Dicembre 2011 ultimi avvisamenti ufo.
Avvistamento sui monti Urali
Una troupe televisiva riprende un oggetto volante non identificato in Khazakstan
Misty Mountain Usa
Misterioso oggetto gigante apparso vicino al pianeta Mercurio sconcerta gli astronomi di tutto il mondo!
Un oggetto gigante dalle dimensioni di un pianeta e' improvvisamente apparso sui monitor degli astronomi vicino al pianeta Mercurio,e' sta creando un grosso tam-tam in rete.
L'oggetto e' apparso dal nulla durante una sequenza ripresa dal telescopio della Nasa SOHO durante un espulsione di massa coronale.diretta verso Mercurio.Ma gli scienziati sostengono che si sia' trattato di un effetto dovuto all'elaborazione delle immagini.Il video e' stato caricato su youtube dove e' stato visto da 100.000 utenti che sostengono che si tratti di un UFO ,Le immagini sono state analizzate dagli esperti della NASA che le stanno comparando con altre di giorni precedenti nel tentativo di fornire una spiegazione plausibile ad un fenomeno alquanto anomalo e bizzarro.-Daily Mail
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Una nuova cometa sfiorera' il sole a meta' Dicembre
Qualche giorno fa è stata scoperta una nuova cometa che a metà Dicembre passerà ad una distanza molto ravvicinata dal Sole. Un appuntamento però a cui probabilmente non sopravviverà. La cometa è stata classificata dagli astronomi come una cometa radente, ed effettivamente sfiorerà la superficie solare (la fotosfera) e passerà attraverso la caldissima corona solare, dove le temperature raggiungono i 2 milioni di gradi. L’oggetto però non si scontrerà con il Sole, anche se le probabilità di sopravvivenza saranno come detto ridottissime. L’aspetto più spettacolare e più entusiasmante di questo evento, è che la disgregazione dovrebbe essere visibile dalle sonde spaziali. In realtà, se la cometa riuscisse a sopravvivere a questo passaggio così ravvicinato, potrebbe addirittura diventare visibile in pieno giorno (non certo ad occhio nudo, ma con filtri particolari). La cometa è stata scoperta da un astrofilo australiano, Terry Lovejoy, il 27 Novembre scorso, con un telescopio Schmidt-Cassegrain C8 (20 cm di diametro), lavorando con un CCD. In un primo momento lo scopritore ha creduto che l’immagine fosse un riflesso sfocato nella fotocamera. Due notti dopo però, nonostante fossero presenti nubi e foschia, è riuscito a rintracciare nuovamente l’oggetto sfocato e a rilevare diverse nuove immagini. Lovejoy ha poi preso in considerazione alcuni osservatori di fiducia per confermare le sue osservazioni. La conferma è giunta il 1 Dicembre dal “Mount John Observatory”, posto nel bacino del Mackenzie sull’Isola del Sud della Nuova Zelanda. Da quel momento sono state raccolte 31 osservazioni separate della cometa, per determinarne l’orbita. La scoperta è stata ufficialmente divulgata il 2 Dicembre (Venerdì scorso) da parte del Minor Planet Center dell’Unione Astronomica Internazionale. Il suo nome ufficiale è C/2011 W3 (Lovejoy), ed è la terza cometa scoperta da Terry Lovejoy. L’astronomo Gareth V. Williams ha poi calcolato un’orbita preliminare per la cometa, dove ha scoperto che il perielio (punto più vicino al Sole) avverrà all’1:00 (ora italiana) del 16 Dicembre, ad una distanza di 882.000 km dal centro del Sole, il che significa che la cometa sfiorerà la nostra stella transitando a soli 186.000 km sopra la superficie, mettendo in evidenza la classificazione di cometa radente di Kreutz. “Sono ancora abbastanza stordito dal fatto che W3 sia una cometa di Kreutz,” ha detto lo scopritore. “Questa è una scoperta molto speciale per me perchè sono stato sempre affascinato da questi oggetti, ed è arrivata a più di quattro anni dalla mia ultima scoperta. Spero che la prossima arrivi molto prima”.
La cometa di Halley, probabile candidata a divenire radente
La scoperta di Lovejoy tra l’altro è piuttosto particolare in quanto per la prima volta in oltre 40 anni di osservazioni, una cometa radente di Kreutz è stata scoperta da un telescopio terrestre. Generalmete questi tipi di oggetti vengono scoperti dai satelliti soltanto pochi giorni dal loro passaggio ravvicinato. Nell’anno 1888, l’astronomo Heinrich Kreutz (1854-1907) osservò che alcune comete seguivano più o meno la stessa orbita. Gli astronomi ora suppongono che si trattino di frammenti di una cometa gigante vissuta in un lontano passato. Ed è altrettanto probabile che i frammenti si siano disgregati a loro volta ad ogni passaggio ravvicinato con il Sole. In onore al lavoro di Kreutz, questo speciale gruppo di comete è stato denominato Sungrazers Kreutz. Due di questi oggetti (visti nel 1843 e 1882) non solo hanno sviluppato code molto lunghe, ma hanno anche ottenuto la distinzione rara di essere state abbastanza brillanti da poter essere viste in pieno giorno e ad occhio nudo! La più luminosa cometa del XX secolo apparve nell’autunno del 1965: la cometa Ikeya-Seki. Il 21 ottobre 1965, molti potevano facilmente visualizzare questa cometa ad occhio nudo nascondendo il sole dietro il lato di una casa o semplicemente con una mano tesa. In Giappone la cometa fu descritta come circa 10 volte più luminosa della Luna piena. Fino al 1978, solo circa una dozzina di comete di questo tipo erano state identificate.A partire dal 1979, gli osservatori spaziali in orbita, hanno cominciato a rilevare queste comete con strumenti chiamati coronografi. Un coronografo è stato progettato per osservare l’atmosfera solare oscurando il disco luminoso del sole. Le piccole comete radenti, che normalmente sarebbero troppo deboli e troppo vicine al bagliore del Sole per essere osservate, possono essere riprese invece con un coronografo. Il satellite SOHO è lo scopritore di comete di maggior successo della storia, avendone trovate 2.110 in oltre 16 anni di attività – una media di una ogni tre giorni. La cosa ancora più impressionante è che la maggior parte di queste comete sono state scovate da astrofili e appassionati di tutto il mondo, e quindi non necessariamente da professionisti. Dal momento che almeno 10 di questi oggetti hanno raggiunto una visibilità a occhio nudo negli ultimi 200 anni, un’altra potrebbe sempre arrivare improvvisamente. L’ultima fu nel Maggio del 1970.
Il telescopio utilizzato per la scoperta
Purtroppo la cometa Lovejoy, nonostante sia molte volte più grande rispetto alla maggior parte di questi oggetti, probabilmente non lo è abbastanza per poter generare uno spettacolo degno di nota. Le 10 comete già citate, visibili ad occhio nudo, sono riuscite a sopravvivere all’incontro ravvicinato con il Sole per le loro dimensioni estremamente vaste, e grazie alla velocità con cui viaggiavano. Il nucleo della Ikeya-Seki fu fratturato in almeno tre pezzi, mentre la Grande Cometa del 1882 potrebbe essere stata suddivisa in sei o otto pezzi. Secondo John Bortle di Stormville, NY, che ha osservato diverse centinaia di comete nella sua vita da cinquantenne, la cometa Lovejoy sembra essere solo moderatamente condensata nella migliore delle ipotesi, e priva di ogni nucleo evidente stellare, anche molto debole. Per questo motivo suppone che la cometa non sopravviverà al passaggio ravvicinato. Bortle aggiunge che un’altra cometa (du Toit nel 1945) sarebbe stata di aspetto fisico molto simile al percorso della Lovejoy, con una luminosità simile. Du Toit svanì infatti totalmente prima che raggiungesse il Sole. È questo il futuro della cometa Lovejoy? “Spero di no, ma a conti fatti credo che lo sarà,” afferma Bortle. Per avere una buona visione della cometa Lovejoy, è possibile prenotare un posto accanto al computer e rimanere sintonizzati sul sito SOHO. La cometa Lovejoy dovrebbe entrare nella visuale delle telecamere Lunedi prossimo (12 dicembre), muovendosi rapidamente da Sud, per poi rapidamente curvare intorno al Sole in quello che potrebbe rivelarsi una morte ardente il 16 dicembre. Ma ricordiamo che esiste una piccola possibilità che la cometa sia visibile anche ad occhio nudo. In Italia sarà praticamente impossibile osservarla a meno di essere in possesso di filtri a banda stretta centrata sul doppietto del Sodio. Ma non si sa mai…..!
La Puerta di Hayu Marca,la "porta delle stelle"
Ci troviamo a circa 1300 km a sud est di Lima, in Perù, presso le rive del lago Titicaca, anno 2010.
Su un altopiano dalle singolari conformazioni rocciose si trova un santuario dove ancora oggi gli sciamani compiono rituali e offrono preghiere, come fanno ormai da generazioni.
Questa struttura è conosciuta come la "Puerta de Hayu Marca" o la "Porta degli Dei" o anche "Porta delle Stelle": una porta gigantesca scavata nella solida roccia di granito rosso che si trova letteralmente in mezzo al nulla, a oltre 4000 metri di altitudine.
Questa roccia ha un gigantesco rettangolo intagliato dove al centro, in basso è presente una nicchia che sembra proprio rappresentare una porta. La sola visione di tutto il complesso lascia assai perplessi.
Nonostante apparentemente si tratti di un portale nella roccia che non conduce da nessuna parte, un'interessante leggenda Inca tramandata da moltissime generazioni lo descrive invece come una porta capace di trasformarsi in un vero e proprio portale di accesso.
Fig. 1: Vista frontale della Porta di Hayu Marca |
Secondo la leggenda Inca, pare che il primo re-sacerdote, Aramu Muru, abbia attraversato il portale grazie ad un oggetto speciale che ne attivava l'apertura, trasformando la pietra in uno stargate; questo stargate sarebbe quindi stato attivato con l'aiuto di un disco d'oro. Un disco d'oro "caduto dal cielo", capace di aprire un portale interdimensionale se inserito in un particolare punto nascosto: il re lo attraversò e nessuno lo rivide mai più. Lo sciamano che assistette fu testimone dell'intero evento e lo riferì.
In effetti gli archeologi hanno scoperto un piccolo avvallamento al centro della nicchia più piccola ed è facilmente visibile da chiunque vi si avvicini alla porta.
C'è chi ipotizza che il punto in cui si trova questa depressione era il punto effettivo in cui fu inserito il disco d'oro. Non è un caso se ancora oggi parte dei rituali degli sciamani consiste nel raccogliere delle pietre di forma rotondeggiante e compiere con esse dei movimenti rotatori all'interno della depressione.
Pare quindi che chiunque possedesse la chiave avrebbe potuto stabilire un contatto con gli dei oppure invocarli.
Fig. 2: Particolare della nicchia |
Se accettiamo l'ipotesi che queste antiche civiltà chiamavano "dei" coloro che "dal cielo discesero sulla Terra", allora è possibile che il disco d'oro fosse un congegno extraterrestre con cui era possibile viaggiare dalla Terra ad un altro posto nell'Universo.
Sempre secondo la leggenda locale, questi re-sacerdoti, noti come "fratelli dello spazio", pare venissero da altri mondi: ci troviamo quindi di fronte ad una forte analogia con gli Anunnaki che regnarono per millenni prima di andarsene definitivamente.
Erano quindi gli Anunnaki che provenivano dal loro pianeta Nibiru attraverso la porta degli dei?
Ad infittire il mistero, esistono altre leggende simili a quella già descritta, facenti parte della cultura Lupaka che, si dice, abbia contribuito alla costruzione di questa porta. A quel tempo, circa intorno al 700-500 a.C., in questa zona tra il Perù e la Bolivia esistevano due civiltà vicine ma rivali tra loro: i Tiahuanaco e i Lupaka (questi ultimi derivanti dagli Aymara, ma con abitudini molto ribelli e bellicose).
Se osserviamo la Porta degli Dei noteremo subito una forte somiglianza con la celebre Porta del Sole di Tiahuanaco:
Fig. 3 e 4: la Porta degli Dei e la Porta del Sole messe a confronto |
Secondo la cultura locale quando i Lupaka si instaurarono la Porta degli Dei già esisteva da moltissimo tempo, ma aveva una struttura molto più semplice e rudimentale; furono i Lupaka stessi a perfezionarla col fine di rivendicare la loro potenza nei confronti dei vicini Tiahuanaco.
Oggi la popolazione autoctona chiama questo posto la Porta del Diavolo e manifesta un certo timore nel costruire abitazioni nelle vicinanze della porta; infatti non è presente neanche una singola casa!
La spiegazione sta nelle leggende narrate su questa porta e sul loro comune denominatore: persone o entità provenienti da un luogo lontano, dalle stelle.
Ecco descritta un'altra leggenda locale:
Una notte un gruppo di musicisti, dopo una festa con amici, si trovava in cammino nei pressi della porta. Ad un tratto, man mano che si avvicinavano, si accorsero che la porta era in realtà aperta e videro un uomo dal strano aspetto che li invitava dentro la sua dimora per un festa. L'uomo infatti era molto alto, con lunghi capelli biondi, una caratteristica molto diversa in queste zone del Sudamerica.
I musicisti un po' spaventati rimasero allo stesso tempo affascinati dalle luci, dal clima festoso, in un contesto in cui tutto era incantevole, bello e invitante. Così accettarono ed entrarono insieme allo "straniero", tranne uno che, nel momento in cui i suoi compagni stavano entrando, si fermò un attimo ad orinare dietro una roccia; quando egli terminò si accorse che la porta era chiusa e tutte le luci, la musica, la festa svanirono.
Bussò disperatamente invano tutta la notte, per ore ed ore, invocando i suoi amici, al punto di ritrovarsi con tutte le nocche delle mani sbucciate; l'indomani degli amministratori del posto trovarono l'uomo ancora in preda alla disperazione, urlante, che si mise a raccontare quello che era successo ai suoi amici. Ma gli amministratori videro le pessime condizioni psico-fisiche dell'uomo e scambiandolo per un povero pazzo non gli credettero e se ne andarono.
Secondo i teorici degli antichi astronauti, questa porta era un'estremità di un tunnel spazio-temporale, una sorta di portale che collega ad un'altra parte dell'Universo o ad un'altra dimensione.
Esistono molti manufatti antichi di persone che attraversano passaggi o strane fonti di energia e bisogna tenere conto che gli uomini dell'antichità non conoscevano la tecnologia, proprio come noi oggi cerchiamo di capire se è possibile realizzare un tunnel gravitazionale.
Quindi è sostanzialmente una sorta di corridoio tra la nostra dimensione e un'altra.
Come detto all'inizio dietro la porta è presente soltanto roccia e nulla che possa far pensare ad un passaggio fisico.
Tuttavia proprio nel lato posteriore della roccia è presente una cavità abbastanza ampia, in cui sono raffigurate delle pitture rupestri molto antiche che raffigurano delle vere e proprie griglie rettangolari:
Fig. 5: La cavità posta sul retro della porta |
Fig. 6: Particolare delle pitture rupestri |
Ciò che colpisce è che nel contesto dei bordi della cavità sono state scavate fisicamente le stesse figure che sono state disegnate, ovvero delle griglie su base rettangolare: la precisione con cui sono state definite è tale da lasciare perplesse anche le guide del posto. Dal momento che è accertato che questi artefatti sulla roccia siano di origine molto antica viene da chiedersi se c'è una correlazione con la porta. Un tentativo degli antichi di capire cosa c'era realmente dietro quella montagna in seguito agli strani eventi che vi accadevano?
Fig. 7: Le incisioni "a griglia" sulla roccia |
Rimane un quadro riassuntivo molto enigmatico:
- una struttura che è da sempre conosciuta come un passaggio in un altra dimensione, costruita su delle formazioni rocciose singolari e uniche nel loro genere;
- delle leggende ad essa legate che si riconducono tutte al legame uomo - dei - stelle;
- la popolazione locale condizionata dalla presenza di questa struttura e che afferma che ancora oggi, solo in particolari notti, la porta si apre e gli "uomini" bianchi, alti e biondi vi escono e poi scompaiono;
- la presenza di antichi artefatti umani sulla roccia proprio sul retro della porta che sembra non avere spiegazioni.
Anunnaki: coloro che dal Cielo scesero sulla Terra?
irca 445 000 anni fa sul nostro pianeta Terra discesero gli Anunnaki, provenienti dal pianeta Nibiru.
Il loro obiettivo principale fu quello di ricavare dell'oro, minerale ideale che serviva agli Anunnaki stessi per proteggere e ripristinare l'atmosfera critica del loro pianeta.
Riscontrarono nell'Africa sud-orientale un'ottima fonte di quel prezioso minerale, grazie alle sue ricche miniere e si misero quindi all'opera. Ben presto però si accorsero che il duro lavoro che svolgevano per estrarre l'oro cominciava a diventare insostenibile e cominciarono così a susseguirsi una serie di ammutinamenti verso i loro superiori.
La soluzione al problema fu quella che oggi noi chiamiamo la Creazione del primo uomo: venne mescolato il DNA degli Anunnaki con quello degli uomini primitivi allora esistenti e si ottenne così il risultato, l'homo sapiens, noi.
Inizialmente dunque l'homo sapiens fu creato come schiavo per compiere i loro duri lavori, ma col passare del tempo gli venne tramandato il sapere degli Anunnaki, chiamati ora "dei" dall'uomo stesso, che includeva le conoscenze della scienza e della tecnica, come per esempio l'astronomia.
All'uomo venne anche insegnata la civiltà: ed ecco che "improvvisamente", "inaspettatamente", comparve la prima civiltà a noi conosciuta, quella Sumera.
Grazie alla conoscenza della scrittura i Sumeri ci hanno lasciato importantissime testimonianze di ciò che accadde nella notte dei tempi: dalla creazione del sistema solare alla creazione del primo Adam, dall'avanzata conoscenza dell'astronomia al Diluvio Universale.
Tutto è testimoniato. Tutto è scritto. Tutto è stato però comodamente mitizzato, ritenendo che ogni cosa scritta o raffigurata che non rispondesse ai canoni comunemente accettati non fosse altro che pura invenzione, frutto dell'immaginazione creativa dell'uomo.
Da civiltà a civiltà, tutta la sapienza è stata tramandata e il legame col cielo e le stelle è sempre stata una peculiarità assai forte tra i popoli antichi, ma anche ai giorni nostri.
Il tutto è sempre legato ad un unico filo conduttore: tornerà(nno)?
I Sumeri già sapevano dell'esistenza di Nibiru: lo testimoniano i loro scritti e le loro raffigurazioni.
L'uomo moderno invece continua a rimanere cieco di fronte a tante evidenze, fugge dalla terribile ipotesi che la storia non è andata come gli è sempre stata insegnata, fugge dalla paura di perdere la fede a ciò che è abituato a credere.
Dei come An, Enki, Enlil e Ninhursag sarebbero stati pura invenzione, pura immaginazione di una civiltà primitiva che incredibilmente fiorì con conoscenze straordinarie.
Vicende e fatti come il Giardino dell'Eden o il Diluvio Universale sono fatti semplicemente incredibili, ma realmente accaduti!
Dal momento che non si vive solo di affermazioni ma anche di dimostrazioni, cercherò di analizzare i punti salienti dei più grandi studiosi in materia di paleocontatto.
http://antichiastronauti.blogspot.com/
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19 Novembre 2011,Ufo sul vulcano Popocatepetl in Messico!
Video UFO - Questo UFO luminoso è stato registrato sulla vetta del Popocatépetl, noto anche come "Popochowa" dalla popolazione locale, un attivo vulcano e, a 5.426 metri (17.802 piedi), la seconda vetta più alta in Messico . Data: 19 novembre 2011.
Stonehenge: archeologi vicini a svelarne il mistero!
Un nuovo passo per gli archeologi nello svelare i misteri diStonehenge. I due larghi pozzi posizionati sulla via del Corso Neolitico sono allineati con il tramontare ed il sorgere del Sole di mezza estate. Ilmonumento celtico dunque potrebbe essere stato un luogo per il culto del Sole. Questa sarebbe una conferma per gli archeologi che hanno sempre ritenuto che il sito fosse stato costruito su basi di eventi astronomici.
Il Sole aveva un’importanza fondamentale nelle società agricole preistoriche, ma i riti ad esso collegati rimangono un mistero per gli archeologi. Vince Gaffney, autore delle ricerche che hanno individuato i due pozzi, crede che la scoperta aiuterà a comprendere quando e come alcuni rituali venivano celebrati: “E’ la prima volta che osserviamo un collegamento tra Stonehenge ed eventi astronomici e questo permette di definire in modo più sofisticato come alcuni rituali venivano celebrati sul Corso e nell’ampio paesaggio. Questa emozionante scoperta indica che Stonehenge è stato sicuramente un monumento molto importante, sebbene non l’unico, anche in periodi precedenti a quelli stimati”. Secondo Gaffney infatti il sito veniva utilizzato per rituali anche 5 mila anni prima della costruzione del monumento dalle grandi pietre.
Paul Garwood, docente di preistoria dell’università di Birmingham, ha detto: “Le nostre conoscenze dell’antico sito che esisteva attorno a Stonehenge stanno crescendo sempre più in relazione all’analisi geofisica del territorio. Possiamo vedere in dettagli maggiori non solo nuovi monumenti, ma interi paesaggi per le passate attività umane, grazie alla conservazione nei migliaia di anni di buche e fossati rinvenuti nel sito archeologico. Questo progetto istituisce un nuovo quadro complementare per lo studio del paesaggio di Stonehenge”.
Maya: trovata una tavoletta con riferimento al 2012!
Gli archeologi dell'istituto nazionale di Antropologia e Storia hanno dichiarato che tra le rovine Maya sarebbe stato trovato un secondo riferimento alla nota apocalisse del 2012. L'Istituto avrebbe scoperto la data dell'apocalisse scolpita su un mattone nelle rovine di Comalcalco, nel sud del Messico. Si tratta di una prova che arricchisce l'unica trovata fino a questo momento, vale a dire una tavoletta di pietra trovata nel sito archeologico di Tortuguero, nello stato di Tabasco. Un portavoce dell'Istituto, Arturo Mendez, ha riferito che il frammento, conosciuto come "Mattone di Comalcalco" è stato trovato alcuni anni fa, ed è stato oggetto di uno studio approfondito. Al momento si troverebbe custodito in un luogo sicuro presso l'Istituto. Il mattone di Comalcalco e la tavoletta di Tortuguero sono state incise almeno 1.300 anni fa, ed entrambi nasconderebbero un messaggio criptico. Secondo David Stuart, uno specialista di epigrafia maya presso l'Università del Texas ad Austin, la data incisa sul mattone è " un calendario Round", una combinazione di una giornata e la posizione del mese, che si ripete ogni 52 anni'. La data coincide con la fine del Baktun 13. I Baktun sono stati circa 394-bienni e 13 è stato un numero sacro e significativo per i Maya. Il Lungo Computo del calendario Maya inizia nel 3114 aC, e il 13° Baktun si conclude attorno al 21 dicembre 2012.L'iscrizione nella tavoletta Tortuguero descrive qualcosa che dovrebbe avvenire nel 2012 e che coinvolge Bolon Yokte, un dio misterioso dei Maya associato sia alla guerra che alla creazione. Sta di fatto che sia l'erosione che la crepa nella pietra hanno reso la fine del passaggio pressocché illeggibile, anche se in alcuni glifi si può leggere "Egli scenderà dal cielo". Il mattone Comalcalco, da parte sua, è anche molto strano in quanto, il mattone contenete le iscrizioni, ricoperto di stucco, è stato fissato rivolto verso l'interno del muro, non visibile da osservatori esterini, ciò suggerisce che non doveva essere visto.L'Istituto Nazionale di Antropologia e Storia ha da tempo detto che le voci, circa la fine o il cambiamento del mondo, evento che dovrebbe coincidere verso la fine di dicembre 2012, sono una non corretta interpretazione dei calendari Maya da parte dell'Occidente. Data la forza con cui circolano le voci su internet di un imminente disastro nel 2012, l'Istituto sta organizzando un incontro di esperti Maya presso il sito archeologico di Palenque, in Messico meridionale, per chiarire 'alcuni dei dubbi sulla fine di un' epoca e l'inizio di un'altra, secondo il calendario Maya '.
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Islanda: probabile eruzione del vulcano Katla potrebbe avere conseguenze disastrose sul clima globale!
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Per saperne di piu':http://www.bbc.co.uk/news/world-europe-15995845
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sconvolgimento geologico in Oklahoma,un enorme voragine si forma improvvisamente in un campo
30 Novembre 2011 - Un nuovo sconvolgimento geologico questa volta negli USA e precisamente nello stato dell'Oklahoma.Gli esperti dicono che non e' legato al recente incremento sismico che ha interessato la zona,ma sta di fatto che un enorme voragine (sinkhole)
e' apparsa in un campo durante la notte delle dimensioni di 40 metri di diametro e profondita' perfettamente rotonda e sembrerebbe in crescita giorno dopo giorno.Il proprietario del campo ha affermato di essere stato fortunato che il sinkhole si sia formato in un punto lontano ala sua abitazione che ci sarebbe entrata dentro tutta!
http://thelastsigns.blogspot.com/2011/11/massive-sinkhole-appears-overnight-in.html
Recentemente per indicare fenomeni di sprofondamento di qualsivoglia genere viene sempre più spesso utilizzato, da esperti del settore e non, il termine "sinkhole", che ha quasi del tutto sostituito altri termini più specifici, (dolina, camino di collasso, sprofondamento, limesink, cenotes, pozzo carsico, loess karst, voragine) generando una notevole confusione terminologica.
e' apparsa in un campo durante la notte delle dimensioni di 40 metri di diametro e profondita' perfettamente rotonda e sembrerebbe in crescita giorno dopo giorno.Il proprietario del campo ha affermato di essere stato fortunato che il sinkhole si sia formato in un punto lontano ala sua abitazione che ci sarebbe entrata dentro tutta!
http://thelastsigns.blogspot.com/2011/11/massive-sinkhole-appears-overnight-in.html
Recentemente per indicare fenomeni di sprofondamento di qualsivoglia genere viene sempre più spesso utilizzato, da esperti del settore e non, il termine "sinkhole", che ha quasi del tutto sostituito altri termini più specifici, (dolina, camino di collasso, sprofondamento, limesink, cenotes, pozzo carsico, loess karst, voragine) generando una notevole confusione terminologica.
Il termine sinkhole (che tradotto letteralmente significa “buco sprofondato”) è stato introdotto per la prima volta da Fairbridge (1968) per indicare una depressione di forma sub-circolare dovuta al crollo di piccole cavità carsiche sotterranee, sinonimo dunque didolina (doline).
Successivamente il termine è stato ripreso da alcuni Autori (Monroe, 1970; Jennings, 1985; White, 1988 ed altri) ed affiancato da un attributo che ne chiariva la genesi: sono stati distinti così tra i fenomeni carsici fenomeni di solution sinkhole, collapse sinkhole esubsidence sinkhole (coincidenti con i termini di solution doline, collapse doline, subsidence doline introdotti da Cramer, 1941 e successivamente utilizzati anche da Castiglioni nel 1986 in Italia e da molti altri Autori, dolina di soluzione normale, dolina di crollo, dolina alluvionale, dolina di subsidenza in roccia).
Attualmente negli Stati Uniti e in Gran Bretagna il termine sinkhole viene usato frequentemente e definisce una qualunque cavità nel terreno di forma non più necessariamente sub-circolare, apertasi per cause antropiche o per motivi diversi.
In Italia il termine sinkhole è stato introdotto, a partire dagli anni novanta, per indicare un tipo particolare di sprofondamento, con forma sub-circolare, ma di genesi incerta.
Successivamente anche in Italia il termine è stato usato secondo l’accezione anglosassone, sinonimo dunque di sprofondamento s.l., di dolina, di sprofondamento antropico, e di “camino di collasso”.
Il termine sinkhole nella letteratura italiana indicava, in principio, ampie e profonde depressioni di forma sub-circolare con diametro e profondità variabili da pochi metri a centinaia di metri, a pareti sub-verticali che si aprono rapidamente in terreni a granulometria variabile.
Questi tipi di sprofondamenti sono quasi sempre colmati da acque, spesso mineralizzate, formando laghetti e specchi d’acqua; sono caratterizzati da subsidenza che può localmente essere dovuta a presenza di sorgenti.
Tali fenomeni sono localizzati in genere su allineamenti tettonici lungo i quali spesso si evidenziano anomalie di fluidi; la continua erosione delle pareti del camino provoca il progressivo colmamento della voragine, un aumento del diametro e nello stesso tempo una diminuzione della profondità dello specchio d’acqua se presente.
La formazione di questi fenomeni è improvvisa, può essere realizzata in un evento unico o in più eventi con progressivo cedimento delle pareti.
Si è constatato che la maggior parte di tali fenomeni è dovuta ad una serie di cause, di cui si parlerà in seguito, ma ruolo importante assumono i processi di risalita, sifonamento e erosione dal basso.
I meccanismi di erosione dal basso potrebbero essere assimilati a processi di suffosione profonda (deep piping), definiti da Castiglioni (1986) come effetti meccanici dello scorrimento sub-superficiale (in questo caso però il movimento sarebbe profondo) dell’acqua nel terreno (con dimensioni granulometriche dalle argille alle ghiaie), che si realizza quando quest’ultimo è crepacciato o poroso e quando l’acqua abbondante e con pressione elevata riesce a trovare vie di scorrimento in cui passare con velocità abbastanza sostenuta. Il passaggio dell’acqua provoca l’erosione di materiale e la formazione di canalicoli e di condotti tubolari lungo le linee idrauliche di flusso. Quest’ultimo fenomeno viene indicato nella letteratura anglosassone con il termine piping.
Sprofondamenti in cui è stata accertata la presenza di meccanismi di questo tipo possono venire definiti, aggiungendo un attributo al termine per specificarne la genesi: piping sinkhole.
Successivamente il termine è stato ripreso da alcuni Autori (Monroe, 1970; Jennings, 1985; White, 1988 ed altri) ed affiancato da un attributo che ne chiariva la genesi: sono stati distinti così tra i fenomeni carsici fenomeni di solution sinkhole, collapse sinkhole esubsidence sinkhole (coincidenti con i termini di solution doline, collapse doline, subsidence doline introdotti da Cramer, 1941 e successivamente utilizzati anche da Castiglioni nel 1986 in Italia e da molti altri Autori, dolina di soluzione normale, dolina di crollo, dolina alluvionale, dolina di subsidenza in roccia).
Attualmente negli Stati Uniti e in Gran Bretagna il termine sinkhole viene usato frequentemente e definisce una qualunque cavità nel terreno di forma non più necessariamente sub-circolare, apertasi per cause antropiche o per motivi diversi.
In Italia il termine sinkhole è stato introdotto, a partire dagli anni novanta, per indicare un tipo particolare di sprofondamento, con forma sub-circolare, ma di genesi incerta.
Successivamente anche in Italia il termine è stato usato secondo l’accezione anglosassone, sinonimo dunque di sprofondamento s.l., di dolina, di sprofondamento antropico, e di “camino di collasso”.
Il termine sinkhole nella letteratura italiana indicava, in principio, ampie e profonde depressioni di forma sub-circolare con diametro e profondità variabili da pochi metri a centinaia di metri, a pareti sub-verticali che si aprono rapidamente in terreni a granulometria variabile.
Questi tipi di sprofondamenti sono quasi sempre colmati da acque, spesso mineralizzate, formando laghetti e specchi d’acqua; sono caratterizzati da subsidenza che può localmente essere dovuta a presenza di sorgenti.
Tali fenomeni sono localizzati in genere su allineamenti tettonici lungo i quali spesso si evidenziano anomalie di fluidi; la continua erosione delle pareti del camino provoca il progressivo colmamento della voragine, un aumento del diametro e nello stesso tempo una diminuzione della profondità dello specchio d’acqua se presente.
La formazione di questi fenomeni è improvvisa, può essere realizzata in un evento unico o in più eventi con progressivo cedimento delle pareti.
Si è constatato che la maggior parte di tali fenomeni è dovuta ad una serie di cause, di cui si parlerà in seguito, ma ruolo importante assumono i processi di risalita, sifonamento e erosione dal basso.
I meccanismi di erosione dal basso potrebbero essere assimilati a processi di suffosione profonda (deep piping), definiti da Castiglioni (1986) come effetti meccanici dello scorrimento sub-superficiale (in questo caso però il movimento sarebbe profondo) dell’acqua nel terreno (con dimensioni granulometriche dalle argille alle ghiaie), che si realizza quando quest’ultimo è crepacciato o poroso e quando l’acqua abbondante e con pressione elevata riesce a trovare vie di scorrimento in cui passare con velocità abbastanza sostenuta. Il passaggio dell’acqua provoca l’erosione di materiale e la formazione di canalicoli e di condotti tubolari lungo le linee idrauliche di flusso. Quest’ultimo fenomeno viene indicato nella letteratura anglosassone con il termine piping.
Sprofondamenti in cui è stata accertata la presenza di meccanismi di questo tipo possono venire definiti, aggiungendo un attributo al termine per specificarne la genesi: piping sinkhole.
La sonda russa Phobos-Grunt sabotata da HAARP?
E' tornata la guerra fredda tra Russia e Usa? Secondo gli ex sovietici la stazione radio sperimentale americana Haarp a Gakona, in Alaska, avrebbe sabotato la sonda russa Phobos-Grunt diretta verso il pianeta Rosso. Le accuse arrivano dal tenente generale russo Nikolay Rodoniov, a comando del sistema si allerta russo nella rete di difesa da attacchi di missili balistici. Le radio antenne del programma Haarp, High Frequency Active Auroral Research Program, avrebbero interferito con la sonda bloccata da due settimane intorno alla Terra. Phobos-Grunt avrebbe dovuto iniziare il suo viaggio verso Phobos, la luna di Marte, ma dopo essere rimasta nell’orbita terrestre i ricercatori russi hanno perso ogni contatto con la sonda. Rodionov ora pensa al sabotaggio, alludendo che Haarp non studi la ionosfera e le telecomunicazioni terrestri, ma sia una nuova arma in grado di generare terremoti ed altri cataclismi sul pianeta. I ricercatori russi non sono in grado di stabilire se i problemi della sonda siano dovuti a difetti nel software o nell’hardware, poiché le comunicazioni sono interrotte dlo stesso giorno del lancio. Haarp dunque nell'occhio del ciclone, accusata di essere una sorta di centrale di controllo al servizio degli Stati Uniti.
La tecnologia Haarp secondo i complottisti
Secono gli accusatori del sistema Haarp, ci troveremmo di fronte a una struttura dotata di tecnologie occulte capaci di modificare i normali meccanismi che governano i cicli della natura e non solo.
Gli impianti HAARP istallati in tutto il pianeta, in particolari zone strategiche, darebbero la possibilità a chi li controlla di alterare e/o manipolare, su scala globale, il clima e molto altro. Negli ultimi 15 anni gli esseri umani sarebbero stati testimoni di terrificanti eventi naturali creati artificialmente da questa diabolica struttura globale.
Si fa l'esempio deglii eventi accaduti dal primo dicembre 2010 al 10 gennaio 2011.
La tecnologia HAARP, viene assimilata ad un'arma bellica. Tutto cominciò un centinaio di anni fa da Nikola Tesla. Le teorie di Tesla furono poi rubate e rielaborate da loschi personaggi cheavrebbero adattato queste conoscenze in progetti in controllo univoco e monodiretto da parte di soggetti con scopi tutt'altro che nobili.
Il tenente generale Rodionov avallando in un certo senso ueste teorie si è detto convinto che “le potenti radiazioni elettromagnetiche emesse da questa stazione – la stazione di Gakona – possono aver danneggiato il sistema di controllo della sonda interplanetaria”. Le radio antenne del programma Haarp servirebbero a realizzare una superbomba elettromagnetica in grado di innescare disastri naturali su scala planetaria. Tesi presa pari pari da quella precedentemente esposta, e usata non da un uomo qualsiasi ma dal tenente a capo dei sistemi di allerta russi, che sposa in pieno i rumors intono a questa tecnologia e li usa come alibi per il flop della missione.
Updates
Il presidente russo ha minacciato di punire i responsabili dei fallimenti recenti nel settore aerospaziale del Paese. Dmitry Medvedev ha avvertito che i funzionari responsabili delle operazioni della sonda Phobos Grunt potrebbe incorrere in pesanti sanzioni anche penali, secondo quanto segnalato dall'agenzia di stampa Ria Novosti. "L'ultimo fallimento nell'industria spaziale lede gravemente alla competitività della Russia", ha detto il presidente in carica. "Questo significa che abbiamo bisogno di condurre una seria analisi e punire i responsabili". Basti pensare al flop economico del disastro russo, per fare un esempio il razzo che non è riuscito a mettere in orbita tre satelliti Glonass-M nelle scorse settimane, è costato perdite per 4,3 miliardi di rubli di Stato, circa 138.100.000 di dollari. L'ipotesi che la paura per il futuro dei loro posti di lavoro faccia viaggiare di fantasia i generali russi, non è campata in aria a quanto pare.
Fotografate Statue egizie su Marte?
Ancora un mistero dalla superficie del pianeta rosso, Marte. La sorpresa ci viene regalata ancora una volta dalla sonda Opportunity della Nasa.
Si tratta del “Victor Crater”, uno dei tanti crateri che costellano il pianeta. Secondo precise localizzazioni, tale cratere sarebbe situato sul Meridiani Planum.
Il Victor Crater misura 750 metri di diametro ed il suo nome deriva da Victoria, ossia la prima nave che circumnavigò la Terra e di proprietà di Magellano. Gli scienziati, nell’analizzare una delle tante immagini inviate da Opportunity da quel cratere, si sono imbattuti in una sbalorditiva quanto intrigante anomalia. Parrebbe, infatti, che su una delle pareti del cratere, sia riprodotta, naturalmente o artificialmente, qualcosa di molto simile ad una statua. Ma non una statua qualunque. Una di quelle che ricordano l’Antico Egitto, nella fattispecie quelle che accolgono i visitatori all’ingresso del tempio minore di Abu Simbel.
Fattezze, forme, lineamenti e stile sono inquietantemente simili. E in molti si sono chiesti se si tratta in realtà di un bizzarro gioco di luci e ombra. Non è la prima volta che la sonda Nasa regala al mondo provocanti e misteriose coincidenze. Solo nel 2008, scienziati e appassionati erano letteralmente impazziti per un’incredibile immagine nella quale si notava uno strano oggetto a forma di parallelepipedo orizzontale, poggiato sul suolo marziano, di colore più scuro rispetto alla superficie del pianeta.Le reazioni, all’epoca come oggi, pur non esprimendosi con certezza sulla natura dell’oggetto, ne escludevano un’origine di qualsiasi derivazione “biologica”. Versioni che facevano discutere e sulle quali, ovviamente, si crearono opposte schiere teoriche.
Per il momento, il video che accompagna le immagini è uno dei più cliccati del web. E non si può non affermare che ha dell’affascinante.
Il triangolo delle Bermuda mito o realta'?
Il triangolo delle Bermuda conosciuto anche come Triangolo del Diavolo è una zona delimitata all' interno di una linea immaginaria tra le Isole Bermuda, tra Florida e Puerto Rico. I fatti avvenuti in questo tratto di mare iniziano da molto lontano, addirittura ne scrive Cristoforo Colombo nel suo diario di bordo, narra di strani fenomeni che spaventarono il suo equipaggio, come palle infuocate che cadevano in mare, anomali comportamenti delle bussole e luci in lontananza nel mare della notte. Un numero considerevole di tragedie si sono consumate in quest' infelice zona e il suo mistero resiste tutt' oggi.
Il 5 Dicembre 1945 alle 13:55, a Fort Lauderdale, in Florida in una limpidissima giornata 5 cacciaborbandieri Avenger partirono per un' esercitazione. Tutti gli apparecchi vennero accuratamente controllati, ma alle 14:15 gli aerei scomparirono dai radar a est della Florida. Dopo mezz' ora la torre di controllo udì una chiamata di un pilota che diceva: "Emergenza! Sono fuori rotta, ci siamo persi!" "Dirigetevi verso ovest!" disse la torre di controllo, "Non sappiamo dov'è l' ovest, il cielo e il mare sono strani!". A quel punto la torre di controllo invia un idrovolante il Martin Mariner con 13 uomini a bordo in soccorso degli Avenger. Il Martin Mariner, gli Avenger e i loro equipaggi non fecero mai più ritorno. Scomparirono nel nulla come altri aerei e navi nella zona divenuta nota come Triangolo delle Bermude. Ma il vero mistero è: perchè persero così completamente l' orientamento? Le autorità diedero una spiegazione scettica, cioè che l' incidente era stato provocato dall' inesperienza dei piloti che erano ancora in addestramento e al caposquadriglia che essendo stato trasferito da poco non aveva ancora familiarità con la zona. Mentre il Martin Mariner era precipitato per via di un' esplosione a bordo 23 minuti dopo la partenza dalla base. In due decenni molti casi furono spiegati in modo simile: la scomparsa di un C-54 nel 1947 con 6 persone a bordo, di un Tudor a 4 motori nel 1948, di un DC3 con 40 persone sempre nel 1948...e ancora navi e aerei. In quasi 20 anni quella zona inghiottì nettamente più di 200 persone. La 1° persona a capire che tutto ciò era un vero mistero fu il giornalista Vincent Gaddis, infatti fu lui a coniare il nome con cui oggi quel tratto d' Oceano e conosciuto: "Il Triangolo delle Bermude". E sempre Gaddis in un suo libro fece una lunga lista di navi scomparse a partire dal 1840 con "La Rosalie" el 1956 con la "Connemara IV". Gaddis fornì anche alcune teorie sui fenomeni di quella zona: Lui parla di vuoti-spazio temporali che attraggono navi e aerei in una buca quadrimensionale che si trova nelle profondità dell' Ocenao di quella zona, teoria avvalata anche da un diretto interessato: Gerald Hawkes che ebbe un' esperienza nell'Aprile del 1952. Narra che a bordo del suo aereo all' improvviso vide il cielo oscurarsi i comandi elettrici della bussola impazzire e l' aereo inizio a precipitate per circa sessanta metri in picchiata, quando vide il mare dinanzi ai suoi occhi rimase ancora più impressionato, un grosso buco nero simile a un pozzo si apriva nell'Oceano girando vertiginosamente, poi all' improvviso il velivo riuscì a cabrare, l' aereo riprese quota e il cielo ritornò limpido.
Nel triangolo delle Bermuda molti sono sopravvissuti a esperienze strane e talvolta terrificanti. Raccontano che la radio smise di funzionare, che la bussola impazzì, che l' energia elettrica venne a mancare...alcuni hanno visto nebbia o nubi gialle e verdi; il mare, inoltre, si agitava all' improvviso indipendentemente dalle condizioni del tempo. Alcuni hanno anche avanzato la teoria degli Ufo, che abbiano una base marina in quel punto. Un ricercatore, Ivan Sanderson formulò forse l' ipotesi puù interessante, disse che nel mondo esistevano 12 zone simili al Triangolo delle Bermuda, sparse in tutto il globo, le chiamò "Vortici malvagi". Una di queste zone, nota come "Mare del Diavolo" si trova al largo delle coste giapponesi; nel 1955, dopo che numerose imbarcazioni erano scomparse nel giro di pochi anni, le autorità giapponesi la dichiararono zona pericolosa. Secondo Sanderson le perturbazioni e le anomalie in quelle zone sono collegate a forti attività della crosta terrestre, in particolare a una forte concentrazione di attività magnetica nel nucleo metallico della terra, in poche parole come se in alcuni punti ci fosse una gravità maggiore, come una calamita gigante che attrae mezzi di metallo e che fa impazzire bussole e causare guasti elettrici. Gli scienziati non sanno perchè la Terra abbia un campo magnetico ma è stata avanzate l ' ipotesi che sia dovuto ai movimenti interni del nucleo di ferro fuso. Ma chiediamoci quali effetti procurerebbe un terremoto di origine magnetica?
1-Farebbe ruotare le bussole all' impazzata.
2-Sul mare produrrebbe una violenta turbolenza perchè influirebbe sull' acqua in modo irregolare, per cui sembrerebbe che l' acqua arrivi da tutte le direzioni.
3-I dispositivi elettrici andrebbero fuori uso. Insomma tutte anomali riscontrate nella zona maledetta. Ma se vi fossero anomalie del genere con le apparecchiature che disponiamo i satelliti osserverebbero tali fenomeni come un sismografo registra un terremoto. Quindi perchè la tecnologia non fa nulla per evitare altre tragedie? Purtroppo il mistero rimarrà tale, finchè non si saranno studiati tutti i "fenomeni" ad esso connessi.
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