Usa, l'indiano d'America si fa un selfie: ma è un quadro del 1937

Si chiama Mr. Pynchon and the Settling of Springfield ed è un affresco del 1937,
realizzato dall'artista italiano Umberto Romano, che mostra il colono William Pynchon, fondatore di Springfield, mentre interagisce con alcuni nativi americani. A dare improvvisa popolarità al quadro - realizzato 80 anni fa - non è però la sua cifra artistica, ma un piccolo dettaglio nel lato destro dell'opera, dove si vede un indiano seduto con in mano un oggetto misterioso, che somiglia molto a un moderno iPhone. 

La modernità e la viralità dell'immagine è anche legata al modo in cui l'uomo tiene in mano l'oggetto, dritto davanti a sé con una mano sola, come un moderno utilizzatore compulsivo di social network. Sembra insomma che l'uomo sia piombato a Springfield direttamente dai giorni nostri. 

La pittura murale doveva documentare un incontro tra due tribù indiane del New England e i coloni inglesi intorno al 1630. A lanciare la provocazione è stato il sito Motherboard, che ha scovato persino un contributo scientifico in merito. Lo scrittore e storico Daniel Crown infatti ne parlava in un saggio sulla figura di Pynchon. Più che un selfie, però, secondo Crown, la scena rappresenterebbe l'indiano in procinto di specchiarsi, anche per dimostrare l'arretratezza della comunità indigena. «Gli americani dell'epoca erano ossessionati dal mito del buon selvaggio, e il tentativo di Romano potrebbe essere stato quello di raffigurare l'introduzione di una comunità arretrata nella modernità».

Moderno sì, non così tanto da aver profetizzato lo smartphone, però.

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