Ci stiamo avvicinando ad un cambiamento globale, l'unica cosa di cui abbiamo bisogno è la crisi delle superpotenze che, poi si dilagherà in tutto il mondo ed allora... sarà accettato un unico governo mondiale.(David Rockefeller )
Ecco cosa diceva Mr Rockfeller qualche anno fa' e per quelli che ritengono che il Nuovo Ordine Mondiale sia una bufala benvenuti nella tragica e cruda realta'.
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La Confesercenti fa anche i conti di quella che definisce una ”sciagurata eventualita”‘: le 13me nette dei dipendenti pubblici e dei pensionati con assegni al di sopra dei mille euro ammontano a circa 16,1 miliardi. Circa la meta’ va in consumi e quindi si sottrarrebbe all’economia reale una cifra pari a 8 miliardi di euro, con un cedimento dei consumi privati che passerebbe dal meno 1,7% stimato dal Governo ad un valore negativo vicino al 2,7%. Ma se anche si puntasse solo al congelamento del 50% delle 13me si tratterebbe comunque di una taglio alla spesa di circa 4 miliardi di euro, con un impatto sui consumi di circa 4 decimali di punto, portando la flessione prevedibile all’interno del range compreso tra il -2,1% e il -2,4%. Questa impostazione, secondo l’organizzazione, comporterebbe gravi effetti sull’intera economia, a partire dalla chiusura di molte imprese e dalle ”nefaste conseguenze sul piano occupazionale”. Per questo si chiede al governo ”di volgere altrove la scure e di tagliare in profondita’ spesa pubblica e costi della politica. La spending review e’ un inizio ma non basta”. I punti su cui concentrarsi, per Confesercenti, sono in particolare le province, le comunita’ montane, i micro-comuni e le societa’ di servizi pubblici, il varo di un piano di alienazione del patrimonio immobiliare pubblico, la drastica riduzione dei ‘posti’ della politica e le consulenze che favoriscono le pratiche clientelari. ”Inoltre – conclude la nota – chiediamo di utilizzare tutte le risorse disponibili per avviare progetti di sviluppo, permettendo alle imprese di riprendere gli investimenti e ricreare lavoro stabile, anche attraverso la non piu’ rinviabile riduzione della pressione fiscale, che ai livelli attuali, ostacola in termini sempre piu’ stringenti gli investimenti ed il lavoro”.
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