Atlantide esiste e gli archeologi sono certi di averla trovata. La scoperta sarebbe avvenuta grazie all’ausilio delle tecnologie satellitari, che avrebbero consentito di individuare un antico insediamento in Micronesia, a poca distanza dall’isola di Pohnpei. La città perduta si troverebbe in mezzo al Pacifico e racconterebbe la storia di una grande civiltà sepolta nelle profondità del mare.
Lo studio è stato condotto da un team di archeologi guidato da Mark McCoydella Texas Southern Methodist University. Questa Atlantide del Pacifico è stata denominata Nan Madol e le prime tracce della sua esistenza vennero individuate nel 1928. Si estende su 92 isole artificiali e risale ad un periodo fra il primo e il secondo secolo a.C.
Cosa nasconde questa città perduta e perché venne costruita in mezzo all’oceano lontano da tutto e da tutti? Gli archeologi sono convinti che Nan Madol possa essere la mitica Atlantide di cui parlano moltissime leggende. La prova di ciò sarebbe anche nella magnificenza degli edifici in pietra nera, con pareti alte oltre 25 metri e spesse 17. La realizzazione di queste strutture gigantesche per gli studiosi rimane un mistero.
“Era la sede del potere politico, il centro dei riti religiosi più importanti e il luogo in cui furono sepolti i primi capi dell’isola” ha spiegato McCoy. Gli abitanti di Pohnpei sono convinti che il sito archeologico sia maledetto e infestato dai fantasmi. Non a caso i turisti vengono condotti a Nan Madol solamente di giorno, mentre di notte i nativi temono di incontrare qualche spirito, soprattutto dopo che nella zona sono state individuate delle strane sfere di luce.
Leggende a parte per gli studiosi Nan Madol conserva ancora moltissimi segreti e misteri da svelare. Ora non resta che scoprire se davvero questa città perduta è Atlantide o se il mistero della civiltà inghiottita dalle acque del mare non è ancora stato svelato del tutto.
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