle dimensioni di 30 metri di profondita' e di 15 di ampiezza i residenti sono rimastisconvolti quando hanno visto l'incredibile voragine.





La Turchia gia' era stata colpita da uno sconvolgimento geologico nello scorso mese di giugno del 2010 dove fu un automobile ad essere letteralmente inghiottita da una voragine.Evidentemente c'e' una stretta correlazione tra questi fenomeni e la recente attivita' sismica che ha sconvolto la regione negli ultimi mesi innescando una liquefazione del sottosuolo  fenomeno tipico delle zone colpite da forti terremoti.
http://poleshift.ning.com/profiles/blogs/another-sinkhole-appeared-in-turkey 
Cause del fenomeno
Per liquefazione si intende un processo di accumulazione della pressione del fluido interstiziale che causa in un terreno non coesivo (sabbia, ghiaia, limo non plastico) saturo diminuzione della resistenza e/o rigidezza a taglio a seguito dello scuotimento sismico, potendo dar luogo a deformazioni permanenti significative. La liquefazione consiste quindi in una diminuzione della resistenza del terreno, a seguito del raggiungimento della condizione di fluidità. La perdita totale della resistenza viene raggiunta quando la pressione dell'acqua che riempie gli interstizi arriva a uguagliare la pressione di confinamento, rendendo nulle le tensioni efficaci trasmesse attraverso le particelle solide. Una volta che il terremoto ha innescato il processo di liquefazione, la massa del suolo resta in movimento fino a che non raggiunge una nuova condizione di stabilità.
Dalla relazione (2) si vede che la liquefazione si attua quando il valore limite della tensione tangenziale tn tende a zero. E' necessario precisare che la (2) è una relazione del tutto generale, indipendentemente dalla presenza o meno dell'azione sismica. Come si osserva facilmente il pericolo di liquefazione aumenta al diminuire della coesione c, dell'angolo di attrito f, della tensione totale sn, e all'aumentare della pressione interstiziale p. Tale pericolo riguarda pertanto i depositi superficiali di terreni incoerenti o debolmente coerenti, in presenza di falde acquifere.
Le azioni cicliche di un sisma hanno l'effetto di incrementare notevolmente il potenziale di liquefazione del terreno, provocandone la compattazione: ciò riduce il volume dei vuoti aumentando di conseguenza la pressione dell'acqua interstiziale. Questo implica una perdita di resistenza dovuta a meccanismi di generazione di sovrapressione interstiziale nel terreno in condizioni non drenate, vale a dire di deformazione a taglio a volume costante. Ciò è essenzialmente dovuto alla rapidità dei processi di sollecitazione agenti, troppo brevi perché possa avere inizio la dissipazione delle pressioni accumulatesi nel fluido.
Dai casi verificatisi in passato si è capito che questo fenomeno è profondamente influenzato dal numero dei cicli N del terremoto, dalla densità relativa D e dalla granulometria del terreno. Un terreno incoerente, a parità di altri fattori, è maggiormente esposto al pericolo della liquefazione quanto minore è la sua densità relativa. Il potenziale di liquefazione aumenta poi, ovviamente, al crescere di N.

MANIFESTAZIONI DELLA LIQUEFAZIONE

La manifestazione della liquefazione può dare origine ad effetti di varia natura:

- affondamento di edifici nel terreno (Figura 1(a))
- scorrimento di pendii (Figura 1(b))
- collasso di terrapieni, rilevati stradali e opere di terra in genere (Figura 1(c))
- collasso di palificate per perdita di connessione laterale (Figura 1(d))
- zampillio di copiosi getti d'acqua e di sabbia con formazione dei caratteristici coni (Figura 1(e)) 
- collasso di opere di sostegno per sovraspinta del terreno a monte (Figura 1(f))



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Captato primo segnale extraterrestre dal progetto SETI-KEPLER,poi viene smentito!

E' accaduto il 6 febbraio scorso e sono tuttora in corso le analisi del tracciato. Tra le ipotesi anche una possibile interferenza satellitare GPS. Nel frattempo, gli astronomi della University of California a Berkeley puntano i loro telescopi sui nuovi pianeti scoperti dal telescopio della NASA “Keplero” per la ricerca di vita intelligente. Ma il 6 Gennaio 2012, la Befana fa un bel regalo. E' lo stesso Keplero a registrare un segnale misterioso che inizialmente somiglierebbe ad una interferenza.

Le dichiarazioni di alcuni ricercatori-scienziati del gruppo Kepler-SETI, ammettono che non ci sono dubbi: il segnale anomalo captato da Kepler-SETI (Search for Extra-Terrestrial Intelligence) il 6 Gennaio 2012 potrebbe essere di origine extraterrestre. Si, avete capito bene, un “rumore” che gli studiosi ritengono un probabile segnale dal cosmo di una forma di vita intelligente.



Questo il comunicato pubblicato sul sito "Truth Watching": "un segnale extraterrestre sarebbe stato registrato dal gruppo del SETI attraverso il telscopio spaziale Kepler. Sono tuttora in corso le analisi del tracciato. Tra le ipotesi anche una possibile interferenza satellitare GPS.

Ecco quanto riportato sul sito seti.berkeley.edu: "Abbiamo iniziato ad effettuare le nostre osservazioni con Keplero-SETI e le nostre analisi hanno generato un paio di 'hit'", ma tutti sono senza dubbio esempi di interferenze terrestri, ovvero radiofrequenze di interferenza (forse dei nostri satelliti).

Ognuno dei segnali come sotto è mostrato, possiedono un paio di trame, una proveniente da una osservazione di Object (Oggetti stellari) di interesse Keplero (KOI) 817 e uno da una osservazione di KOI-812. Nel corso di una osservazione, abbiamo alternato tra obiettivi che ci permettono di escludere i segnali visti, provenienti da due diversi punti nel cielo. Se vediamo un segnale proveniente da più posizioni nel cielo, come quelli qui sotto, è molto probabile che sia dovuta ad una interferenza (forse dai nostri satelliti).


opra le tracce dei segnali registrati nel febraio 2011. Questi sono simili a quelli registrati da Kepler il 6 gennaio 2012





FORSE UN COMPLOTTO PER NON AMMETTERE LE COSE COME STANNO?

Si tratta di segmenti di energia elettromagnetica che il grafico mette in evidenza in funzione della frequenza e del tempo. I colori brillanti rappresentano l'energia a radiofrequenza più alta in un momento particolare. Per esempio, una stazione radio che trasmette al 101,5 MHz produrrebbe una grande quantità di energia vicino a quella frequenza che potrebbe appunto generare inteferenza.
Sappiamo che questi segnali potrebbero quindi essere interferenze, ma quelle registrate da Kepler, hanno un aspetto simile a quello che noi pensiamo possa essere prodotta da una tecnologia extraterrestre. Le bande registrate sono strette in frequenza, molto più strette di quanto sarebbe prodotta da eventuali fenomeni astrofisici conosciuti , e deriva in frequenza con il tempo, come ci si aspetterebbe a causa dell'effetto doppler imposte dal moto relativo del trasmettitore e il telescopio radio ricevente.

Chiarimenti SETI:

Aggiornamento: Venerdì 6 gennaio 2012 Dopo aver postato i tracciati del segnale a radiofrequenza il 5 gennaio, è apparso chiaro che nesusno aveva dichiarato come definitivamente e assolutamente possibile che questi segnali siano interferenze. Aggiorneremo il post per chiarire questo punto.

Fonte: http://seti.berkeley.edu/kepler-seti-interference


Conclusione:

All'inizio ili SETI, ora finanziato in gran parte, guarda caso, dall'US Air Force Space Command, ha cercato di minimizzare e ridicolizzare la scoperta con una dichiarazione palesemente falsa: "si tratta di "interferenza indubbiamente terrena» come? Dopo riflessioni e il bailam che si era creato in queste ore, arriva la dichiarazione nel loro ultimo aggiornamento, dove hanno detto: "non abbiamo mai dichiarato definitivamente e assolutamente, come possibile, che questi sono solo segnali di interferenza satellitare (Terrestre). Così hanno dichiarato che i segnali registrati da Kepler sono segnali probabilmente di natura extraterrestre.



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Le grandi estinzioni del passato dovute agli alti livelli di mercurio

le estinzioni di massa  sono state causate dagli alti livelli di mercurio,lo affermano scienziati canadesi.La più grande estinzione avvenuta sulla Terra, circa 250 milioni di anni fa, spazzo' via quasi tutte le creature sia marine che terrestri. Ora, i ricercatori dell'Università di Calgary hanno pubblicato un articolo sulla rivista Geology , che imputa ai massicci livelli di mercurio dovuti alle eruzioni vulcaniche, 30 volte superiori a quelle osservate oggi.il Co-autore, il dottor Steve Grasby, professore  pressol'Università di Calgary e un ricercatore presso Natural Resources Canada, dice: "Nessuno aveva mai pensato che il mercurio potesse essere un colpevole potenziale. Questo è stato un momento della maggiore attività vulcanica nella storia della Terra e sappiamo oggi che la più grande fonte di mercurio deriva da eruzioni vulcaniche. Stimiamo che il mercurio rilasciato avrebbe potuto essere fino a 30 volte maggiore rispetto ai livelli dell'attività vulcanica di oggi, rendendo l'evento veramente catastrofico. "Questo è il primo studio che prende in considerazione il mercurio per l'estinzione del Permiano, dice il co-autore e professor , Dr. Benoit Beauchamp.dell'Università di Calgary Geologia" - Earth Times

Quattro sono state le caratteristiche principali dell'estinzione del Permiano-Triassico: iper-vulcanismo, i cambiamenti climatici improvvisi, i cambiamenti nella salinità dell'oceano che ha modificato la fisica della circolazione delle correnti oceaniche, e un capovolgimento geomagnetico. La storia sta per ripetersi? - Il Protocollo di Estinzione

Arkansas: cadono uccelli morti dal cielo alla vigilia del 2012!

1 Gennaio 2012- BeebeArkansas -Migliaia di merli morti sono piovuti su una cittadina nel centro dell'Arkansas alla vigilia dello scorso anno,e' incredibile ma sembra ripetersi lo stesso identico evento dell'anno scorso che turbo' molto il mondo e che porto' lo stato dell'Arkansas al centro dell'attenzione mediatica.
La polizia di Beebe ha riferito che decine di merli sono caduti dal cielo gia' morti, questo aveva spinto le autorita' ad imporre il divieto di sparare fuochi d'artificio Sabato sera per i festeggiamenti per il 2012. Non è ancora chiaro se i fuochi d'artificio siano stati i responsabili, ma le autorità non escludono nessuna ipotesi.Le autorita' sono impegnate nel ripulire le strade dalle carcasse degli uccelli.Gli scienziati continuano ad attribuire ai botti di fine anno la misteriosa moria .- RSOE

Un super-vulcano in Germania da segni di risveglio!

2 GEN 2012 - GERMANIA - Un dormiente super-vulcano inGermania sta mostrando segni preoccupanti di risveglio. E 'una minaccia a soli 390 miglia di distanza da Londra sotto il Laacher Seeun Lago nei pressi di Bonn ed è capace di espellere miliardi di tonnellate di magma. Questo mostro erutta ogni 10-12.000 anni e l'ultima sua eruzione e' avvenuta 12.900 anni fa,questo fa pensare che potrebbe esplodere in qualsiasi momento. Il Laacher è di dimensioni simili a Monte Pinatubo, che ha causato un calo delle temperature globali 0.5C, quando erutto' nel 1991. E 'coperto da 620 miglia quadrate di terra di cenere e pietre e i numerosi piccoli terremoti nella regione dello scorso anno indicano che potrebbe essere in fase di risveglio dal suo sonno profondo. Gli esperti ritengono che, potrebbe portare alla devastazione diffusa, evacuazioni di massa e anche a breve termine ad un raffreddamento globale e potrebbe generare una nube di cenere cosi imponente da oscurare il sole per mesi. L'effetto sul Regno Unito è difficile da prevedere, ma è possibile che gran parte del sud dell'Inghilterra potrebbe essere ricoperta di cenere. - Daily Mail

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