Le stelle attirano verso di sè i gioviani caldi che si formano lontano, ma la migrazione verso l'interno spesso poi si ferma. Perché
Un nuovo studio utilizzando i dati ricevuto dal telescopio spaziale Keplero della NASA, mostra che gioviani caldi, non vengono regolarmente consumati dalle loro stelle, ma anzi, restano in orbite stabili per miliardi di anni, fino a quando poi vengono inglobati.
"Tutti i pianeti gioviani caldi si avvicinano sempre più alle loro stelle, ma questo studio dimostra che il processo si arresta prima che lo facciano troppo", ha detto Peter Plavchan dello Exoplanet Science Institute della NASA presso il California Institute of Technology, Pasadena, California. "I pianeti stabilizzano le loro orbite soprattutto quando esse diventano circolari".
Lo studio è stato pubblicato recentemente sulla rivista Astrophysical Journal.
"Quando erano noti solo pochi pianeti gioviani caldi, c'erano diversi modelli che potevano spiegare le osservazioni," ha dichiarato Jack Lissauer, scienziato per Keplero presso l'Ames Research Center della NASA, Moffet Field in California, non affiliato con lo studio.
"Ma successivamente, osservando popolazioni intere di questi pianeti ci ha mostrato che le maree, in combinazione con le forze gravitazionali di pianeti spesso invisibili e con compagni stellari, possono portarli vicino alla loro stella".
I gioviani caldi sono palle giganti di gas che assomigliano a Giove, in massa e composizione. Essi non brillano come un Sole, e si formano in ampie zone fredde, come fece Giove nel nostro Sistema Solare.
In definitiva, i gioviani caldi migrano lentamente verso le loro stelle, in un processo relativamente raro e ancora poco conosciuto.
Il nuovo studio risponde alle domande circa la fine del viaggio dei pianeti gioviani caldi".
In passato, sono state formulate alcune teorie circa il fenomeno e le sue cause.
Una di queste proponeva che il campo magnetico della stella impedisse ai pianeti di andare oltre. Quando una stella è giovane, infatti, è circondata da un disco di polvere planetaria, il materiale ricade continuamente nella stella, in un processo che gli astronomi chiamano accrescimento, ma quando colpisce la bolla magnetica attorno ad esso, chiamata magnetosfera, il materiale viaggia intorno ad essa, ricadendo sulla stella dalla parte superiore e inferiore. Questa bolla potrebbe fermare i pianeti migratori risultanto pertanto insoddisfacente a spiegare il fenomeno.
Un'altra teoria ha ritenuto che i pianeti cesserebbero di migrare quando colpiscono la fine della parte polverosa del disco di formazione planetaria.
"Questa teoria ha detto in sostanza che la strada di polvere su cui un un pianeta viaggia, finisce prima che il pianeta scenda fino in fondo alla stella", ha detto il co-autore Chris Bilinski della University of Arizona, Tucson.
"Si forma un vuoto tra la stella e il bordo interno del suo disco polveroso, dove i pianeti si ipotizza che arrestino la loro migrazione".
Esiste una terza teoria, quella che i ricercatori hanno scoperto essere corretta, in cui un pianeta che migra, si arresta quando le forze di marea della stella hanno completato il loro lavoro di circolarizzare l'orbita.
Per provare questi e altri scenari, gli scienziati hanno esaminato 126 pianeti confermati e più di 2.300 candidati. La maggioranza dei candidati e alcuni dei pianeti conosciuti sono stati identificati tramite la missione Keplero, della NASA.
Keplero ha trovato i pianeti di tutte le dimensioni e tipi, compresi quelli rocciosi che orbitano dove le temperature sono abbastanza calde per ospitare l'acqua liquida.
Gli scienziati hanno esaminato come la distanza dei pianeti dalla loro stella vari a seconda della massa della stella.
Si scopre che le varie teorie che spiegano l'arresto dei pianeti migranti, si differenziano per le loro previsioni su come la massa di una stella colpisca l'orbita del pianeta.
Le "forze di marea" in teoria prevedono che i pianeti gioviani caldi attorno a stelle più massicce avrebbero un'orbita più lontano, in media.
L'indagine risulta abbinata alla teoria delle "forze di marea" e ha anche ha mostrato più di una correlazione tra le stelle massicce e le orbite più distanti da essa più del del previsto.
Ció potrebbe rappresentare la fine del mistero di ciò che blocca la migrazione pianeti, ma il viaggio stesso pone ancora molti interrogativi.
Poiché i pianeti giganti gassosi viaggiano verso l'interno, si ipotizza che che a volte colpiscano i più piccoli pianeti rocciosi deviandoli dalle loro orbite, estirpando su di essi ogni possibilità di vita.
Fortunatamente per noi, il nostro Giove non ha compiuto il sui viaggio verso il Sole e la nostra Terra non è stata coinvolta nel processo di mograzione.
Altri studi come questo aiuteranno a spiegare questi e altri segreti della migrazione planetaria.
Traduzione e adattamento a cura di Arthur McPaul
Foto di apertura
I ricercatori che utilizzano i dati provenienti da telescopio spaziale Keplero della NASA hanno dimostrato che i pianeti cessano il loro viaggio verso l'interno prima di raggiungere le loro stelle, come illustrato nel concetto di questo artista.
I giganti gassosi come Giove, chiamati "pianeti gioviani caldi" sono noti per migrare dalle gelide retrovie dei sistemi stellari verso l'interno.
Decine di pianeti gioviani caldi sono stati scoperti in orbita ristretta vicino alle loro stella. (Credit: NASA / JPL-Caltech)
Fonte:
http://www.sciencedaily.com/releases/2013/06/130606134722.htm
http://nemsisprojectresearch.blogspot.it/
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