Scoperte tracce di una civiltà perduta sorta prima della comparsa della foresta amazzonica
Un
gruppo di archeologi ha compiuto una straordinaria scoperta nel cuore
dell'Amazzonia: i perimetri di centinaia di monumenti geometrici
lasciati da una civiltà sconosciuta sorta prima che sorgesse l'attuale
foresta foresta pluviale.
Uno studio pubblicato sulla rivista Proceedings of National Academy of Sciences riporta la scoperta di una serie di misteriose linee e forme geometriche incise sul suolo dell’Amazzonia.
Secondo quanto riporta Discovery News, le tracce risalgono a migliaia di anni fa, prima ancora che la foresta pluviale amazzonica assumesse l’attuale forma.
Quale cultura abbia creato queste strutture e quel fosse il loro
scopo rimangono un mistero, ma la loro scoperta apre un nuovo capitolo
sulle culture preistoriche del Rio delle Amazzoni, prima dell’arrivo
degli europei.
Inoltre, la scoperta getta nuova luce sulla storia evolutiva della
foresta amazzonica: la questione è quella di capire se e quanto le
popolazioni preistoriche hanno alterato il paesaggio in Amazzonia e in
che modo hanno influenzato la sua evolozione.
Le prime tracce di fondamenta furono scoperte già nel 1999, dopo che
grandi aree di foresta incontaminata sono state cancellate per far posto
al pascolo per il bestiame. Da allora, sono state trovate tracce di
centinaia di strutture in una regione che copre più di 240 km di
diametro, dal nord della Bolivia, fino allo stato brasiliano di
Amazonas.
Come riporta Ancient Origins,
i fossati sono state scolpiti nei terreni ricchi di argilla della
foresta amazzonica e in genere sono ampi 9 metri di larghezza per 3
metri di lunghezza. Il fossato più grande è rappresentato da un
incredibile anello con un diametro di 300 metri.
I “geoglifi” possono essere individuati nelle zone prive di alberi
utilizzando Google Earth. La maggior parte delle tracce sono raggruppate
su un altopiano di circa 200 metri di altezza, il che fa supporre agli
scienziati che la posizione fornisse un qualche vantaggio difensivo agli
abitanti.
Tuttavia, alcuni hanno anche ipotizzato che i monumento potessero
avere una funzione cerimoniale, a causa della configurazione altamente
simbolica dei tumuli. “Sia che fossero siti cerimoniali o siti
difensivi, è evidente che la zona era densamente popolata da gente
relativamente sedentaria, prima del contatto con gli europei”, spiega
Denise Schaan dell’Università Federale del Parà, Brasile, e coautrice
dello studio.
La dottoressa Schanna stima che la costruzione di strutture simili
avrebbe richiesto l’impiego di almeno 300 persone. Ciò indica una
popolazione regionale di almeno 60 mila persone. Dunque, il Rio delle
Amazzoni pullulava di società complesse in un tempo abbastanza remoto.
Gli scavi di alcuni siti hanno rivelato l’esistenza di abitazioni
permanenti, grazie al ritrovamento di ceramiche domestiche, carbone e
molatura di frammenti di pietra. I risultati gettano seri dubbi sugli
studi precedenti, secondo i quali la zona era interessata solo da
piccoli villaggi temporanei.
All’epoca della prima scoperta dei geoglifi, si riteneva che essi
risalisse al 200 d.C. Tuttavia, il recente studio ha rivelato che in
realtà le tracce sono molto più antiche. Grazie all’analisi di alcuni
campioni prelevati da due laghi nei pressi dei terrapieni, John Francis
Carson, autore dello studio e post-dottorato presso l’Università di
Reading nel Regno Unito, ha potuto stabilire un’età di circa 6 mila
anni.
I sedimenti, infatti, contengono grani di antichi pollini e tracce di
carbone di antichi incendi avvenuti molto tempo fa, rivelando
informazioni sul clima e l’ecosistema che esisteva quando il sedimento
si è formato.
I risultati suggeriscono che i sedimenti più antichi non provengono
da un ecosistema tipico della foresta pluviale. Questo mostra che il
paesaggio amazzonico dell’epoca era molto più simile alla savana
africana più che alla lussureggiante foresta odierna.
“Il polline di quel periodo di tempo proviene soprattutto da erbe e
poche specie resistenti alla siccità”, continua Carson. “Dopo circa 2
mila anni, sempre più polline da albero compare nei campioni, con una
diminuzione delle specie resistenti alla siccità e un aumento dei
sempreverdi. Questi cambiamenti sono stati in gran parte favoriti
dall’aumento delle precipitazioni”.
Carson e colleghi hanno anche voluto approfondire la questione se i
primi Amazzoni hanno avuto un qualche impatto sull’evoluzione della
foresta. “Le tracce lasciate sul terreno sono anteriori al cambiamento
della flora amazzonica. Gli Amazzoni hanno creato le strutture prima che
la foresta sorgesse intorno a loro”, spiega il ricercatore. “Le
popolazioni hanno continuato a vivere nella zona mentre l’area boschiva
si ampliava. Probabilmente, hanno mantenuto regioni disboscate intorno
alle loro strutture”.
Secondo i ricercatori, questa conclusione ha una sua logica
intrinseca: è più facile tagliare un alberello appena spuntato che un
grande albero amazzonico con un’ascia di pietra. “È molto probabile che
le persone possano aver avuto qualche effetto sulla composizione della
foresta”, continua Carson. “La gente potrebbe aver favorito la crescita
di specie commestibili, alterando i terreni, la chimica del suolo e la
sua composizione”.
Dunque, “le persone hanno influenzato il sistema climatico globale
attraverso l’uso del territorio non solo negli ultimi 200-300 anni, ma
per migliaia di anni”, conclude Carson.
La ricerca sembra aprire un nuovo capitolo nella comprensione della
storia evolutiva della Foresta Amazzonica e sulle popolazioni
preistoriche che l’hanno abitata, la cui identità rimane un autentico
mistero. Ma come ammettono Carson e colleghi, “questo tipo di studio in
Amazzonia è appena cominciato”.
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