Per molti, il viaggio nel tempo è un tema affascinante, spesso ripreso nel cinema, televisione o letteratura, motivo per cui attira da sempre anche l'attenzione degli scienziati. Già all'inizio del secolo scorso alcuni scienziati hanno confermato la possibilità del viaggio nel tempo, osserva Michio Kaku, noto studioso della Teoria delle stringhe e autore di diversi libri divulgativi di fisica. Nella sua pagina web, Michio Kaku cita Kurt Gödel (collega di Einstein alla Princeton University), ricordando come nel 1949 fosse riuscito a trovare una soluzione alle equazioni della Relatività generale di Einstein. In questa soluzione Gödel, che per Kaku è stato il matematico più grande degli ultimi 500 anni, propone che l'universo sia in rotazione e che il 'fiume' del tempo sia composto di mulinelli definiti 'curve temporali chiuse', nelle quali il tempo può avvolgersi su se stesso in un cerchio. Questa ingegnosa soluzione propone un universo riempito di un fluido in rotazione, secondo cui chiunque provasse a camminare lungo la direzione della rotazione si ritroverebbe di nuovo al punto di partenza, però indietro nel tempo.
In un'intervista a ScientificAmerica.com, il dott. Kaku spiega che se l'universo ruota, allora è possibile che «se si provasse a girare intorno all'universo con un navicella spaziale, si ritornerebbe prima di partire». Newton, fa notare il dott. Kaku, pensava che il fiume del tempo fosse rettilineo e uniforme, che non deviasse mai e che scorresse sempre alla stessa velocità, trasportando tutto nel suo cammino.
Einstein, dal canto suo, proponeva che «il fiume del tempo scorresse serpeggiando intorno alle stelle e galassie», accelerando e rallentando quando passava vicino a corpi più grandi. Alla fine Einstein arrivò alla conclusione che l'universo non ruota, ma si espande, e quindi la soluzione di Gödel potrebbe essere respinta per motivi fisici, spiega il dott. Kaku.
Ma nel 1963, un matematico neozelandese di nome Roy Kerr, trovò una soluzione alle equazioni di Einstein, considerando un buco nero rotante che aveva particolari proprietà. Il buco nero, secondo Kerr, non collasserebbe in un punto, ma diventerebbe un anello rotante di neutroni capace di girare a una velocità tale che la forza centrifuga gli eviterebbe di collassare per via della forza di gravità. L'anello a sua volta funzionerebbe come lo specchio di Alice: chiunque camminasse attraverso l'anello passerebbe in un universo alternativo, o potrebbe addirittura andare indietro nel tempo. I fisici chiamano questi spazi 'wormhole', i matematici 'spazio-tempi multiconnessi'.
PASSAGGIO DEL WORMHOLE (NASA.GOV)
Secondo Kaku, Kip Thorne ha assicurato che un wormhole può essere usato come macchina del tempo. Ma non è così semplice: lo scienziato spiega che a distanze estremamente piccole, lo spazio-tempo diventa spumoso; probabilmente le strutture dominanti in queste distanze quantiche sono i wormhole, cioè delle piccole 'bolle', porte a universi che appaiono e un momento dopo non esistono più. Se si potesse manipolare la schiuma quantica ampliandola e stabilizzandola con energia negativa, si potrebbe passare attraverso una di queste 'bolle'.
A fine anni 80, Kip Thorne, del Caltech, e i suoi colleghi, si sono imbattuti in un altro tipo di equazioni di Einstein. Hanno ipotizzato che queste 'macchine del tempo' fossero transitabili e che si potesse attraversarle facilmente, come accade nei film, e che potrebbero avere un 'bottone di accensione' e di spegnimento, proprio come un ascensore che unisce universi paralleli. Cioè «si può guardare attraverso lo specchio e poi tornare», ha affermato il dott. Kaku. Che nella sua intervista dichiara inoltre che gli sembra incredibile come ogni volta che si tenti di provare o confutare il viaggio nel tempo, si spinga al limite la teoria di Einstein.
Secondo Kaku servirebbe realmente una teoria del tutto per risolvere la questione, come la Teoria delle Stinghe, che propone l'esistenza di un multi-universo, ovvero più universi che coesistono in diverse dimensioni. La teoria delle stringhe offre milioni di soluzioni, e per il dott. Kaku ognuna di queste soluzioni può ben rispondere alle equazioni di Einstein e alla teoria quantistica.
Kaku crede che probabilmente per i viaggiatori nel tempo non siamo così importanti da poter ricevere una loro visita e la loro tecnologia. Tuttavia, osserva che «se un giorno qualcuno ci suonasse alla porta dicendo di essere il nostro pro pro pronipote, non dovremmo mandarlo via. Perché? Chissà, magari ha accesso a una macchina del tempo».
Qualche decennio fa, la comunità scientifica si sarebbe presa gioco di chiunque avesse provato a prendere sul serio la possibilità di viaggiare nel tempo. Oggi, come si può vedere, la possibilità sembra sempre più reale, ma nonostante i progressi, c'è ancora non poca strada da fare per renderla praticabile.
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