A colpire i vulcanologi, sottolinea Bizzi, è il carattere estremamente superficiale del cosiddetto “ipocentro” dei terremoti innescati dall’eruzione alle Canarie: appena 500 metri di profondità, quando invece il centro sotterraneo del sisma è normalmente collocato a decine o più spesso centinaia di chilometri, nel sottosuolo. Si può sospettare che l’evento possa non essere di origine naturale – dice Bizzi – se l’ipocentro è situato anche solo a 5 chilometri sotto la superficie terrestre: e in questo caso si parla addirittura di poche centinaia di metri. Tom Bosco ricorda i dossier illustrati dal generale Fabio Mini in materia di geoingegneria: secondo i dati presentati dall’ex comandante della Nato nei Balcani, infatti, attraverso specifiche emissioni d’onda (come quelle alla portata del sistema Haarp, in Alaska) sarebbe possibile anche provocare terremoti e altri eventi traumatici, incluse gigantesche “bombe d’acqua” capaci di originare alluvioni. Che la Terra sia letteralmente in subbuglio, da qualche anno, non è un mistero: l’attività sismica è in costante crescita, così come quella vulcanica. Si tratta di fenomeni di origine naturale, che documenterebbero un “grande riassetto” del pianeta, i cui poli magnetici sono in rapidissimo movimento.
Per contro, di Grande Reset si parla ormai ininterrottamente, dopo gli annunci di Davos e la manipolazione mondiale dell’epidemia influenzale ribattezzata Sars-Cov-2, utilizzata per cambiare lo stile di vita dell’Occidente, assottigliando ulteriormente la democrazia e abolendo parecchie libertà personali, proprio in ossequio al recente modello cinese varato da Deng Xiaoping in accordo con le élite neoliberiste occidentali allora incarnate da Kissinger. Quanto ha funzionato, l’Operazione Corona? La partita non è chiusa: vasti settori dell’Occidente si stanno ribellando allo schema di dominio 2.0 inaugurato con l’alibi della presunta emergenza sanitaria “infinita”. Un caso di scuola sembra essere rappresentato dall’Italia di Mario Draghi, che ha vincolato l’eventuale “ripartenza” economica alla campagna di digitalizzazione di massa introdotta in modo surrettizio con il Green Pass, previo inoculo (sostanzialmente obbligatorio) di terapie geniche sperimentali. Alle Nazioni Unite, lo stesso Draghi ha disegnato il cambio di scenario in arrivo: dall’emergenza Covid si passerebbe direttamente all’emergenza climatica, la nuova “clava” da impugnare per “resettare” la società.
Avverte Bizzi: c’è già chi evoca la possibilità di “lockdown climatici”, dopo aver incassato – anche in questo caso – il risultato di una colossale falsificazione, almeno secondo illustri esponenti della comunità scientifica (tra cui Premi Nobel come Carlo Rubbia). Denunciano l’invenzione dell’origine antropica dei cambiamenti climatici, anche repentini e traumatici: in realtà sono sempre avvenuti, nella lunga storia della Terra, per effetto dell’azione solare. La vera emergenza – questa sì, drammatica – riguarda invece la tenuta dell’ecosistema, sottoposto a un inquinamento senza precedenti. La soluzione imbracciata come arma di persuasione di massa – ridurre le emissioni, quindi le attività e anche il bilancio demografico – risuona in modo un po’ sinistro con la teoria scolpita nel granito delle Georgia Guidestones: «Mantieni l’Umanità sotto i 500.000.000 in perenne equilibrio con la natura». In altre parole: 7 miliardi di persone sarebbero di troppo? Secondo alcuni studiosi, il nostro pianeta potrebbe ospitare stabilmente una popolazione di 15 miliardi di individui, a patto però di “ripulire” le modalità di produzione. Si calcola che la sola riduzione della filiera della carne (monoculture per mangimi ad altissimo consumo di terreni e di acqua) garantirebbe un effetto dalla portata virtualmente risolutiva.
L’ambientalismo ha un cuore nobile: in molte sue declinazioni non è solo sinonimo di saggezza, ma esprime anche una visione nonviolenta dell’esistenza, basata sulla ricerca di una maggiore armonia. Non stupisce che, da svariati decenni, se ne siano impossessate determinate élite di potere, che abbracciano cenacoli come la Fabian Society e il Club di Roma, pronti a colpevolizzare invariabilmente la popolazione mondiale. In questo c’è chi individua radici lontanissime, come il pensiero del pastore anglicano Thomas Robert Malthus, nato nella seconda metà del Settecento: ossessionato dalla crescita demografica percepita come calamità, Malthus è considerato il precursore della moderna sociologia. Sono dunque i nipotini di Malthus a maneggiare l’ecologismo in termini apocalittico-catastrofistici, per poi puntare – come avviene oggi – a nuovi modelli di business finanziario, progettati per una società orwelliana e popolata di individui iper-controllati, proprio come i sudditi di Xi Jinping? Di certo è ancora la Cina, a giganteggiare all’orizzonte, nonostante i regolamenti di conti che le tante oligarchie mondiali, in guerra tra loro, hanno avviato a margine dell’affare-Covid.
Colpisce, in proposito, anche l’acquiescenza del Vaticano: il silenzio di Bergoglio sulla “dittatura sanitaria” sembra speculare rispetto all’altro grande silenzio del suo controverso pontificato: la cessione al regime di Pechino del potere di nomina dei vescovi cattolici in Cina. Un accordo rinnovato nel 2020 nonostante il clamoroso altolà pronunciato a Roma da Mike Pompeo, segretario di Stato di Donald Trump. I fatti sono noti: con un pretesto diplomatico, il Pontefice rifiutò di ricevere Pompeo (quasi sapesse già come sarebbero finite, le presidenziali che avrebbero determinato la “vittoria” di Biden grazie al voto postale e agli algoritmi di Dominion). Pompeo, peraltro, è l’uomo che all’inizio del fatidico 2020 – appena prima dell’esplosione dell’infodemia di Wuhan – aveva precipitosamente rivendicato la stranissima uccisione illegale, a Baghdad, del generale Qasem Soleimani: un atto di pirateria internazionale concepito per assassinare l’eroe nazionale iraniano, protagonista (con i siriani, i russi e i libanesi di Hezbollah) della liberazione della Siria dal terrore scatenato dalle milizie dell’Isis, cresciute come funghi sotto la presidenza Obama.
Il brutale omicidio di Soleimani – ucciso da chi, realmente? – può aver dato la sensazione di una sorta di sacrificio umano, rituale, se lo si mette in relazione con quanto sarebbe avvenuto, nel mondo, di lì a poco. A questo filone di gesti apparentemente incomprensibili, forse, può appartenere anche la recente decisione degli Usa di lasciare di colpo l’Afghanistan nelle mani dei Talebani. L’importante, nel frattempo, è che la popolazione occidentale “sappia” che, come ha detto Draghi, «se non ti vaccini, muori», e che – come sostiene l’eminente climatologa Greta – le variazioni climatiche sono apocalittiche nonché assolutamente causate da noi. Ergo: faremo bene ad accettare, senza protestare, qualunque misura “green” ci venisse imposta, dai grandi reggenti del pianeta (o almeno, del suo emisfero occidentale). Qualche catastrofe altamente spettacolare potrebbe rafforzare il concetto? Alcuni studiosi calcolano che l’eventuale, malaugurato smottamento di una parte dell’isola di La Palma, alle Canarie, potrebbe anche provocare uno tsunami devastante, capace di colpire le coste britanniche e persino quelle della Florida.
Guardando al nuovo allarme che investe la Diga delle Tre Gole, Tom Bosco si spinge a ipotizzare la possibilità – teorica – di una sorta di guerra clandestina, geologico-climatica: da una parte si farebbe “esplodere” un vulcano per provocare un’ondata oceanica, dall’altra si scatenerebbe un maxi-nubifrago per far collassare lo sbarramento dello Yangtze, a valle del quale vivono milioni di cinesi. Fantasie? Riguardo al caso-Canarie, Bizzi non esclude neppure la possibilità (del tutto virtuale, ovviamente) che quella strana attività vulcanica – con terremoti clamorosamente superficiali – possa testimoniare il tentativo di provocare una sorta di “eruzione controllata”, destinata a sventare il peggio, cioè a disinnescare gradualmente il potenziale distruttivo del Cumbre Vieja, notoriamente temuto dai vulcanologi. Domande destinate a restare senza risposta, per ora, in un mondo in cui le spiegazioni non sono più di casa. Emblematico, il nuovo “whatever it takes” dell’ex drago della Bce: “Se non ti vaccini, muori” sembra una sintesi perfetta della Neolingua corrente, basata sul capovolgimento geometrico della verità.
Immancabilmente, c’è anche chi si lamenta dei cosiddetti complottisti, i cui deliri – molto spesso – sono preziosissimi, per gettare discredito su chiunque si ponga domande. Per contro, anche le fantasie più iperboliche sono sistematicamente innescate dalla reticenza plumbea di un potere apolide, senza volto, che utilizza le sue pedine – Greta e Bill Gates, lo stesso Zuckerberg, l’immaginifico Elon Musk – per disegnare paradisi artificiali da coniugare con il contrappasso di uno stravagante inferno domestico, ipertecnologico e bio-cibernetico, in un pianeta irto di antenne 5G e trattato quotidianamente con l’aerosol rilasciato dai voli di linea. Chissà, magari esiste pure la possibilità di ricavare un’equazione matematica che leghi i peggiori incubi del cospirazionismo al tasso di inattendibilità delle fonti ufficiali. La prova del nove, comunque, è piuttosto intuitiva: se gli eventi controversi venissero spiegati in modo esauriente, le relative dietrologie si ridurrebbero a fenomeno residuale, fisiologicamente patologico e del tutto trascurabile. Se poi è l’Istat ad annunciare che – in base a proiezioni statistiche – la popolazione italiana si dimezzerà fino a ridursi ad appena 32 milioni di persone, è perfettamente inutile aspettarsi che qualcuno spieghi quali potrebbero essere, le ragioni di un depopolamento così drastico, fondato sulla denatalità.
Nessun commento:
Posta un commento