IL PECCATO ORIGINALE NON ESISTE !!!

La traduzione letterale del termine Gan ’Eden che troviamo nei Testi Sacri originali è sorprendente: Eden significa “la dimensione del tempo presente”, mentre Gan significa “recinto, steccato”. 
Perciò la traduzione corretta di Giardino dell’Eden è RECINTO DEL TEMPO PRESENTE, che può essere paragonata ad una visione limitata della Vita. I nostri due simbolici antenati vivevano in un Giardino recintato dalla loro stessa ignoranza, nel senso che ignoravano di essere nudi, maschio e femmina, quasi totalmente inconsapevoli di ESSERE.


Quando la donna più criticata e disprezzata dall'intera società occidentale mangia il frutto dell'Albero della Conoscenza, in Verità compie l'atto più importante che un essere umano possa fare in questa Vita, ovvero quello di andare oltre il mondo comunemente conosciuto per uscire dalla famosa zona di confort.
Il gesto di Eva è un atto Sacro, nel senso che dona in sacrificio la sua esistenza, per quanto inconsapevole, al fine di intraprendere il Cammino di Conoscenza di Sé. Quindi visto da questa prospettiva Eva non è la donna del peccato, ma la prima a sperimentare il senso del Risveglio della Coscienza.


Oggi dovremmo ricordare questa donna non più come colei che ha condannato l'intera umanità alle pene della sofferenza, ma come quella che ha ricevuto per prima l'intuizione dell'Autorealizzazione di Sé. Eva non è una peccatrice....bensì una Maestra.

Il vero peccato è non mangiare il frutto!


Ma per noi occidentali è difficile accettare questo atto di disobbedienza perché siamo nati e cresciuti in un mare di obblighi e doveri. Sin da bambini veniamo educati a delle regole di comportamento secondo le quali veniamo premiati se rimaniamo nei limiti, che rappresentano il recinto, o puniti se sconfiniamo oltre le regole dettate dai familiari, insegnanti, datori di lavoro eccetera eccetera.


Uscire dal recinto significa andare oltre le proprie credenze, i condizionamenti e gli obblighi morali. Togliersi la maschera dietro alla quale ci nascondiamo, quella del perbenista, dello scorbutico, del don giovanni o il partner perfetto della famiglia del mulino bianco, e rimanere coerenti con il proprio sentire esprimendoci per quello che siamo.


Si, dobbiamo re-imparare a disubbidire anche se è impegnativo e ci porta ad andare contro corrente. Ogni qual volta abbiamo trasgredito i comandamenti di un Dio, familiari o obblighi sociali abbiamo pagato a caro prezzo questo atto rivoluzionario. Ma se continuiamo a negare la libera espressione di noi stessi le cose non migliorano, ci sentiamo frustrati e delusi, umiliati e repressi...quindi, in realtà, non abbiamo scelta. 


Dobbiamo ricordarci dei nostri due antenati, Adamo ed Eva, e trovare in noi il coraggio di osare ed andare oltre i confini del recinto. Uscire dalla zona di confort e metterci in discussione, questo è un cammino di Risveglio che ci porta verso la Libertà, fuori dal recinto della schiavitù interiore, individuale e collettiva.


Matteo Bianciardi.

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