Tra queste costellazioni, infatti, si trova una stella “bizzarra”, invisibile ad occhio nudo, ma visibile al telescopio spaziale Kepler, che ha fissato le stelle per più di quattro anni, a partire dal 2009. “Non avevamo mai visto nulla di simile”, dice Tabetha Boyajian, ricercatrice presso Yale. “E ‘stato davvero strano. Abbiamo pensato che poteva trattarsi di dati errati o di difetti al telescopio, ma abbiamo controllato ed era tutto in ordine”.
Il Very Large Array (VLA) nel New Mexico
Il telescopio spaziale Kepler ha fissato il cielo in attesa dell’oscuramento delle stelle, alla ricerca di un pianeta extrasolare è passato di fronte ad esse. Il telescopio ha monitorato più di 150.000 stelle: fra questa, una in particolare, ha sembrato mostrare un comportamento “anomalo”. La stella si chiama KIC 8462852 e si trova a 1480 anni luce di distanza.
Tabetha Boyajian, che sovrintende i cacciatori di pianeti, ha recentemente pubblicato un documento che descrive il comportamento bizzarro della luce di questa stella. Quando un pianeta passa davanti a una stella, la stella si affievolisce solo per poche ore o giorni, e su base regolare, ad esempio, ogni 365 giorni. Ma, a intervalli irregolari, la stella KIC 8462852 si oscura di ben l’80 per cento, e resta dovunque scura per un periodo compreso tra i 5 e gli 80 giorni.
La configurazione della luce suggerisce che c’è una grande confusione di materia che la circonda. Se la stella fosse giovane, si potrebbe pensare a una massa di detriti. Quando il nostro sistema solare si è formato, quattro miliardi e mezzo di anni fa, infatti, un disco disordinato di polvere e detriti circondava il sole, prima che la gravità li organizzasse in pianeti, anelli di roccia e ghiaccio.
Ma questa stella non è giovane. Se lo fosse, sarebbe circondata da polveri che emettono luce infrarossa supplementare ma gli strumenti non hanno rilevato questo dato. Eppure, c’è questo gruppo di oggetti che orbitano intorno ad essa. Gli scienziati hanno escluso una serie di ipotesi, tra le altre quella che possano essere causati da una recente collisione. Un’altra ipotesi è che una nube di comete sia stata attratta in orbita da una stella migrante e ciò potrebbe aver prodotto il modello irregolare di oscuramento. Il documento fa notare che questa sia la spiegazione più promettente.
Questa serie di oggetti che si muovono attorno ad essa è una megastrattura abbastanza grande da bloccare un consistente numero di fotoni, altrimenti rilevati dal telescopio spaziale Kepler.
“Quando [Boyajian] mi ha mostrato i dati, sono rimasto affascinato da come sembravano folli. Gli alieni dovrebbero sempre essere l’ultima ipotesi a cui pensare, ma questa sembrava il tipo di cosa che ci si potrebbe aspettare da una civiltà aliena che sta nascendo”, ha detto Jason Wright, un astronomo della Penn State University, che sta lavorando su un’interpretazione alternativa della strana configurazione della luce. Secondo Wright la luce potrebbe essere legata a uno “sciame di megastrutture”, pensate per catturare l’energia della stella.
Intanto Boyajian sta lavorando con Wright e Andrew Siemion, il direttore del centro di ricerca SETI, per capire attraverso il Very Large Array (VLA) nel New Mexico, se ci sono onde radio emesse da una sorgente tecnologica. La prima osservazione avrà luogo a gennaio 2016 . Attendiamo ulteriori news.
Redazione Segnidalcielo
Nessun commento:
Posta un commento