Sull'isola di Rapa Nui, meglio nota come Isola di Pasqua ci sono quasi 1000 statue di pietra, delle mistiche teste gigantesche chiamate 'Moai'. Queste maestose statue rupestri, fin da quando sono state scoperte nel 1700, hanno costituito un grosso enigma per gli archeologi europei.
Quando i primi esploratori dal Cile arrivarono sull'isola, trovarono un'isola rocciosa completamente disboscata, piena di enormi megaliti scolpiti a forma di testa umana stilizzata e una sparuta pattuglia di circa 3000 indigeni, secondo i quali l'isola, in un passato recente, era completamente ricoperta di una foresta di palme giganti.
Ma una cosa ha immediatamente comportato il dibattito tra gli studiosi: come ha fatto esattamente una tribù primitiva a trasportare i Moai, alcuni dei quali pesanti più di 80 tonnellate, dalle cave alle loro destinazioni finali senza il beneficio della tecnologia moderna?
In passato, gli archeologi hanno proposto che una civiltà perduta abbia abbattuto tutti gli alberi dell'isola per realizzare dei percorsi sui quali far rotolare le statue megalitiche in orizzontale per chilometri, dalle cave da dove venivano estratte, fino alle piattaforme cerimoniali ai quali erano destinati.
Questo metodo di trasporto avrebbe richiesto l'impiego di tantissime persone e provocato la completa deforestazione dell'isola di Rapa Nui, con la conseguente decimazione di questa antica ed enigmatica civiltà.
Ma un team di archeologi, guidato da Carl Lipo, antropologo presso l'Università della California e Terry Hunt dell'Università delle Hawaii, ha proposto una nuova idea che secondo loro potrebbe spiegare in che modo gli indigeni primitivi hanno potuto spostare gli enigmatici Moai.
I due ricercatori, infatti, ritengono che le basi delle statue sono state scolpite in modo che potessero piegarsi in avanti per renderne più facile lo spostamento, consentendo ai megaliti di 'camminare' fino al luogo di destinazione.
Come riportato su livescience.com, per dimostrare la loro teoria, i due ricercatori hanno condotto un esperimento nel mese di ottobre del 2012, realizzando una replica di un Moai dal peso di cinque tonnellate.
Con l'ausilio di poche corde e una pattuglia di 18 persone, i due studiosi sono riusciti a spostare la statua facendola oscillare avanti e indietro, tirandola un pò in avanti tra un'oscillazione e l'altra. Il percorso completo è stato completato in due settimane. Secondo gli scienziati, le basi della statua sarebbe poi state appiattite una volta giunte a destinazione.
Come spiegato nello studio pubblicato nel numero di giugno del Journal of Archeological Science, questa teoria dovrebbe confutare la tesi che l'enigmatica civiltà che abitava l'Isola di Rapa Nui, ad un certo punto della sua storia, sia letteralmente impazzita e distrutto completamente il loro ambiente per dedicarsi alla costruzione dei Moai.
“La deforestazione è stata provocata dall'antica popolazione dell'isola, per far posto a coltivazioni di patate dolci. Inoltre, è possibile che dei roditori siano giunti inavvertitamente sull'isola divorando le noci di palma prima che potessero germogliare nuovi alberi”, ritiene Lipo. “Non credo che la deforestazione abbia causato la scomparsa della civiltà: le palme, probabilmente, non erano economicamente vantaggiose per gli isolani”.
Ma non tutti sono convinti
Mentre alcuni studiosi trovano la dimostrazione di Lipo convincente, altri pensano che sia altamente improbabile che le enormi statue abbiano potuto camminare in posizione verticale sul terreno collinare e accidentato dell'isola.
“L'ipotesi si basa su pochi particolari geometrici delle statue, cioè il fatto che queste abbiano delle basi più ampie, rispetto alle spalle, per consentirne lo spostamento” spiega Jo Anne Van Tilburg, direttore della Easter Island Statue Project e professore presso la University of California.
Nel 1998, Van Tilburg usò una replica della statua simile per dimostrare che i moai furono spostati orizzontalmente lungo dei percorsi realizzati posizionando parallelamente i tronchi di palma. La sua idea, spiega in maniera più convincente il mistero della scomparsa degli alberi di Rapa Nui.
Le sue analisi su 887 Moai rivelò un rapporto molto variabile tra le dimensioni delle basi e quelle delle spalle, anche nelle statue che si trovavano sulla stessa piattaforma cerimoniale. “Io non penso che si debba inventare un nuovo e complicato metodo di trasporto”, ha detto Van Tilburg a livescience.com.
Inoltre, i percorsi sull'isola di Rapa Nui erano scoscesi e irregolari, tanto che le statue sarebbero facilmente cadute. “La dimostrazione di Lipo è stata realizzata su un percorso liscio come la pista di aeroporto”, ha detto Christopher Stevenson, archeologo della Virginia Commonwealth University.
“Poi, la riproduzione utilizzata dai ricercatori è stata realizzata su una piccola statua. Esistono dei Moai alti fino a 12 metri e dal peso di 80 tonnellate. Non è chiaro se il metodo proposto da Lipo funzioni anche su qualcosa di molto più grande”, conclude Stevenson.
http://ilnavigatorecurioso.myblog.it/archive/2013/06/11/svelato-l-enigma-dell-isola-di-pasqua-ma-la-civilta-di-rapa.html
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